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 2010  agosto 30 Lunedì calendario

A SCUOLA DI NEO-LINGUA DAL PROFESSOR PUTIN

Da «cacciato» a «fuoriuscito», da «dissenso» a «controcanto quotidiano»
Le lezioni di liberalismo del professor Putin stanno producendo i loro primi, visibili effetti. Un’improvvisa metamorfosi linguistica ha travolto i liberali del Pdl impegnati nella campagna di demolizione (per i più raffinati: «character assassination») del «rinnegato Fini». Un’impressionante sequenza di slittamenti semantici. Con il risultato finale di una poderosa «neo-lingua» che ha soppiantato il lessico della vecchia «rivoluzione liberale», scomparsa con illacrimata sepoltura.
Il dissenso, bollato come sabotaggio e slealtà anti-partito, diventa così, per miracolo lessicale, «controcanto quotidiano». Chi viene cacciato un «fuoruscito», anziché, come vorrebbero la logica e il buon senso, un «fuorimandato»: un espulso, insomma. Chi è a capo dei dissidenti, stando alle dichiarazioni del cattolico-liberale Maurizio Lupi, si trasforma nel «capo di una fazione». Deve esserci stato però un increscioso errore di traduzione: il professor Putin, memore del suo passato, avrà certamente detto «frazione». Se vi capita di sentire che i dissidenti «ostacolano» la marcia del governo, significa che i reprobi vorrebbero, più semplicemente e prima che quest’attività venisse equiparata a un complotto, «discutere». Le incursioni dei giornali ostili nella vita privata denunciate un anno fa diventano «sacrosanto dovere d’informazione» se l’identico, rude e poco garantista trattamento viene riservato a chi sta ancora nella maggioranza di governo, ma in minoranza nel Partito plasmato a immagine e somiglianza del Capo. Il «gossip» propalato dal nemico si trasforma come per magia in intoccabile «diritto di cronaca» quando ad essere presa di mira è, come ha scritto Flavia Perina, la «donna del nemico». L’ex fidanzato di Noemi era un provocatore, il figlio di Gaucci, cioè dell’ex fidanzato dell’attuale fidanzata del «rinnegato anti-partito», una affidabile miniera di notizie utili per la lotta politica.
La quale lotta politica subisce un rapido effetto di psichiatrizzazione (do you remember?). Gli umori sostituiscono i contenuti e gli argomenti del «rinnegato» diventano disturbi caratteriali, deplorevoli «ambizioni personali». Censurabili in un partito i cui dirigenti, come è universalmente noto, sono tutt’altro che tentati dall’ambizione e dall’autoaffermazione personale, è tempo che quelle smodate manifestazioni di egoismo carrieristico siano liquidate come «soggettivismo piccolo borghese»: il professor Putin saprà spiegare esaurientemente il significato storico-politico di questa leggiadra locuzione in auge prima dell’89.
Chi parla, «sparla». Chi non è d’accordo, «fa ostruzionismo». Il «moralismo» era un brutta parola, ma si chiedono le dimissioni del presidente della Camera come «obbligo morale». Chi butta fuori i dissidenti è «liberale», chi è buttato fuori è «illiberale». Obiezioni? Deferito ai probiviri.
Pierluigi Battista