Gianfranco Pasquino, Corriere della Sera 29/08/2010, 29 agosto 2010
QUEL MODELLO (LONTANO) DEL REGNO UNITO
Nel Regno Unito (Gran Bretagna), gli elettori eleggono un parlamentare in ciascun collegio uninominale. Dopodiché, alla Camera dei Comuni si contano i seggi e il capo del partito che ha conquistato il maggior numero di seggi, normalmente la maggioranza assoluta, forma il governo. Non c’ è nessun bisogno di voto di fiducia. Quando quel capo di partito risulta, per varie ragioni, imbarazzante, i suoi parlamentari lo sostituiscono, proprio com’ è avvenuto con gli ultimi due potentissimi Primi Ministri, Margaret Thatcher (partito conservatore) nel 1990; Tony Blair (partito laburista) nel 2007. Lo scioglimento del Parlamento, non regolato da nessuna norma di una Costituzione scritta che non esiste, è possibile consuetudinariamente, già nel corso del quarto anno di vita del Parlamento. È la maggioranza che semplicemente lo dichiara per ragioni diverse: ha esaurito il programma che aveva sottoposto all’ elettorato; sono sorti problemi nuovi per affrontare i quali è indispensabile un nuovo mandato; i sondaggi dicono che il partito di governo vincerà le elezioni. Peraltro, i sondaggi possono anche dire che il partito di governo perderà le elezioni. Allora, il Primo ministro porta a totale compimento il mandato parlamentare di cinque anni: in tempi recenti, lo hanno fatto il conservatore John Major (1992-1997) e il laburista Gordon Brown (2005-2010). Davvero è azzardatissimo, probabilmente piuttosto sbagliato, come fanno Cicchitto e Calderisi sulla scia del cattivo maestro Augusto Barbera, trarre insegnamenti per l’ Italia da un caso tanto differente: legge elettorale maggioritaria in collegi uninominali, sistema bipartitico (che certo non impedisce un governo di coalizione una volta ogni ottanta anni circa), Parlamento bicamerale drasticamente differenziato, Costituzione non scritta, fatta di «precedenti» e di leggi del Parlamento stesso. Comunque, anche in Italia, una maggioranza parlamentare assoluta potrebbe chiedere e ottenere, dopo la verifica ad opera del Presidente della Repubblica, che un’ altra maggioranza assoluta e operativa non esiste, lo scioglimento anticipato del Parlamento.
Gianfranco Pasquino Professore di Scienza Politica, Università di Bologna