Antonella Scott, Il Sole 24 Ore 31/8/2010, 31 agosto 2010
LA RUSSIA ALZA I DAZI SULL’IMPORT DI AUTO
Che cosa contengono le ultime pagine del manuale d’uso di una Lada?: «Gli orari dei treni». Che cos’è una Lada in cima a una salita?: «Un miracolo ». E via così: la lista delle battute sul made in Russia dell’automobile è lunghissima. Ci sarà poco da ridere, però, ora che Vladimir Putin in persona si è autonominato testimonial di Avtovaz. Ma non si è fermato qui: il primo ministro russo ha anticipato ieri al canale tv Vesti l’intenzione di aumentare i dazi sull’import delle auto straniere, nuove e usate. «Non siamo membri della Wto- ha fatto notare - possiamo fare quel che vogliamo».
Irritati dalla lunga attesa 17 anni - alle porte dell’Organizzazione mondiale del commercio, Putin e i russi si prendono la loro vendetta. Fuori dall’organizzazione mondiale, ogni mezzo è lecito: anche ipotizzare un aumento dei dazi quasi come un avvertimento - o un incoraggiamento, a seconda dei punti di vista per i produttori locali, russi e non solo: ora che il mercato locale torna a lanciare segnali incoraggianti, a fianco dei nomi russi più importanti c’è ormai un partner straniero, da Fiat a Renault a Mitsubishi a Daimler. «Nel giro di qualche anno - ha detto Putin rivolto a loro aumenteremo gradualmente le tariffe doganali, ma non vogliamo danneggiare il vostro business in Russia. Venite a produrre qui, questa è la localizzazione: noi vogliamo che trasferiate le vostre competenze tecnologiche, che aumentiate la produttività e il livello di competenza tecnico dei nostri specialisti». Quello che il Cremlino avrebbe voluto ottenere acquisendo Opel, lo scorso anno.
Un ulteriore aumento dei dazi sull’import di auto dal livello attuale - 30% - va però contro gli impegni presi da Mosca a Ginevra, nell’ambito dei negoziati con la Wto. Dal momento dell’adesione - che in luglio Barack Obama ha promesso a Dmitrij Medvedev «nel più breve tempo possibile » - Mosca dovrà ridurre gradualmente i dazi al 15 per cento. Ieri Putin non ha precisato i tempi, a conferma che le sue parole vogliono forse essere più un avvertimento: «Per ora non faremo nulla per aumentare i dazi - ha detto - ma ecco il piano.Cominceremo con l’import di auto di seconda mano, poi gradualmente passeremo ad aumentare i dazi doganali anche sulle auto nuove». Misure che forse salveranno l’industria locale, ma mettono a rischio la popolarità del governo: quando nel 2008 venne annunciato il rialzo delle tariffe sull’import di auto usate giapponesi, Vladivostok si ribellò: quello è un business su cui vivono in tanti, in Estremo Oriente.
Putin ha già dimostrato di non badare a spese, quando si tratta di difendere l’industria nazionale che dà lavoro a un milione di persone. Nei suoi stabilimenti di Togliatti, Avtovaz - in partnership con Renault - è riuscita a evitare la bancarotta grazie a massicci interventi del governo, e a un programma di rottamazione. Ora i dirigenti di Avtovaz sfoggiano ottimismo, guardando per esempio a un aumento delle vendite che in totale in luglio sono cresciute del 45%: in un mercato che nel 2009 si era quasi dimezzato. Tanto che l’anno scorso lacrisi aveva costretto a cancellare il Salone internazionale dell’auto a Mosca: quest’anno l’aria è decisamente diversa. Sono attesi un milione e mezzo di visitatori. Tra i nuovi modelli la Fiat Linea, prodotta in joint venture con Sollers e presentata al Salone il 25 agosto scorso.