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 2010  agosto 31 Martedì calendario

UNA BANCA DI CARTONE CONTRO LA CRISI - È

un prefabbricato bianco e basso. Un fragile edificio nel cuore di quella Louisiana che fa ancora notizia per i drammi, dagli anniversari dell’uragano Katrina alla marea nera nel Golfo. E che, a prima vista, potrebbe forse proprio ospitare i profughi da qualche calamità. A gestirlo è un omone di 70 anni. Potrebbe essere un pensionato e il fisico tradisce, al più, trascorsi di giocatore di football.
Nessuno dei due è ciò che sembra. Hartie Spence, in realtà, fa il banchiere. L’edificio bianco e basso mostra in bell’evidenza l’insegna Lakeside Bank .
Una banca. E se Spence e la sua Lakeside sono «profughi» lo sono da un’altra calamità: dalla bufera economica e finanziaria, dalla crisi degli istituti di credito che, dopo aver colpito i colossi, sta spazzando via anche banche regionali e locali da una costa all’altra degli Stati Uniti.
Ma Lakeside Bank, in realtà, è ben più d’un profugo.È un’eccezione, che gli americani sperano incarni la speranza di una futura ripresa in comunità orfane di crescita e occupazione da una costa all’altra del paese.È la prima e finora l’unica nuova banca ad aprire i battenti quest’anno – per l’esattezza il 26 luglio –negli Stati Uniti.In altri sette casi l’apertura è stata piuttosto una ripristino di vecchi sportelli, con gruppi di inve-stitori che hanno ereditato istituti già esistenti.
La sua storia più unica che rara, Spence, l’ha raccontata al New York Times, alternando determinazione e ironia. Le banche, di questi tempi non nascono, falliscono: dieci solo ad agosto, 22 in luglio, stando agli elenchi mensili della Fdic, l’ente che assicura i depositi e rileva gli istituti giunti al crack. Uno stillicidio che non appare per nulla finito.
Nuove iniziative nel credito, nel frattempo, difficilmente trovano investitori disposti a scommetterci. Oppure sono bocciate dalle autorità di regolamentazione, diventate molto severe e prudenti. Quando gli chiedono del suo segreto, Spence scherza: «Dev’essere stato il mio fascino » assicura.
Ma la sua avventura e quella della piccola Lakeside sono una saga lunga ed esemplare di lotta alla recessione e alle tensioni finanziarie. L’idea iniziale venne a un costruttore locale, Andrew Vanchiere, che giudicava inadeguati i servizi bancari nell’area di Lake Charles. Nel 2007 raccolse attorno a sè un gruppo di imprenditori locali che si impegnarono a trovare un capitale iniziale di 13 milioni di dollari.
Gli ostacoli non mancarono: i fondatori dovettero presentare numerosi piani di business alle autorità, per convincerle di voler seguire una strategia cauta. Dovettero inoltre dimostrare chiaramente di aver rastrellato capitali adeguati. Infine, il problema più ostico: scovare un dirigente che conquistasse la fiducia dei funzionari pubblici. I primi executive reperiti furono giudicati inesperti dalle autorità, che tardarono a concedere la licenza alla nuova banca. Finché fu ingaggiato Spence, nel 2008. Lui era allora davvero in pensione. Ma se nel suo passato remoto aveva il football, in quello più recente vantava la gestione di numerosi istituti di credito in Louisiana. Bastò poco a convincerlo a tornare in trincea. Con uno slogan: «Si può gestire una buona banca in una cattiva economia», ha detto al Times.
Soprattutto, forse, quando l’economia ha toccato il fondo. Potrebbe essere il caso della Louisiana, dove la crisi ha chiuso una sola banca e in particolare di Lake Charles: 72.000 abitanti, a 50 chilometri dal confine con il Texas, si sta rilanciando sia sull’onda di attività tradizionali (raffinerie, gioco d’azzardo) che di innovazioni, quali la produzione di componenti per centrali nucleari.