Maurizio Porro, Corriere della Sera 21/8/2010, 21 agosto 2010
I CLASSICI DELL’ESTATE
Un giusto omaggio a Nanni Loy -
Giuseppe Di Noi, geometra italiano emigrato in Svezia torna in Italia con la bella moglie e due bambini nordici (sembra l’ altro finale del Diavolo dove il turista Sordi andava a curiosare usi e costumi svedesi) ma al confine è arrestato. Sembra un equivoco, ma inizia per l’ uomo qualunque un iter infernale da un carcere all’ altro: assiste a una rivolta, si ferisce alla testa, viene preso per un duro ed è anche sottoposto all’ umiliante pena del carcere di massima insicurezza. La colpa è omicidio colposo per il crollo di una costruzione cui aveva lavorato prima di lasciare il Paese e finisce terrorizzato in un manicomio criminale. Quando, dopo che tutte le lentezze hanno avuto il loro burocratico corso legale, l’ uomo può tornare libero di fuggire veloce dal suo Paese in stato di allucinazione. È il soggetto di un bel film denuncia di Nanni Loy del 1971, Detenuto in attesa di giudizio, una di quelle commedie sociali aspre e veritiere in cui Sordi rendeva drammatica la sua maschera di cittadino e dava il meglio di sé, specie quando il tasso del racconto era più a sinistra del suo carattere (vedi Una vita difficile o Un borghese piccolo piccolo). Nel cast si riconoscono alcuni saranno famosi: Banfi direttore del carcere, Nino Formicola (Gaspare) e Tano Cimarosa. Oggi, a quasi 40 anni di distanza, il film è attualissimo perché poco o nulla è mutato: il processo è sempre lungo (ci vuole breve ma che incolpi gli accusati e non gli accusatori), le carceri son affollate, il vizio formale sempre in sella e il colpo alla Kafka sempre dietro l’ angolo. Nanni Loy, bravo regista, critico e osservatore, andrebbe ricordato più spesso e oggi lo permette Sky Cinema Italia che, oltre al bel film giudiziario, ha in cartellone anche la commedia puzzle Made in Italy 1965 (alle 13.30) film a molti episodi fra cui una Magnani sulle strisce pedonali e un Sordi adultero; alle 17.30 l’ ottimo Un giorno da leoni, ’ 61, inserito nel filone della Resistenza anni ’ 60 cui Loy diede contributo essenziale. Infine alle 19.30 parentesi comica con Villaggio: Sistemo l’ America e torno a dimostrare l’ ampio raggio della satira di Loy, padre di famiglia del nostro cinema che sapeva rendere, senza mai farlo notare, drammatica la commedia e viceversa.