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 2010  agosto 19 Giovedì calendario

I CLASSICI DELL’ESTATE


Joan Crawford sulla cattiva strada -
È un classico da non perdere Viale Flamingo, smagliante perla del melodramma americano con la sua ape regina Joan Crawford (foto), ma anche film violentemente polemico contro la politica del malaffare, della corruzione e della donna come strumento di scambio. Attualissimo, quindi, anche se lo ha girato nel 1949 Michael Curtiz, il regista di Casablanca, per raccontarci come la ballerina Lara voglia rialzarsi dal fango e vivere oltre Flamingo Road, che separa i bassifondi dall’ upper class. E come in tutti i melò che si rispettano, il destino colpisce più volte, anche col suicidio: colpo di fulmine col vice sceriffo, ma il boss locale sudista e di bianco vestito monta, per motivi personali, una campagna contro la poveretta che ritenterà, sempre più lontana dal Paradiso, di accasarsi con un altro politico, fino al redde rationem con l’ odioso nababbo che regola i giochi sporchi. Ritratto d’ una donna oggetto di desiderio e mascolina nella volontà, che la Crawford, star della Warner, con una bocca cinemascopica in rossetto 3D rende al massimo splendore, il film è anche un’ accusa dichiarata contro ogni pratica anti democratica, contro l’ indifferenza, come il coevo Tutti gli uomini del re di Rossen. Ma tutto è stemperato in una doppia love story infelice oggi più di ieri meno di domani in cui la Crawford, ai giovani nota per Baby Jane, soffre quasi più che in Mildred (sempre dal fedele Curtiz) con uno straordinario Sydney Greenstreet, il viscido gaglioffo politico solo per interesse privato, nel clima corrotto di sudista decadenza. Storia infine senza eroi positivi, alla faccia del codice Hays: il Male vince. Ma anche una lezione morale sulla voglia di riscatto (vendetta finale in stola di visone da cui spunta una pistola), classica di eroine femminili, ex peccatrici destinate alla cattiva strada. Catalogato dai critici come un racconto gotico sudista che avrebbe spaventato perfino Faulkner, lo stile barocco del film è ricchissimo di invenzioni visive e dominato dalla 44enne Crawford che, al limite anagrafico del ruolo, fa perdere la testa prima a Zachary Scott poi a David Brian.