Frammenti, 31 agosto 2010
Tags : Danilo Coppola
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "COPPOLA
DANILO"
2010
E nella girandola delle sue [Zunino] operazioni, aveva fatto comunella con un altro astro nascente del firmamento immobiliare, Danilo Coppola. I due si scambiavano immobili e terreni che a ogni passaggio aumentavano di valore. Così era successo per le aree dismesse Porta Vittoria e Falk nel milanese, per l’area Fiat di Firenze-Novoli. A fine 2004, è a Coppola che Zunino gira l’Ipi acquistata un anno prima. […]
L’ANNO SEGUENTE i due finiscono, insieme, anche nei guai: la Procura di Milano, indagando sulla scalata Antonveneta, li incrimina per aggiotaggio. Al centro dell’inchiesta ci sono due immobili milanesi, in via Montenapoleone e via Manzoni , acquistati da Zunino con un finanziamento della Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani e rivenduti a Coppola in cambio di 3,9 milioni di azioni Antonveneta, che in quei giorni è oggetto della scalata occulta dei “furbetti”. Coppola finisce dietro le sbarre. Zunino invece non fa una piega.
Fonte: Gianni Barbacetto e Marco Maroni, il Fatto Quotidiano 20/8/2010
Lerner, su Vanity Fair, ha difeso in quanto ”lombrosianamente discriminato’’ Danilo Coppola, oggi accusato dai magistrati romani di rapporti con esponenti della Banda della Magliana).
Fonte: SCH. 153664 (GIANOLA Rinaldo)
2008
Riciclaggio e bancarotta i reati contestati a Coppola, che a Sky Tg 24 ha dichiarato di sentirsi vittima di una persecuzione.
Fonte: Italia Oggi 29 febbraio 2008, Claudia Morelli
La Ipi di Danilo Coppola (finito nelle maglie della legge per vari reati finanziari), aveva perso fino a fine novembre ben oltre il 50 per cento, ma nelle ultime settimane si è leggermente ripresa sull’onda di un interesse da parte di Sopaf all’acquisto della quota che fa capo alla Bim (29,055 per cento). Ma la situazione della Ipi (un altro 10,019 per cento è in mano a Intesa Sanpaolo) è chiaramente in movimento.
Fonte: Adriano Bonafede, Affari e finanza 14 gennaio 2008
2007
L’As Roma è un titolo sottile, con un flottante che, tolto il 67,1% dei Sensi, il 2,5 di Danilo Coppola e il 2,75% di Abn Amro che presto sarà ceduto, si riduce all’equivalente di 20-25 milioni di euro.
Fonte: Gianfrancesco Turano, CorrierEconomia 12/11/2007
Coppola, che per inciso con Ricucci non si può vedere,
Fonte: Francesco Manacorda, La Stampa 20/6/2007
Se nei giorni scorsi una nota della famiglia Coppola sottolineava che «i rapporti tra il Gruppo Coppola e Massimo Faenza non sono mai andati al di là di rapporti di lavoro», nel caso di D’Aguì non si può dire altrettanto considerato che secondo gli atti dell’indagine sarebbe stato testimone del battesimo della figlia di Coppola.
Fonte: Il Sole 24 Ore 04/05/2007, pag.43 Monica D’Ascenzo
Franca Segre. «Per me Danilo Coppola è come un figlio e, vi assicuro, non è bello aver un figlio in galera. uno scandalo che in Italia qualche assassino esca di dal carcere dopo quindici giorni mentre Coppola è ancora dentro dopo tre mesi».
Fonte: SCH. 135508 (SEGRE Franca)
Da principio a fargli da sponda c’era Danilo Coppola, che nel novembre del 2004 comprò l’Ipi, un’altra società immobiliare quotata in Borsa messa in vendita da Risanamento. Da lì prese il via una girandola frenetica di compravendite. Nel giro di pochi mesi i due partner d’affari si sono scambiati case e società per quasi un miliardo di euro. Poi la stella di Coppola ha cominciato a tramontare. Prima le difficoltà finanziarie. Poi addirittura l’arresto con accuse che vanno dalla bancarotta fraudolenta al riciclaggio. Zunino si era già sganciato. E con profitto. Nel 2005 gli affari conclusi con il partner romano hanno fruttato a Risanamento oltre 150 milioni di plusvalenze. Deriva da qui l’utile da record (quasi 120 milioni) del bilancio di quell’anno. Visti gli ottimi risultati, nel 2006 è andata in scena la replica. Coppola era indisponibile per cause di forza maggiore (fine dei soldi). […]» (Vittorio Malagutti, ”l’Espresso” 10/5/2007).
Fonte: SCH. 135487 (ZUNINO Luigi)
Il Grand Hotel autentico [di Rimini], più finto del gemello di celluloide, dopo il fallimento dell´ultimo proprietario, il furbetto Danilo Coppola, finirà nelle mani del miliardario russo, Velkenberg, uno Sceicco d´oggi.
Fonte: Curzio Maltese, la Repubblica 21/3/2007
Coppola A Roma è stato arrestato l’immobiliarista-finanziere Danilo Coppola, che aveva recitato una sua parte nelle vicende dei furbetti di due anni fa (Ricucci, Consorte, Fiorani, ecc.). I magistrati gli imputano fallimenti finti per 130 milioni di euro ed evasioni di Iva e tasse per 72 milioni. A Regina Coeli, il finanziere ha prima detto che avrebbe passato il resto della vita a smontare il castello dell’accusa, poi, al terzo giorno di detenzione, è scoppiato in lacrime e ha confessato, promettendo che avrebbe restituito fino all’ultimo euro. La moglie Silvia Necci, incinta, ha spiegato che soffre di claustrofobia. Gli agenti di custodia hanno raccontato che, per resistere, Coppola avvicina il capo alle bocche di lupo della cella e inghiotte sorsate d’aria. I giornalisti ironizzano volentieri sul personaggio, che non ha ancora quarant’anni, è figlio di un piccolo costruttore della Borgata Finocchio divenuto famoso perché ricopriva le sue case di intonaco rosa, ha comprato il Grand Hotel di Rimini (quello di Fellini), un pezzo di Mediobanca, un pezzo della Roma calcio e ai tempi belli si faceva fotografare nell’hangar di Ciampino davanti al suo Falcon 50 da 16 milioni di dollari. In queste foto, naturalmente, gli si vede la cosa per cui è più famoso: il carré francese, cioè l’acconciatura a caschetto creata dal barbiere Pino di via Militello (sempre a Borgata Finocchio). Coppola, temendo il peggio, se li era tagliati poco prima di Natale.
Fonte: Anno IV - Centocinquantottesima settimana Dal 26 febbraio al 5 marzo 2007
Mamma mi son fatto l’aereo: questo si chiama essere arrivati. Dicono che, in Italia, Danilo Coppola possiede uno dei jet privati più belli. Parcheggiato in un hangar dell’aeroporto di Roma Ciampino, perquisito nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza, è un Falcon 50 ultimo modello attrezzato a ufficio volante: pelle chiara, radica, tinte tra il crema e l’azzurrino. Mezzo di gran prestigio, anche se non più in produzione. Un 50Ex con tremila atterraggi e 4800 ore di volo sfiora i 16 milioni di dollari, si scopre consultando il sito internet del produttore, la francese Dassault. L’orgoglio di Coppola: l’uomo ama farsi ritrarre accanto ai simboli della sua ricchezza, e infatti ha rilasciato una galleria fotografica che lo mostra sprofondato nelle poltrone crema del suo aereo con il giornale in mano, in piedi accanto alla scaletta, o piantato a braccia conserte davanti al naso del Falcon.
Fonte: Marco Sodano, La Stampa 4/3/2007
2006
Da ultimo pure l’ immobiliarista Danilo Coppola s’ è comprato il giornale economico, Finanza e Mercati, non si sa mai.
Fonte: La Repubblica 22/11/2006, pag.52 Gad Lerner
Il mercato nazionale è oggi effervescente. E dopo i primi passi per l’acquisto del Grand Hotel di Rimini, da parte dell’immobiliarista Danilo Coppola, la tensione sale.
Fonte: Vincenzo Chierchia, Il Sole 24 Ore 09/11/2006, pag.18
2005
Danilo COPPOLA. Nato a Roma nel 1967. Il padre, arrivato nella capitale da Casablanca, si inventò costruttore: «quando si trattava di comprare aree in zone in via di sviluppo, non stava lì a tirare sul prezzo». Il figlio ha preso in mano la situazione nel ’95, e in breve s’è allargato alla finanza. [21] Forte dei milioni di plusvalenza dell’operazione Bnl, ha rafforzato la sua partecipazione in Mediobanca. Dice che vuole salire fino al 5% (sta già sopra il 4), viste «le potenzialità di crescita della società e delle partecipazioni detenute». La stessa cosa che diceva Ricucci quando iniziò a rastrellare Rcs... [22]
Fonte: [22] Federico De Rosa, ཿCorriere della Sera 10/8/2005
2004
Lo stesso vale per Danilo Coppola che ha messo i soldi in Banca nazionale del lavoro, dove alla fine dello scorso anno è entrato anche Ricucci. Immobiliarista di non eccelse fortune, indebitato, Coppola fa tutto attraverso due holding lussemburghesi. Una si chiama Keope ed è controllata dalla lussemburghese Sfinge (all’inizio si chiamava Finge, ma forse non era il caso) che è controllata da Lirepa (anche questa lussemburghese) che è controllata da non si sa chi. In questo caso il governatore Antonio Fazio potrebbe avere subodorato qualche stranezza. Ma sembra proprio di no, fino a prova contraria. Allora Giulio Tremonti tenta di farlo fuori attribuendogli il cadavere di Parmalat, anche se lì l’«organo apicale» (come Bankitalia chiama se stessa con caratteristica modestia) c’entra poco, anzi niente.
Fonte: Domenico Marcello diario, 22/01/2004