Maurizio Porro, Corriere della Sera 28/8/2010, 28 agosto 2010
I CLASSICI DELL’ESTATE
Doppio thriller firmato Wenders -
M entre la Rai dà il suo massimo con Tuppe tuppe Marescià, chi vuol capire le ragioni del successo negli anni 80 di Wim Wenders riveda L’ amico americano, il suo film più struggente (insieme a Paris, Texas) che l’ ha rivelato nel ’ 77 al grande pubblico. Il film, fatto della pasta dei sogni cinematografici, sancì l’ incontro tra due culture, quella europea del regista tedesco di famiglia cattolica (la crisi spirituale è rimbalzata con ritardo) e quella americana pop (rock, jukebox, gangster movie, fumetti) che il suo cinema sposa appassionatamente nel primo tempo della sua carriera. Nasce così (dopo Nel corso del tempo, la riflessione sul cinema che passa e va) quest’ inquietante thriller (nel 2002 rifatto dalla Cavani), prodotto con budget medio alto dalla sua casa di produzione «Road movie production». Che, girando tra Europa e Stati Uniti, s’ ispira al poliziesco americano, inserendo nella trama registi di chiara fama cinefila (Nicolas Ray con la benda sull’ occhio e Samuel Fuller, oltre a talenti europei come Eustache e Lilienthal) nel ruolo di banditi perché, Wenders dixit, «i registi sono i soli che scherzano con la vita e la morte come i gangster». Al centro del commosso racconto Jonathan, restauratore di Amburgo gravemente malato, che accetta dall’ avventuroso intellettuale mercante d’ arte Tom Ripley (noto ai lettori di Patricia Highsmith) un doppio delitto, diventando sicario, come nel famoso Delitto per delitto di Hitchcock, non a caso sempre ispirato alla stessa scrittrice, edita da Bompiani. Tom, l’ amico americano, l’ aiuta nella missione di killer, poi a sfuggire la vendetta. È il primo vero spostamento di Wenders verso il mito del grande paese (l’ anno dopo va a girare in Usa Nick’ s movie e Lo stato delle cose): qui offre la sua emozione in divenire nell’ ereditare convenzioni rivissute con certo doloroso sorriso, dato che si parla dell’ accettazione della morte. Due attori campioni di malinconia: Bruno Ganz (nella foto), ascendenza classica tedesca, e Dennis Hopper, sceso da 7 anni dal sellino di Easy Rider ma sempre in grado di rappresentare l’ America on the road che viaggia diretta verso l’ Europa.