Gianluca Di Donfrancesco, Il Sole 24 Ore 1/9/2010, 1 settembre 2010
PRIMA CAUSA IN CINA PER UN SIEROPOSITIVO
Una scuola elementare rifiuta di assumere un insegnante perché affetto da virus Hiv. L’insegnante ricorre contro la decisione in tribunale, lamentando di essere stato ingiustamente discriminato. Il tribunale accetta la denuncia e ordina un processo. Tutto normale? No. Perché la vicenda si svolge nella provincia rurale di Anhui, nella Cina centrale, dove la discriminazione dei malati di Aids è all’ordine del giorno, la tutela dei loro diritti l’eccezione. Infatti, come riporta la stampa cinese, è la prima volta che un caso del genere finisce davanti a un giudice. In prima linea in questa battaglia che potrebbe diventare un simbolo per le circa 740mila persone malate di Aids in Cina (ma sono le stime ufficiali, il numero potrebbe essere ben più alto) c’è Xiao Wu, l’insegnante nemmeno trentenne che si è visto rifiutare la cattedra dopo aver superato il concorso, ma non i test medici. Nato in una famiglia di contadini, ottenere un posto da insegnante per Xiao sarebbe come vincere un biglietto alla lotteria. «Spero che questo caso attiri l’attenzione del pubblico e contribuisca a superare le discriminazione sul lavoro », ha dichiarato il suo legale, Zheng Jineng.
Ma il dipartimento dell’Istruzione del governo locale si arrocca sulla sua decisione: «I professori devono essere responsabili verso gli studenti, la nostra decisione è stata presa per proteggere i ragazzi e non la cambieremo», ha affermato un funzionario.
In Cina, nonostante le leggi e l’iniziativa del premier Wen Jiabao, che alla fine del 2003 si fece fotografare mentre stringeva la mano ai malati di Aids nell’ospedale Ditan di Pechino, le organizzazioni umanitarie denunciano regolari discriminazioni contro i sieropositivi. Il risultato, spesso, si limita alla persecuzione di questi attivisti da parte delle autorità.
Dopo la comparsa dell’infezione nel 1986, i malati hanno subito per anni una sorta di gogna pubblica: gli studenti venivano espulsi dalle scuole e i lavoratori licenziati. Il capitolo Aids era molto scomodo per un governo impegnato a coprire in ogni modo lo scandalo delle trasfusioni di sangue infetto, scoppiato negli anni 90. Nella sola provincia dell’Henan, decine di migliaia di persone hanno contratto il virus in questo modo. Una delle prime persone a denunciare l’accaduto, l’83enne dottoressa Gao Yaojie, è stata costretta a lasciare il paese per sfuggire alla persecuzione delle autorità locali e dal 2009 vive negli Stati Uniti. Un altro attivista per i diritti dei malati, Hu Jia, sta scontando una condanna a tre anni e mezzo per aver firmato un documento favorevole alla democrazia. Per sfuggire a una sorte simile, Wan Yanhai, che contribuì a portare alla luce lo scandalo delle trasfusioni, è fuggito pure lui negli Stati Uniti, con tutta la famiglia.
Di recente il regime ha dato segnali di svolta, adottando un atteggiamento più tollerante, offrendo cure e varando leggi contro la discriminazione. Rimaste perlopiù disattese.