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 2010  agosto 29 Domenica calendario

«SONO PRONTO A CRITICARE IL CAV. PIÙ SCOMODO IO DI MENTANA»

[Intervista ad Augusto Minzolini]
«Che dice Mentana»? Che voi del Tg1 siete faziosi, che non siete pluralisti... «Mah, io certe volte Enrico non lo capisco proprio. Che significa far un telegiornale fazioso? Io cerco di fare un tg equilibrato, che da spazio a tutti. I numeri sono abbastanza chiari». Augusto Minzolini, direttore del Tg1, ha meditato a lungo se replicare o meno all’affondo dell’ex timoniere del Tg5, che da domani sera torna a condurre un telegiornale, quello de La7. Ma quando il telefono squilla, la lunga meditazione si trasformazione in partecipata reazione. Direttore, i numeri sono chiari, in che senso? «I dati di agosto, anche se il mese non è ancora finito, dicono che il Tg1 ha guadagnato 460mila spettatori in più, mentre il Tg de La7 260 mila. Eppure io non mi metto a fare la grancassa, come invece fa lui, godendo di una grande risonanza mediatica. Se per Mentana essere pluralisti significa essere politicamente corretti per un certo determinato mondo editoriale, io non la penso in questo modo». E come la pensa Minzolini? «Prima di tutto credo di aver dato un’anima al Tg1, e poi credo di non essere affatto fazioso, ma pluralista, avendo come interlocutore il Paese. Non solo. In questi mesi abbiamo dimostrato di saper andare anche controcorrente prendendo posizioni scomode. Voglio vedere se Mentana farà altrettanto».
Ma il Tg1 dà davvero voce a tutti? «Negli ultimi tre giorni abbiamo intervistato il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, al suo rientro dalle vacanze, e abbiamo sentito il leader della Cgil, Gugliemo Epifani, che ha risposto al numero uno della Fiat Sergio Marchionne. Solo Mentana può dire che non siamo pluralisti...». A proposito di Marchionne. Il direttore del Tg de La7 sostiene che aprire il giornale con l’intervento dell’amministratore delegato della Fiat al Meeting di Cl serve solo a soddisfare i politici e non interessa al Paese, mentre se l’azienda di Torino apre un
nuovo stabilimento, allora sì, quella è un’apertura. Ragionamento condivisibile? «No, assolutamente no. Le parole di Marchionne sono un fatto importante. Sta cambiando la cultura imprenditoriale, cercando un confronto con un Paese malato di sindacalismo. Solo con questa modifica si possono aprire nuovi stabilimenti. E ditemi se questo non è un fatto importante: far capire al Paese l’atteggiamento di questi imprenditori è fondamentale». Tg1 pluralista e controcorrente, dunque. Ma se un giorno lei dovesse essere in disaccordo con Berlusconi, lo dirà?
«Io non ho mai lavorato per Berlusconi, come hanno fatto altri (Mentana e Santoro ndr), questo non significa che a Mediaset si lavori male, Anzi. Detto
ciò nelle cose che dico ci credo e quando non sarò d’accordo con il premier lo dirò apertamente. Non vedo perché non dovrei». Una delle maggiori critiche rivolte al Tg1 riguarda la seconda parte del giornale, considerata troppo leggera.
«Mi sembra una scemenza. Buona parte dei servizi che noi facciamo vengono ripresi dai giornali o viceversa. Diamo degli input e li riceviamo. La ricerca di un equilibrio fra politica e cronaca, anche leggera, mi sembra una cosa normale. Altrimenti faremmo un tg di nicchia, e il Tg1 può essere tutto fuorché quello. Semmai lo è il Tg de La7».
E da domani sera Mentana torna in video. «Bene! Il suo ritorno in televisione è un’opportunità, visto che
sono aumentati i telespettatori e il Tg1 ha incrementato il vantaggio sul Tg5. Magari ce ne fossero due di Mentana...».
Ma cambierà qualcosa al Tg1?
«No, e perché? Semmai voglio vedere cosa farà Mentana quando ci sarà da parlare del processo breve. Spiegherà che la riforma riguarda tutti gli italiani, oppure si limiterà a dire che coinvolge solo il premier, dimostrando di avere un complesso d’inferiorità nei confronti di una cultura prevalente, orientata a sinistra, del mondo editoriale?».
Mentana sostiene che i palinsesti della Rai assomigliano ad una scuola elementare? «Si fa presto a parlare. Noi abbiamo raccontato ciò che dovevamo raccontare, tenendo aperti gli speciali. Non siamo andati in vacanza, non abbiamo chiuso le scuole». Soddisfatto della redazione oppure ci sono ancora fibrillazioni?
«Ho trovato una squadra capace e dotata di grandi professionalità. L’altro giorno, per esempio, Attilio Romita ha avuto un problema ed è stato sostituito, nella conduzione delle 20, all’ultimo minuto da Maria Silvia Santilli, redattrice assunta sei mesi fa. Solo se si ha il coraggio di sperimentare si ottengono questi risultati».