Varie, 30 agosto 2010
Tags : Irene Nemirovsky
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "NEMIROVSKY, IRENE"
- Marcel Proust e Woody Allen potrebbero incontrarsi lì vicino, chez Goldenberg. Non fosse che ha chiuso. Peccato. Irène Némirovsky lo elogiava: «C’è un ristorantino ebreo, l’unico a Parigi dove sappiano fare il luccio farcito come si deve» (Bruno Quaranta, La Stampa 20/8/2010)
- E, unico sulla Riva sinistra, il mitico Lutétia, prima sede dell’Abwehr, lo spionaggio del Führer, poi triste luogo di smistamento dei deportati sopravvissuti ai campi: anche le figlie della scrittrice ebrea Irène Némirovsky, nel 1945, vi attesero a lungo, e invano, il ritorno della madre (Cecilia Zecchinelli, Corriere della Sera 05/08/2009)
- La protagonista di Jezabel, crudo romanzo di Irène Némirovsky, arrivava ad uccidere pur di non far scoprire la propria data di nascita che, grazie ad un incarnato lunare, riusciva a mascherare (Irene Maria Scalise, la Repubblica, 17/2/2009)
- Tra le ipotesi avanzate, l’impossibilità del cumulo dei premi, il rinnovo regolare dei membri delle giurie, la partecipazione di personalità esterne al mondo letterario, la necessità di rendere pubbliche le discussioni e le votazioni o ancora il divieto di premiare libri degli anni precedenti o di autori scomparsi, come avvenne nel 2004, quando Suite francese, il romanzo postumo d’Irène Némirovsky, ottenne il Prix Renaudot (Fabio Gambaro, Il Sole-24 Ore 12/11/2006, pagina 28)