Francesco Borgonovo, Libero 31/8/2010, 31 agosto 2010
ARCHVIO FALLACI
SPUNTA UN MANOSCRITTO ANTICO DELLA FALLACI
Non è finita. C’è altro materiale di Oriana Fallaci che sta per essere messo in vendita sul web. Dopo il notevole archivio di lettere, manoscritti e documenti di cui Libero ha raccontato nei giorni scorsi, su Internet saranno presto disponibili nuove carte appartenute alla giornalista fiorentina.
Ma andiamo con ordine. Urge un breve riepilogo. La scorsa settimana, il sito di vendite online Abebooks.com noto a livello internazionale presenta un’offerta straordinaria: un archivio composto da 50 libbre (circa 22,5 chili) di documenti appartenuti alla Fallaci. Abebooks la annuncia come un’occasione unica per mettere le mani su una enorme mole di materiale della Grande Toscana. Il tutto alla modica cifra di 28mila dollari americani circa (29mila comprese le spese di spedizione).
Alla ricerca del libraio
L’offerta viene da Ben Katz, un libraio di Toronto, in Canada, il quale da subito si qualifica come un professionista serio, rimarcando che la merce da lui trattata è «al cento per cento originale». E Libero si è immediatamente attivato per capire di che genere di merce si trattase. Dal libraio canadese abbiamo ottenuto informazioni dettagliate e fotografie, che nei giorni scorsi abbiamo in parte pubblicato. Anche Edoardo Perazzi, il nipote di Oriana che da anni si prende cura con perizia del suo lascito (libri, carte e tutto quanto la scrittrice ha prodotto), guardando gli scatti, non ha avuto dubbi e ha confermato che abbiamo davanti materiale originale.
Finora, Libero ha mostrato ai suoi lettori numerosi appunti e dattiloscritti segnati, annotati ed evidenziati. Materiale proveniente con tutta probabilità dalla gigantesca mole accumulata durante le ricerche svolte dalla Fallaci per comporre il suo libro postumo, ovvero Un cappello pieno di ciliege, il romanzo dedicato alla storia della sua famiglia.
Si trattava infatti di pagine e pagine sulla schiavitù a Livorno sulla fine dell’Ottocento, di cui si trovano abbondanti tracce nel libro. All’argomento, infatti sono dedicate varie pagine del Cappello.
Domenica, infine, abbiamo mostrato anche una lettera con tutta probabilità una “brutta copia” firmata da Oriana e indirizzata a un certo Leon Ferrari, argentino fuggito dal suo Paese per evitare la morsa del regime dei militari. In quella missiva, la Fallaci prendeva una posizione coraggiosa e durissima sul fenomeno dei desaparecidos, argomento che non ebbe paura di trattare nella stessa Buenos Aires all’epoca dei generali.
Vista la qualità dei documenti contenuti nell’archivio e considerate le dichiarazioni dell’erede sull’autencità delle carte, Libero si è mosso per acquistare l’archivio, procedura che sta andando avanti in queste ore e di cui vi terremo informati. Ieri, però, abbiamo scoperto qualcos’altro. Ovvero che il materiale della Fallaci disponibile per la vendita non si esaurisce nell’archivio che abbiamo voluto comprare.
Merce pronta per l’acquisto
Sulla Rete potrebbero essere offerti anche oggetti e altre carte. Sicuramente, sarà disponibile un manoscritto di un certo valore appartenuto a Oriana.
Di che si tratta? Presto detto: un manoscritto italiano risalente al 1845 illustrato a mano, sul quale ci sarebbe un ex libris della Fallaci. Che la fiorentina avesse una passione per i volumi antichi lo dimostra il fatto che ne facesse dono agli amici.
Rovistando fra le carte dell’archivio di Giulio Andreotti, qualche mese fa, abbiamo trovato una copia di un testo di Cicerone che la scrittrice aveva donato al Divo Giulio.
Il manoscritto che si appresta ad essere venduto pare rechi la firma “Vincento Muccio” (forse Vincenzo?). Questo volume, intitolato Dei reali di Francia, sarebbe il racconto delle esperienze
di Muccio alla corte transalpina. Esperienze notevoli, visto che il librone avrebbe circa settecento pagine. Anche in questo caso, viene immediatamente da pensare al materiale di ricerca per Un cappello pieno di ciliege, nel quale si tratta abbondantemente dei francesi e della loro dominazione oppressiva sull’Italia. Oltre a questo tomo, però, potrebbero esserci anche altre sorprese.
Da dove provenga tutta questa merce resta un mistero. Interpellato da Libero, il nipote di Oriana ha escluso la possibilità che si tratti di merce sottratta dai fondi americani della scrittrice, che sono stati scrupolosamente controllati: da lì, ci ha confermato Perazzi, non manca nulla.
Escluso pure, sempre secondo il nipote, che si tratti di merce proveniente dalla casa newyorkese della giornalista, nella quale un paio di anni fa si trovavano operai al lavoro (e le agenzie, in questi giorni, hanno rilanciato la possibilità che fossimo di fronte a materiale da lì trafugato).
Il mistero della provenienza
Stando alle dichiarazioni del venditore, l’archivio è stato acquistato da un grossista del New Jersey, il quale batte tutta la East Coast americana in cerca di patrimoni di questo tipo. Questo rivenditore avrebbe a sua volta ottenuto tutto a un’asta in Maryland o Delaware.
Quanto al manoscritto datato 1845, non è detto che provenga dallo stesso stock, anzi, può darsi che sia stato recuperato da parte diversa assieme ad altro materiale. In attesa che la procedura di acquisizione dell’archivo giunga al termine, continueremo a indagare sulla provenienza delle carte, per scoprire chi le abbia messe in vendita e se arrivino dagli Stati Uniti oppure dall’Italia.