GLAUCO MAGGI, La Stampa 29/8/2010, pagina 23, 29 agosto 2010
Blockbuster sull’orlo del crac - Blockbuster pensa a una bancarotta concordata con creditori e partner, anzitutto le case di produzione di Hollywood che riforniscono di dvd la storica catena di distribuzione di film al pubblico minuto
Blockbuster sull’orlo del crac - Blockbuster pensa a una bancarotta concordata con creditori e partner, anzitutto le case di produzione di Hollywood che riforniscono di dvd la storica catena di distribuzione di film al pubblico minuto. La società ha perso 1,1 miliardi di dollari dal 2008, pur avendo già chiuso 1000 negozi in tutta America. Ora progetta di eliminarne tra i 500 e gli 800 dei 3245 rimasti, una emorragia che è destinata ad aggravarsi nella misura in cui aumenta la quota di consumatori che scaricano i film da Internet, dai canali televisivi on demand e dai telefoni cellulari. Blockbuster ha patito negli ultimi anni anche la concorrenza di Netflix e Redbox. Inoltre, mall, edicole e negozi sparsi offrono da anni i dvd, come Blockbuster e come ha fatto fino ad aprile, quando è uscita dal mercato, Hollywood Video, che era la seconda rete nazionale. La Borsa ha già decretato la fine di questo modello di business: acquistata nel 1994 da Viacom Inc. per 8,4 miliardi di dollari, Blockbuster ha visto la sua capitalizzazione crollare ai 24 milioni attuali: giovedì il titolo ha chiuso a 11 centesimi nel mercato non regolamentato, essendo stato cancellato dal circuito ufficiale l’anno scorso per il livello eccezionalmente basso del prezzo di negoziazione. Jim Keyes, il Ceo di Blockbuster, è volato da Dallas a Los Angeles per incontrare i manager degli Studios maggiori, tra cui 20th Century Fox, Paramount Pictures, Sony Pictures, Universal Pictures, Walt Disney Studios e Warner Bros, con un piano di ristrutturazione che punta alla sopravvivenza finanziaria e contemporaneamente avvia una trasformazione del business in linea con i tempi, entrando nella distribuzione «digitale». Sul piano dei conti, la bancarotta permetterebbe a Blockbuster di non pagare gli affitti dei negozi che vuole chiudere senza rispettare i contratti con i padroni degli immobili. Keyes spera di dilazionare il pagamento di 920 milioni di debiti che ha con gli studios, ma senza che venga meno la fornitura delle videocassette ai suoi negozi. Il canale di vendita su strada, pur strategicamente perdente, resta importante anche per le major: il fatturato dei film avviene principalmente ai botteghini, ma gli incassi aggiuntivi attraverso l’affitto o la vendita dei dvd fisici sono ancora rilevanti. Il passaggio al «digitale» ha il futuro dalla sua, e Blockbuster è in corsa contro il tempo per adattarsi. La tv on demand Si sceglie il programma e l’orario, creando il proprio palinsesto. Negli Usa l’offerta abbonda: da Fox a Cbs, da Abc a Comedy Central (quelli di «South park»),molti sono su www.hulu.com. Da noi la tv on demand arriva soprattutto tramite provider internet, come Telecom e Fastweb. Download da internet L’alternativa a costo zero (ma illegale): i film si scaricano sul pc con Emule o altri software peer to peer. I fan di serial come «Lost» e «Desperate Housewives» sono tra gli utenti più affezionati: non perdono una puntata e non devono aspettare. Netflix Inizialmente era un negozio dove noleggiare dvd che arrivavano per posta, ora è anche un’applicazione per iPhone. Permette di vedere film e programmi tv sul telefonino Apple (ma anche su iPad, tv e altri apparecchi) in cambio di un modesto abbonamento mensile. Solo negli Usa.