ILARIA MARIA SALA, La Stampa 29/8/2010, pagina 17, 29 agosto 2010
La Cina contro le cattive ragazze - Una sorpresa attende le studentesse della Normale di Chongqing e della Normale del Sud-Ovest, anch’essa a Chongqing: il regolamento che entrerà in vigore con l’inizio dell’anno scolastico prevede infatti l’espulsione, d’ora in avanti, di tutte quelle ragazze che conducono una vita sessuale considerata «immorale»
La Cina contro le cattive ragazze - Una sorpresa attende le studentesse della Normale di Chongqing e della Normale del Sud-Ovest, anch’essa a Chongqing: il regolamento che entrerà in vigore con l’inizio dell’anno scolastico prevede infatti l’espulsione, d’ora in avanti, di tutte quelle ragazze che conducono una vita sessuale considerata «immorale». I due atenei, infatti, hanno aggiunto al Manuale di comportamento degli allievi alcune clausole molto controverse, che hanno suscitato un acceso dibattito nel Paese. Le studentesse delle due Università potranno infatti essere espulse nel caso in cui abbiano «avventure sessuali di una notte», se verranno scoperte a fare le escort, o se si lasceranno mantenere da uomini sposati, diventando le loro concubine (note in cinese come ernai, una pratica che è andata diffondendosi in modo esponenziale dall’istituzione delle riforme economiche ad oggi). La Normale del Sud-Ovest rincara la dose, aggiungendo anche fra i comportamenti punibili con l’espulsione l’avere relazioni con più membri dell’altro sesso, o «distruggere famiglie» avendo relazioni sessuali con uomini sposati. Stando ad alcuni rappresentanti delle università in questione, le nuove regole sarebbero state introdotte per seguire una recente direttiva cittadina volta a bloccare i comportamenti che «mettono in pericolo la moralità sociale», a cui l’università ha voluto attenersi. L’annuncio stupisce in gran parte perché i tempi in cui le università decidevano dei comportamenti sessuali degli studenti sembravano essere passati da un pezzo: fino a una ventina d’anni fa, infatti, agli studenti era proibito sposarsi e, in teoria almeno, anche avere rapporti sessuali pre-matrimoniali, cercando dunque di creare (senza troppo successo) campus universitari misti ma casti. Un’idea poco realista, che non ha retto a lungo, ma che è costata comunque l’espulsione e la condanna morale delle studentesse che restavano incinte prima della laurea, ma che si è particolarmente sbriciolata negli ultimi tempi, segnati da una rivoluzione sessuale in Cina di ampia portata. Nessuno si scandalizza più davanti alle coabitazioni, pertanto tuttora non apertamente consentite dalla legge, le riviste, e i giornali femminili parlano senza eccessivi pudori di sesso e sessualità, e fenomeni che erano scomparsi, o erano vissuti in modo clandestino, come la prostituzione o il concubinaggio, sono oggi visibili in qualunque città cinese, nell’indifferenza generale. Per la nota sessuologa Li Yinhe, la prima donna cinese ad esercitare questa professione, l’annuncio dato dai due atenei meridionali è una grave interferenza istituzionale in quelli che sono affari strettamente privati: «che una studentessa universitaria diventi l’amante di un uomo sposato è sicuramente sbagliato a livello morale», scrive Li sul suo seguitissimo blog, «ma non si tratta certo di un problema rispetto a cui un’Università deve prendere misure disciplinari», dal momento che questo «imporrebbe inaccettabili controlli sulla vita privata dei cittadini». Secondo la professoressa Li, per limitare questo tipo di comportamenti «moralmente sbagliati» bisognerebbe limitarsi dunque ad una condanna morale, che «metta in imbarazzo chi segue certe pratiche». Li, che si batte da anni per la rottura di molti tabù sessuali nazionali, difendendo sia l’omosessualità che il diritto di ciascuno di gestire come meglio crede la propria sessualità (quando questa non danneggia altri), sottolinea che la cultura cinese è una «cultura della vergogna», contrapposta alla «cultura della colpa» di matrice giudeo-cristiana, e che la condanna sociale è dunque uno degli strumenti più efficaci per regolare comportamenti antisociali. QQ, uno dei più popolari portali web cinesi, ha determinato con un sondaggio on line come le misure adottate dagli atenei non riscuotano quasi nessun favore con il pubblico, che appare unanime nel considerare che, nella Cina di oggi, quello che fanno a letto le studentesse, morale o meno che sia, non riguarda altri che loro stesse, e non certo i burocrati nazionali.