Gino Pagliuca, Corriere della Sera 30/08/2010, 30 agosto 2010
MUTUI, UN FONDO CONTRO LA CRISI. VENTI MILIONI PER 5.000 FAMIGLIE —
Fino a 18 mesi senza pagare le rate e senza nessun successivo aggravio: una boccata di ossigeno per le famiglie in difficoltà nel rimborso dei mutui, di cui però usufruiranno solamente 5.000 nuclei familiari, dato che a disposizione ci sono 20 milioni di euro. Dal 2 settembre diventa operativo il fondo di solidarietà per i mutui prima casa previsto dalla finanziaria 2008. Sono serviti 32 mesi per redigere il regolamento di attuazione, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 18 agosto scorso e che pur lasciando aperti molti dubbi interpretativi sui quali il ministero del Tesoro darà risposta successivamente, identifica chi ha diritto all’agevolazione e le modalità di intervento del fondo.
Chi ne ha diritto
Può fare domanda di sospensione chi abbia in corso un mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale (in sostanza, quella in cui si fissa la residenza), per un massimo di 250 mila euro, stipulato da oltre un anno e con un Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) non superiore a 30 mila euro.
Hanno diritto i debitori a) che abbiano perso il posto di lavoro e siano rimasti disoccupati per almeno tre mesi (sono quindi esclusi i cassintegrati); b) che abbiano subito in famiglia il decesso o l’invalidità permanente di uno dei componenti, purché questi apportasse almeno il 30% delle entrate familiari; c) che possono documentare spese di ristrutturazione dell’immobile o di assistenza medica o infermieristica per almeno 5.000 euro all’anno; inoltre, ma l’ipotesi appare teorica, possono chiedere la moratoria i debitori a tasso variabile che hanno registrato nel tempo un aumento del 20% della rata mensile rispetto a quella precedente; la quota sale al 25% se riferita alle rate semestrali.
Su internet
La documentazione necessaria per presentare la domanda sarà pubblicata su http://www.dt.tesoro.it/it/doc_hp/fondomutuipc.html. Fino a ieri per la verità sul sito c’era solo il link al regolamento.
La graduatoria
Il consiglio che si può dare a chi è interessato a sospendere la rata del mutuo è quello di monitorare costantemente il sito del ministero e presentare la domanda il prima possibile, perché i soldi stanziati andranno esauriti in breve e la graduatoria seguirà l’ordine di presentazione delle domande. La stima di 5.000 mutui pecca forse di ottimismo ed è fatta considerando mutui con debito residuo da 100 mila euro per metà fissi e per metà variabili: in media l’esborso del ministero del Tesoro per ogni mutuo sarà di circa
4.000 euro, di qui la stima.
L’intervento del Fondo
In che cosa consiste l’intervento del Fondo? Il Fondo rimborserà alle banche per 18 mesi un tasso di interesse pari non a quello del mutuo ma a quello del solo parametro di riferimento: se un prestito variabile è ad esempio indicizzato all’euribor 1 mese più una maggiorazione (tecnicamente si chiama spread) dell’1,3%, il Tesoro pagherà l’equivalente dell’Euribor, ma non lo spread. È da vedere se le banche rinunceranno pacificamente al margine di guadagno.
Slitta la scadenza
Infine, va chiarito un concetto per non creare equivoci: le rate vengono sospese, non cancellate. Sospendere per 18 mesi significa che la scadenza del mutuo slitta di 18 mesi.
Moratoria Abi
Il fondo di solidarietà non è l’unica strada per sospendere il mutuo: quasi tutte le banche italiane hanno infatti aderito alla moratoria Abi, un’opportunità di cui a fine giugno avevano già usufruito 24 mila famiglie. A differenza della moratoria pubblica in questo caso in presenza dei requisiti si ha automaticamente diritto all’agevolazione; la platea dei potenziali utilizzatori è più ampia, il beneficio però è minore: infatti il debitore può optare per sospendere solo il rimborso di capitale e deve comunque pagare la quota interessi, oppure può differire il pagamento dell’intera rata, ma nel periodo di sospensione maturano ulteriori interessi.
C’è tempo fino al 31 gennaio prossimo: oltre che sul sito dell’Abi (www.abi.it) qualsiasi filiale di banca dovrebbe essere in grado di dare delucidazioni sulle modalità di applicazione, che variano da istituto a istituto.
La rinegoziazione del mutuo
C’è una terza strada per chi si trova in difficoltà finanziarie ma non talmente gravi da impedire il pagamento almeno di una rata ridotta: rinegoziare il contratto con la propria banca, allungando la durata residua o passando dal tasso fisso al variabile, oggi sensibilmente più economico. È una strada da percorrere anche se le banche non sono obbligate ad accettare.
Gino Pagliuca