Massimo Gramellini e Carlo Fruttero, La Stampa 30/8/2010, pagina 80, 30 agosto 2010
STORIA D’ITALIA IN 150 DATE
26 novembre 1955
Controfagotto
Chissà se a Mike Bongiorno piacerebbe essere visto come un grande rivoluzionario, sia pure a suo modo. Direbbe di sì, poi di no, sorridente e intangibile nella sua modestia autentica. Certo, non ha la parrucca di Robespierre, né il berretto di Lenin, né la camicia nera del Duce. I suoi gesti sono misurati, la voce incoraggiante, affabile. Il successo non gli ha dato minimamente alla testa, eppure dopo di lui non tanto la tv, quanto il nostro Paese, non era più, non poteva più essere lo stesso. Viene in mente Gutenberg che inventa la stampa o Marconi la radio, che tuttavia prevedono le conseguenze della loro scoperta. Mike invece non le prevede, va per la sua strada senza badare a sociologi, filosofi, intellettuali di varia importanza. Che cosa ha inventato quest’uomo in cravatta e giacca a tre bottoni? Da un programma radiofonico negli Usa, dove abita, si fa venire l’idea di quello che oggi chiameremmo un «format» e lo propone alla tv italiana. Questa è appena nata (1954), ha un solo canale in bianco e nero e accetta il rischio. Così quel sabato sera di novembre parte «Lascia o raddoppia». I concorrenti devono superare diversi gruppi di domande, via via più difficili, e dopo ogni «La risposta è esatta!» si sentono chiedere dal presentatore: «Lei lascia o raddoppia?» Chi si ritira avrà un premio di consolazione e chi resta si giocherà il gruzzoletto il sabato successivo. L’Italia impazzisce. Il sabato i ristoranti sono deserti perché la clientela è rimasta a casa a guardare il quiz, che anche molti cinema trasmettono nelle loro sale. È una spinta strepitosa ad acquistare il televisore e la Rai può andare fiera di quel passatempo che pur sempre un po’ di istruzione alle masse la distribuisce. Ogni «esperto» si presenta infatti su un tema tutt’altro che frivolo: storia d’Italia, teatro di prosa, scienze fisiche, economia. Si tocca il massimo con la musica e con un professore di Carpi, Lando Degoli, che concorre come esperto di lirica. Alla terza seduta Mike gli chiede: «In quale opera Verdi ha usato il controfagotto?» «Nel Falstaff» risponde Degoli. «No, la risposta esatta è Don Carlos». Ma anche questa risposta è sbagliata: i musicologi scoprono che il controfagotto è stato usato da Verdi per la prima volta nel Macbeth. Degoli fa ricorso e viene riammesso, entusiasticamente supportato dall’intera nazione. Non raddoppierà e se ne tornerà a Carpi sulla sua 600 nuova di zecca, omaggio della ditta. Dopo un paio d’anni e molti personaggi più o meno curiosi, «Lascia o raddoppia» finisce. Ma ormai gli italiani al seguito di Mike, ex allievo dei rosminiani di Torino, ex inviato negli Usa, hanno trovato un modo apparentemente innocuo di entrare nella modernità. Allegria!