Danilo Taino, Corriere della Sera 31/08/2010, 31 agosto 2010
L’ONU ACCUSA (E MANDA A CASA) GLI ALLARMISTI DELL’EFFETTO SERRA
Dura bacchettata sui «Nobel del clima», forse micidiale. Ieri, un comitato formato da accademici indipendenti (Iac), voluto dalle Nazioni Unite, ha criticato con decisione l’Ipcc, l’organismo dell’Onu che negli anni scorsi ha guidato la lotta contro l’effetto serra. Dice che ha fatto parecchi errori ed è andato al di là dei suoi compiti schierandosi politicamente. Si tratta della conclusione di una lunga polemica sulla credibilità dell’Ipcc, panel che nel 2007 aveva condiviso il Premio Nobel per la Pace con Al Gore grazie alla sua azione contro il surriscaldamento del pianeta. Il primo effetto delle conclusioni degli scienziati dell’Iac è che il presidente dell’Ipcc, l’indiano Rajendra Pachauri, ha detto che ora i governi internazionali dovranno decidere se potrà andare avanti nel suo ruolo o dimettersi.
L’Intergovernmental Panel On Climate Change era da tempo sotto accusa per avere esagerato gli effetti dei gas serra, soprattutto a causa di previsioni sconclusionate e allarmiste sullo scioglimento imminente dei ghiacciai dell’Himalaya. Era anche criticato per non essere indipendente e per svolgere un ruolo politico nel dibattito su come affrontare la lotta ai cambiamenti climatici. Gli scienziati dell’Iac hanno di fatto confermato queste critiche, senza però negare che la temperatura del pianeta cambia e che questo è con buona probabilità in parte effetto dell’attività umana. In più, chiedono che la presidenza dell’Ipcc sia dimezzata, da due mandati di sei anni a uno. Una critica netta a Pachauri e al panel che l’anno scorso era stato accusato di falsificare i dati scientifici a sostegno delle sue tesi dopo che erano venute alla luce una serie di email compromettenti dei suoi membri.
Ora, l’Ipcc andrà riformato, se tutto lo sforzo delle Nazioni Unite non vorrà essere ulteriormente screditato. Ed è bene che anche Pachauri se ne vada. L’effetto serra è un problema che abbiamo, che resterà con noi e che va affrontato con credibilità e realismo. Cioè senza imbrogli e forzature. La partigianeria di Pachauri e gli strilli di Al Gore finora hanno portato fallimenti. Forse andrà meglio senza di loro.
Danilo Taino