Micaela Cappellini, Il Sole 24 Ore 30/8/2010, 30 agosto 2010
RINASCE LA CLASSE MEDIA RUSSA
Non è all’altezza del miracolo cinese, si è detto. Per qualcuno andrebbe anche tolta dal quadrilatero dei Bric. Per la Russia è giunta l’ora della rivincita: la sua classe media è più folta di quanto non si pensasse. E soprattutto, ha ripreso a spendere.
Nel suo piccolo, della rincorsa dei consumi russi si è accorta anche la Cantina Tollo, una delle più grandi realtà abruzzesi del settore: 50 milioni di litri di vino prodotti all’anno, quasi 13 milioni quello imbottigliato, tra montepulciano e cerasuolo, il 40% della produzione che se ne va verso i mercati esteri. «In Russia da tempo vendiamo sia i nostri prodotti di fascia bassa che quelli di fascia altissima – racconta Ivano D’Alicandro, che segue la partita estera della cantina – ma stiamo assistendo a un vero e proprio boom di richieste di vino sfuso, che poi viene imbottigliato in Russia e venduto attraverso i supermercati. A tratti, con la nostra produzione, neppure riusciamo a star dietro agli ordini».
A certificare sui grandi numeri il rinnovato guizzo russo sono gli esperti di Hsbc Global Asset Manager, il gestore di patrimoni dell’omonimo colosso bancario londinese. La Russia è particolarmente competitiva quanto a consumi interni, i suoi salari medi sono cresciuti di sette volte negli ultimi dieci anni e anche sotto la crisi la propensione alla spesa dei suoi consumatori ha mostrato una resistenza maggiore rispetto a quella della altre economie. Una buona notizia, per le nostre imprese che esportano. Mosca e dintorni sono realtà vicine, e ancora di più lo sono per chi produce direttamente nell’Europa dell’Est. Per McKinsey, invece, il buon andamento dei consumi russi non è che la conferma di un dato esistente da tempo, semmai sottovalutato quando sui parla di potenzialità dei consumatori emergenti: la Russia ha già la classe media più vasta di tutti i Bric, «sia in termini assoluti che in termini percentuali rispetto al totale della popolazione », sostiene Irene Shvakman, direttrice dell’ufficio di Mosca di McKinsey. E aggiunge dati a suffragio della ripresa: «Tra gennaio e giugno di quest’anno la spesa retail è aumentata del 4% e i salari reali del 4,9%. Nel 2010 ci attendiamo una crescita dei consumi del 18,9% rispetto all’anno precedente. Ormai, fa parte della classe media un russo su tre».
Quella di "classe media" è una convenzione statistica che varia da stato a stato. Per le realtà emergenti, ricomprende le famiglie con un reddito medio annuo compreso fra i 5mila e i 10mila dollari. Cifre da povertà, in paesi come l’Italia, ma abbastanza per un buon potere d’acquisto in luoghi come l’Asia o il Sudamerica. Ad oggi, secondo Euromonitor, il mondo emergente può contare su una classe media composta da 269 milioni di famiglie, che diventeranno 571 milioni, praticamente il doppio, nel giro di dieci anni.
Dove si trovano questi consumatori, che già oggi potrebbero permettersi diversi prodotti made in Italy? La Cina, il più grande e il più veloce fra i Bric, in fatto di classe media conferma le previsioni della prima ora. «In certe aree del paese, soprattutto al Nord, attorno a Pechino, i consumatori si sono comportati come nulla fosse anche durante la crisi – dice dalla capitale cinese Max Magni, partner McKinsey e capo della divisione Consumer practice Greater China – i nostri clienti internazionali stanno già rivendendo al rialzo le previsioni per le vendite». Non solo spende, dunque, la classe media cinese, ma si sta anche evolvendo nei gusti: «Ora cercano prodotti di maggiore qualità», sintetizza Magni. Per intenderci: non aumenta il numero di chi compra una crema per il viso, ma per quello stesso prodotto ora si è disposti a spendere 20 dollari anziché dieci.
Più qualità significa anche più spazio per i prodotti italiani. Ritorniamo alla Cantina Tollo:«In Cina – ricorda D’Alicandro – tentammo la sorte già nel 2002, ma senza successo. Ora sono un paio d’anni che esportiamo le nostre bottiglie di fascia media, quelle che in Italia si vendono intorno ai 6 euro, nei ristoranti e nelle enoteche cinesi. Siamo a quota 120mila bottiglie all’anno, ma puntiamo a crescere».
Non delude le aspettative il Brasile mentre L’India, tra i Bric, sembra un mercato ancora più potenziale che reale. I dati Euromonitor parlano chiaro: la classe media oggi è solo il 14,6% della popolazione, contro il 31% di quella cinese. Venire qui, però, è una scommessa sul futuro: «L’India – dice Magni – sarà fra 15 anni quello che la Cina è oggi. Per questo è importante esserci, per godere cioè un domani dei vantaggi del primo arrivato».
Concentrarsi solo sui quattro Bric e sul futuro però sarebbe un errore. Sparse per il mondo, ci sono già insospettabili classi medie emergenti di tutto rispetto. In Turchia, per esempio, dove il Pil ha appena fatto registrare un balzo del 9% riferito al secondo trimestre dell’anno: qui, sostiene Euromonitor, le famiglie con un potere d’acquisto tra i 25mila e i 30mila dollari l’anno sono già un quinto del totale.Anche l’Indonesia è un mercato interessante, con il 35% dei suoi nuclei familiari che oggi sono già classe media, e che sembrano destinati a diventare il 58% del totale nel giro di dieci anni. Ci sono l’Egitto e il Vietnam, con il loro aumento record della spesa pro capite per i consumi. E c’è il Kazakhstan: solo 15 milioni di abitanti, ma più del 65% con un discreto potere d’acquisto.