lettera al Corriere della Sera 30/8/2010, 30 agosto 2010
LETTERE
Forse è difficile a credersi, ma io, libero professionista, ho sempre regolarmente fatturato. Nelle mie parcelle, ovviamente, ci deve pur essere una parte per me; tuttavia su 1.000 euro, 175 sono di Iva, 340 di Irpef, 11 di addizionali, 40 di Irap, 140 di contributi previdenziali: ossia più del 70% va allo Stato (e ci sono anche le spese dello studio). Altro che 43% di pressione fiscale: per portare a casa 100 euro devo chiederne 350-400. Fatico ormai a tirare avanti: per restare onesto sono costretto a essere «carissimo» non per arricchirmi, ma per soddisfare le pretese dello Stato!
Giulio Massi, Roma