ANTONELLA MARIOTTI,La Stampa 28/8/2010, pagina 19, 28 agosto 2010
Dal veterinario per il pacemaker o le zampe bioniche - Oscar è un gattone nero con gli occhi verdi che vive nella campagna inglese e ha qualcosa in comune con Pistorius, il campione di atletica dalle gambe bioniche, oltre il nome di battesimo
Dal veterinario per il pacemaker o le zampe bioniche - Oscar è un gattone nero con gli occhi verdi che vive nella campagna inglese e ha qualcosa in comune con Pistorius, il campione di atletica dalle gambe bioniche, oltre il nome di battesimo. Oscar, il gatto, dal 27 giugno ha le due zampe posteriori in alta tecnologia, bioingegneria per la precisione. Il povero gattone, sei chili o giù di lì, è rimasto vittima di una mietitrebbia che gli ha tranciato le due zampe posteriori a metà. Il proprietario non ha voluto sopprimerlo e ha trovato un veterinario (Noel Fitzpatrick) che ha ricostruito a Oscar le zampe: sono state realizzate con una tecnica che simula il modo in cui le ossa delle corna dei cervi crescono attraverso la pelle. Fino a qualche anno fa le tecniche più avveniristiche nel campo della veterinaria si fermavano a carrellini per i cani disabili, o al riciclo dei farmaci «umani» per il canarino di casa: bastava spesso regolare dosi e somministrazioni. Ora gli studi dei veterinari assomigliano sempre di più a vere e proprie cliniche con sistemi diagnostici avanzati: tac, risonanza magnetica, ecografia. Spesso i proprietari di animali si scambiano informazioni su forum specializzati, sono disposti a fare chilometri per lo specialista ortopedico o otorino per pastori tedeschi, o i chirurghi specializzati in microchirurgia sui furetti. «Anche per noi vale la regola etica che vieta l’accanimento terapeutico. Certo che la professione ha subito un evoluzione rapida in questi anni, anche per l’uso della diagnostica per immagini che ci permette di curare meglio gli animali, e di sicuro c’è una diversa sensibilità....». Cesare Pierbattisti è presidente dell’Ordine dei veterinari della provincia di Torino. «Oggi si curano anche i rettili - spiega ancora - e molto si sta facendo, per esempio, sui conigli che sono aumentati molto come animali da compagnia». La chemioterapia ormai si fa su cani e gatti con farmaci specifici studiati per loro e nello studio Anubi di Torino c’è l’apparecchio per la dialisi. «La medicina veterinaria è una vera e propria professione medica, senza contare che tanta “medicina umana” proviene da sperimentazione sugli animali - spiega Claudio Brovida fondatore di Anubi -. Negli Anni Ottanta un farmaco antirigetto come la ciclosporina fu provata su cavie come cani e gatti, e questi ultimi la tolleravano benissimo. Negli Usa infatti si fanno trapianti di organo sugli animali, in Italia non è ancora possibile». Ma tutti gli esperti sottolineano quanto la diagnostica per immagini sia stata la vera rivoluzione nella cura degli animali insieme alle tecniche endoscopiche e laparoscopiche. «Esiste a Bologna un centro per la terapia radiante ad animali affetti da tumore» prosegue Brovida, e poi ancora pacemaker per cuori di setter e bulldog malati: sono gli stessi usati per gli umani spesso «riciclati», ma i proprietari più affezionati lo chiedono nuovo, costo duemila euro circa. «Una cultura evoluta ormai» dice il veterinario che «ci permette di lavorare in modo professionalmente più elevato». Ma non evoluta abbastanza per fermare abbandoni sulla strada delle vacanze, maltrattamenti e torture.