Marco Magrini, Il Sole 24 Ore 27/8/2010, 27 agosto 2010
LA NASA SCOPRE IL PRIMO SISTEMA MULTIPLANETARIO - È
ancora presto, per dire che non siamo soli nella Via Lattea. Ma, giorno dopo giorno, aumentano le prove che la nostra galassia è piena di sistemi solari simili al nostro. Ieri William Borucki della Nasa, responsabile scientifico della missione Keplero – il satellite inviato l’anno scorso nello spazio proprio col compito di trovare altre Terre – ha annunciato la scoperta «dei primi pianeti multipli che orbitano intorno alla stessa stella».
I due pianeti, battezzati Kepler 9B e Kepler 9C, «hanno chiaramente un’interazione gravitazionale fra di loro». In altre parole, mentre girano intorno alla loro stella, hanno una velocità variabile perché si influenzano l’uno con l’altro: quando uno accelera,l’altro rallenta. Sono solo un po’ più piccoli di Saturno: sono grandi, rispettivamente, come 80 e 54 Terre. E quindi inabitabili, almeno per la vita così come la conosciamo: con quella massa, la forza di gravità è troppo forte.
In compenso, in questo sistema solare che la Nasa definisce «intrigante e bizzarro», ci potrebbe essere anche un pianeta grande una volta e mezza la Terra. La Nasa dice di averlo individuato, ma di non poter ancora confermare la sua esistenza con certezza. In ogni caso, non sarebbe comunque un candidato per le esplorazioni spaziali di un futuro remoto. Un po’ perché è davvero troppo lontano: è nella costellazione della Lira, a 2.300 anni luce. Ma soprattutto perché è troppo vicino al suo sole: per compiere una rivoluzione ci mette appena 1,6 giorni. Tuttavia, il fatto divertente è che l’annuncio della Nasa è stato preceduto di poche ore da un altro annuncio, da parte dell’European Space Observatory, che possiede il più potente telescopio a terra, costruito in Cile da 14 nazioni europee (Italia inclusa). Se la Nasa ha scovato il sistema solare più bizzarro, l’Eso si è imbattuto in quello più "popolato": cinque pianeti. Forse sette.
Intorno alla stella HD 10181, a 127 anni-luce da qui, gli astrofisici europei hanno individuato un sistema piuttosto simile al nostro. La stella è di dimensioni analoghe al Sole e i numerosi pianeti sono disposti a distanze progressive, proprio come accade nel nostro angolo di galassia. Altro fatto interessante: non ci sono giganti come Giove e i cinque pianeti sono simili a Nettuno (fra 13 e 25 volte la massa terrestre). Ma fra i due possibili pianeti aggiuntivi, ce n’è anche uno simile alla Terra per dimensioni. Anche in questo caso, è davvero troppo vicino al suo sole: lì un anno, dura 1,18 giorni terrestri.
Ora, va detto che sia il satellite Kepler sia il telescopio dell’Eso (dotato di un potente spettrografo chiamato Harps) non vedono i pianeti a "occhio nudo". Sono troppo lontani e troppo poco illuminati. Ma gli scienziati sono comunque in grado di misurare con precisione le deboli variazioni di frequenza emesse da una stella, quando uno dei suoi pianeti in orbita ci passa davanti.
Questa è una scienza che ha solo 15 anni di vita, durante i quali era stata provata l’esistenza di poco meno di 500 pianeti. Ma Kepler, in meno di due mesi di osservazioni, ha già trovato 706 «candidati» – come li chiama la Nasa – ovvero 706 possibili pianeti. Ai quali si aggiungono quelli annunciati negli ultimi due giorni. Segno inequivocabile che, in mezzo alle 200 miliardi di stelle della galassia, sistemi solari non troppo dissimili al nostro, sono più frequenti di quanto si pensava.
«Mentre Kepler trova sempre più pianeti e sempre di più piccole dimensioni – ha detto ieri durante la conferenza stampa Matthew Holman dello Smithsonian Center for Astrophysics – sta riuscendo anche a stimare con precisione le masse dei piccoli pianeti». Perché quest’impresa scientifica ha un obiettivo finale: trovare un pianeta che abbia le stesse proprietà fisiche e astrofisiche della Terra. Non basterà a dire che non siamo soli nella galassia. Ma sarà un passo avanti, verso la risposta a quella fatidica domanda.