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 2010  agosto 31 Martedì calendario

TEXAS, GAS TOSSICI DALLA RAFFINERIA IL DISASTRO "SEGRETO" DELLA BP - NEW YORK

Mentre gli occhi di tutto il mondo erano puntati sulla macchia nera che si stava mangiando il Golfo - il più grande disastro ambientale nella storia d´America - la Bp ha cercato di tenere nascosta la più grande fuga di gas tossici del Texas. Per 959 ore di fila, 40 lunghissimi giorni, una nube di 250 tonnellate di sostanze chimiche ha continuato a fuoriuscire da una di quelle raffinerie che lavorano proprio il petrolio in arrivo dall´Oceano, lì a poche decine di chilometri di distanza. Polveri e gas: compreso il terribile e cancerogeno benzene.
Ma per tutto il tempo dell´incidente, quella stessa Bp che dal momento dell´esplosione assassina della Deepwater Horizon - 20 aprile, 11 morti - ha speso la bellezza di 1 milione al giorno per pubblicizzare in tv gli sforzi per contenere il petrolio, ha taciuto agli abitanti di Texas City che cosa stava avvenendo. Non solo: invece di fermare gli impianti e riparare la ciminiera difettosa, la compagnia inglese ha preferito andare avanti e cercare di "bruciare" i gas tossici che fuoriuscivano. Una tecnica che viene usata e tollerata per incidenti minori: ma in questo caso invece le emissioni erano, e di molto, superiori al consentito.
Per giorni e settimane la gente del piccolo porto americano, 40 mila anime, si è chiesta che cosa diavolo stesse succedendo in paese. Il mese critico è stato maggio: un malato in quasi ogni famiglia che si affaccia sulla First Avenue, la strada a un paio di chilometri dalla raffineria, i letti d´ospedali presi d´assalto soprattutto dai bambini. Soltanto il 4 giugno la compagnia ha ammesso l´incidente: quando il guasto era stato riparato. Quanto basta per fare insorgere un´intera popolazione, che ha presentato al colosso del petrolio una class action da 10 miliardi di dollari. Ma il silenzio degli inquinatori ha esasperato anche il procuratore generale dello Stato: «La nostra inchiesta dimostra che il guasto è stato causato dalla cattiva manutenzione degli impianti: la Bp avrebbe dunque potuto evitarlo». Altra multa, giusto 600mila dollari, ma è il giudizio quello che conta.
Tutta la storia - rivelata dal New York Times - prende un contorno ancora più inquietante quando si considera che cosa rappresenta Texas City. Questa è la raffineria dove nel 2005 un´esplosione causò la morte di 15 persone e il ferimento di più di 170. Questa è la raffineria che fu multata per 87 milioni di dollari e solo pochi giorni fa, dopo cinque anni, ha pattuito con il governo il pagamento di 50,6 milioni di dollari, comunque un record. Questa è la raffineria che nell´ultimo anno è stata denunciata per avere violato per 72 volte il livello di inquinamento consentito.
Non basta. Proprio l´incidente del 2005 provocò l´ascesa in Bp di un certo Tony Hayward - lo stesso manager riccioluto e gaffeur costretto poche settimane fa a mollare la poltrona per la disastrosa gestione del disastro del pozzo Macondo - che annunciò al mondo come obiettivo numero uno l´incremento della sicurezza negli impianti: a cominciare naturalmente, da quello di Texas City.