La Stampa 28/8/2010, pagina 2, 28 agosto 2010
Rom - Milano Roulotte sgomberate per far posto ai cantieri dell’Expo - I prossimi ad essere sgomberati saranno i rom del campo di via Triboniano
Rom - Milano Roulotte sgomberate per far posto ai cantieri dell’Expo - I prossimi ad essere sgomberati saranno i rom del campo di via Triboniano. Ottocento persone che da vent’anni vivono in roulotte e casette di legno dietro il cimitero Maggiore. Lo «sfratto» potrebbe essere eseguito entro la fine di ottobre. Le proteste degli abitanti della zona che raccontano le storie di sempre c’entrano poco. In ballo ci sono i terreni di Expo 2015, la megafiera che dovrebbe far risorgere Milano, i cui insediamenti in parte sorgeranno sull’area occupata dai rom. Un primo tentativo di sgombero lo scorso maggio era finito con incidenti tra la polizia e i rom che non se ne vogliono andare per lasciare spazio ad uno svincolo autostradale. Il Comune non ne vuole sapere di fare marcia indietro. I tempi sono troppo stretti per trovare altre soluzioni. La linea adottata da palazzo Marino verso gli insediamenti abusivi dei campi nomadi è quello della tolleranza zero. Oltre trecento sgomberi tra piccoli e grandi campi in pochi anni. Una linea che stando alle cifre fornite dal sindaco Letizia Moratti sembra dare i suoi frutti: «A Milano abbiamo portato avanti una politica per la diminuzione della clandestinità. I rom erano circa diecimila tre anni fa, adesso sono poco più di 1300 gli irregolari e 1200 i regolari». *** Torino Via dalla bidonville il Comune cerca posto a 600 famiglie - Via i Rom dalla periferia Nord di Torino. Primo, perché vivono in condizioni spaventose. Campi e bidonville vicino al greto dello Stura, cumuli di rifiuti e strade fangose. Una terra di nessuno dove, tempo fa, fu persino trovato un feto, frutto di un aborto clandestino. Qui, i Rom, li chiamano anche «i mangiatori di topi». Riferimento non casuale, perché grossi ratti stringono d’assedio la comunità. Questa zona dovrà essere bonificata. Costo, 70 mila euro. Pagherà il Comune, deciso a trovare una soluzione per queste famiglie: 600 persone. Ieri ne sono arrivati altri 22. Tre famiglie dalla Francia, forse incalzate dai provvedimenti di Sarkozy. Molti sono inseriti nel sistema criminale. Altri tentano di integrarsi. Tra questi, Yelena Halilovic, 46 anni. Ha quattro figli, un marito sparito da tempo e nient’altro. Ieri sera arrancava lungo i sentieri del lungo fiume. Ha appena ritirato un aiuto solidale, da una associazione religiosa. Nella borsa di plastica bianca, senza scritte, una bottiglia d’olio, pasta, scatole di tonno, formaggini, sale e zucchero. Yelena ne ritira due alla settimana. I bambini sono sporchi e laceri. Uno è scalzo. E la scuola? «Non ci vanno più, non posso fare più niente. Tornerei anche in Romania, qui è solo miseria. Ma come posso fare?». *** Pisa La Toscana rossa come Sarkozy: 500 euro per partire - Rimpatri assistiti come in Francia. Un biglietto di sola andata per la Romania, con tanto di bonus da 500 euro a persona. E’ questa la ricetta adottata dal Comune di Pisa, in accordo con la Regione Toscana, per affrontare il problema degli affollatissimi insediamenti abusivi di rom rumeni in città. Inizialmente il progetto prevedeva di trovare un’abitazione a tutti gli occupanti delle baraccopoli, ma le risorse non si sono rivelate sufficienti. Così è nata l’idea di incentivare economicamente il ritorno in patria. Finora all’appello hanno risposto in cento. Ad accompagnarli la Croce Rossa. Poi, una volta arrivati a destinazione, i rom hanno avuto accesso ai 500 euro che il Comune aveva depositato loro su un conto corrente. Il pacchetto prevedeva anche la sottoscrizione di un accordo: chi partiva si impegnava a non fare ritorno a Pisa per almeno dodici mesi. «Ovviamente – spiega il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi – si tratta di un patto tra gentiluomini, senza valore giuridico. Certo è che chi lo infrange non avrà diritto di entrare nei nostri programmi di assistenza». Le critiche non sono mancate. Ma il primo cittadino le respinge al mittente, come gli accostamenti con quanto sta accadendo in Francia. *** Genova Irregolari sgomberati ma restano a rischio altri due insediamenti Due sono i campi nomadi storici nel capoluogo genovese: quello di Genova Molassana che accoglie circa 80 rom slavi e quello di Genova Bolzaneto in cui si trovano 180 sinti. I campi provvisori, le roulottes che occupavano la zona della Foce e le sei baracche fatiscenti sotto le volte della ferrovia dall’ex ponte Fuselli alla Fiumara (in cui si erano rifugiati una ventina di rom) sono, invece, già stati smantellati. Sono stati gli stessi abitanti della zona, grazie a una raccolta firme, a sollecitare l’intervento del Comune. Il problema dell’integrazione e della sicurezza però rimane; per questo il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, vorrebbe realizzare un nuovo campo nomadi, attrezzato, controllato, dotato di scarichi fognari per combattere gli insediamenti abusi. Un progetto a lungo termine, ancora da definire nei tempi ma soprattutto nei luoghi e nei modi; la conformazione del territorio ligure non agevola la scelta di un sito adatto e la varietà delle popolazioni complica ulteriormente la questione. Secondo la Vincenzi, prima della costruzione di un nuovo campo «ci sono due aspetti che non devono essere trascurati: il lavoro sull’integrazione e la sicurezza dei cittadini».