Varie, 31 agosto 2010
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Diaz Junot
• Santo Domingo (Repubblica Dominicana) 31 dicembre 1968. Scrittore. Premio Pulitzer per La breve favolosa vita di Oscar Wao • «[...] Era il 1996, infatti, quando [...] Junot Díaz (pronuncia Giùno Días) pubblicò alcuni memorabili racconti con il titolo Drown (Bompiani) e diventò la nuova grande speranza della letteratura americana. Salvo poi sparire dalla scena per undici anni. Fukù, avrebbero sentenziato i protagonisti di questo romanzo scritto nell’anglo spagnolo ribollente di vita dei ghetti ispanico-americani. Fukù: che per chi non lo sapesse, è il malocchio e la regina delle superstizioni del Nuovo Mondo [...] un padre operaio che li lascia quando Junot ha tredici anni e una madre che va a lavorare in fabbrica per tirare su cinque figli. Junot il ribelle passa il tempo con gli amici e a leggere. E ha un’intuizione che lo salva: scrivere un reportage quotidiano dei fatti del quartiere. “C’è quel momento in Blade runner quando il replicante dice ‘Ho visto cose che voi umani non potreste mai immaginarvi’. Io ho visto genitori infedeli, gente senza lavoro, bambini abbandonati, professori di quarant’anni andare a letto con allievi quattordicenni, poliziotti dormire in macchina mentre interi edifici andavano in fiamme a un isolato di distanza. Forse non è un mondo eccezionale, ma è qualcosa che in televisione non si vede, e che non trovavo neanche nei libri che leggevo. E mi uccideva il pensiero che se fossi morto, nessuno avrebbe saputo del mondo in cui io e i miei amici eravamo cresciuti”. Ecco da dove viene La breve favolosa vita di Oscar Wao, un romanzo che non assomiglia a nessun altro e che usa più voci narranti e una quantità di riferimenti ai generi più svariati — punk rock, realismo magico, melodramma, saga famigliare, ammiccamenti postmoderni — per catturare la follia dell’universo che descrive. [...]» (Livia Manera, “Corriere della Sera” 9/4/2008).