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 2010  agosto 29 Domenica calendario

I sindaci puntano sul superenalotto per tagliare le tasse - La tentazione è forte e contagia tut­ti i sindaci d’Italia

I sindaci puntano sul superenalotto per tagliare le tasse - La tentazione è forte e contagia tut­ti i sindaci d’Italia. Da Vercelli a Messi­na, tutti con un sogno in comune: vince­re al superenalotto. Per dare una svolta, per entrare nella storia, per sperare. Le casse dei comuni piangono, non ci so­no fondi, dicono gli amministratori, e poi, peggio di una sciagura si è abbattu­ta l’angoscia Tremonti che voleva ucci­dere le piccole province. In molti han­no tremato, si sono contati, chi non arri­vava a 200mila ha pensato: è la fine. Ad­dio auto blu, niente più consiglieri pro­vinciali. Poi,non se n’è fatto più nulla e i più piccoli hanno festeggiato. Lo spau­racchio era passato, Tremonti dilegua­to. Eppure come fare a stare tranquilli, si sono arrovellati i sindaci. Ad Antonio Amente, primo cittadino di Melito, nel napoletano, l’idea gli è venuta proprio al bar: investire i fondi pubblici per gio­care al Superenalotto e trasformare il comune in un paradiso dove i cittadini non pagano più le tasse. «Voglio trasfor­mare la mia città in una piccola Monte­carlo », ha detto sicuro Amente. Ogni settimana giocati 15 euro, 5 euro a pun­tata. Già, perché il sindaco - tenace - in­tende giocare sempre, senza lasciarsi sfuggire una sola estrazione. «In totale abbiamo calcolato spenderemo circa mille euro all’anno.Partiamo quest’an­no ma proseguiremo a tempo indeter­minato. La mia è un’amministrazione vincente e sono sicuro vinceremo an­che al Superenalotto», dice fiducioso Amente. E i residenti, a detta del primo cittadino, sembrano gradire l’iniziati­va: «So di essere il primo in Italia ad aver­ci pensato. Proprio perché è una cosa così originale, abbiamo fatto un sondag­gio fra i cittadini e l’idea piace a tutti». Ma Amente si sbaglia, perché il sinda­co che desidera vincere al Superenalot­to non è solo. La speranza accomuna tutti, da Vercelli a Messina. Tutti sogna­no, sperano, incrociano le dita, toccano ferro, fanno scongiuri, maneggiano cor­netti aspettando le estrazioni vincenti. La febbre è scoppiata dopo Bagnone. Il 6 storico, la vincita più alta mai realizza­ta in Europa ha fatto perdere la testa. Era il 22 agosto dell’anno scorso,la sche­dina vincente era da due euro. Ancora oggi nel paese di 200 abitanti si guarda­no uno con l’altro con sospetto. Il fortu­nato resta un’incognita. I più informati sussurrano che sì, potrebbe essere un meccanico che ha chiuso bottega ed è andato a vivere in America. È da allora g che la voglia di provare si è trasformata in contagio, tentazione irresistibile. Il jackpot è arrivato a 123,2 milioni di eu­ro. È il premio più alto del mondo. j p Gianluca Buonanno, sindaco di Varal­lo Sesia, in provincia di Vercelli, già da alcune settimane tenta la fortuna: «Se il comune vincesse vorrei abolire tutte le tasse ed estinguere tutti i mutui sulla pri­ma casa ». Le promesse sempre più cla­morose: «Se dovessimo vincere il jackpot i farò il giro del comune in mu­tande », azzarda Buonanno. Sono i sin­daci- fatine che ti dicono: i sogni sono desideri, basta tentare, azzardare, spe­rare. Lo sa bene il comune di Ficarra, in provincia di Messina. Prima del Supe­renalotto l’umore era a terra. Le casse vuote, i fondi Fas scomparsi prima di arrivare. Eppure grazie al sindaco, Basi­lio Ridolfo, hanno già iniziato a sentirsi più fortunati; girano contenti aspettan­do la buona notizia che prima o poi arri­verà. Il sindaco ne è convinto: a indovi­nare la sestina sarà lui, è per questo che non smette più di giocare. «Prelevo dal­le indennità degli assessori 115 euro. E i numeri li prendo dalle date della festa patronale della Madonna Dell’Assun­ta ».