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 2010  agosto 28 Sabato calendario

PARTE IL CAMPIONATO DEL FAIR PLAY

Tutto sommato, non ci sarà bisogno dell’austerity. Certo, sarà necessario tenere sempre la barra dritta sul pareggio (dei conti), come prescrive la nuova regola aurea del fair play finanziario, ma le società di serie A, attese oggi al fischio d’inizio della stagione 2010-2011, hanno in gran parte già raggiunto una posizione virtuosa. E possono guardare senza ansie al percorso definito dalla Uefa all’inizio dell’estate a Nyon, in quella che è possibile ribattezzare come la "maastricht" calcistica.
Stop alle spese folli, tetto agli ingaggi e rivitalizzazione delle "cantere" sul modello Barca, saranno le parole d’ordine del prossimo decennio anche nella Penisola. Sia perché l’indebitamento della serie A, pure essendo inferiore a quello di Premier League e Liga spagnola, è comunque alto (oltre 1,5 miliardi). Sia perché la patrimonializzazione dei club italiani fa ancora a meno di asset fondamentali come gli stadi ( se si eccettua la Juve che ha avviato lo scorso anno la costruzione). La legge per la privatizzazione delle strutture esistenti e la realizzazione di nuove "cittadelle del calcio", approvata al Senato, è incagliata alla Camera da quasi anno. Non per nulla, il calciomercato che chiuderà i battenti il 31 agosto sarà ricordato soprattutto per la fantasia di procuratori e club (complice il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale). Per non caricare i bilanci le trattative principali sono andate in porto solo grazie al "leasing" degli atleti, dati in prestito con diritti/obblighi d’acquisto nell’annata successiva.Molte società poi hanno preferito sfoltire le rose pagando bonus ai calciatori in esubero pur di risolvere i contratti.
Il fair play finanziario voluto dalla presidenza di Michel Platini, e accettato dai top team riuniti nell’European club association, concede in ogni caso alcuni anni alle società del Vecchio continente per mettersi al passo con l’"autonomia finanziaria". Se non si vuole essere estromessi dalle competizioni internazionali i ricavi dovranno coprire i costi di gestione. Gli assegni staccati dai proprietari per cancellare le perdite saranno ammessi entro limiti sempre più ristretti, come sancito dal nuovo regolamento stilato dal panel di controllo presieduto dall’ex primo ministro belga Jean-Luc Dehaene.
I criteri di fair play entreranno in scena nei prossimi tre anni e diventeranno obbligatori dalla stagione 2013/14, quando il Panel di controllo potrà irrogare le sanzioni contro i club in rosso cronico. Le società verranno valutate sulla base di un coefficiente di rischio che terrà in considerazione il debito accumulato, il monte ingaggi e la capacità di onorare le scadenze, con un occhio di riguardo per gli investimenti nei vivai e nelle infrastrutture sportive. Il regolamento sul fair play stabilisce anche una soglia di disavanzo "accettabile" pari a 5 milioni di euro. A cui si potrà derogare, sempre che l’eccedenza sia ripianata con misure di ricapitalizzazione da parte degli azionisti –ma non con prestiti che incrementino i debiti –, fino a 45 milioni di euro totali per le stagioni 2013/14 e 2014/15 e 30 milioni per le stagioni 2015/16, 2016/17 e 2017/18.
Al monitoraggio del panel Uefa passerebbero indenni quasi tutte le squadre di serie A. Sommando i risultati degli ultimi tre esercizi disponibili (dal 2007 al 2009) solo per Inter e Milan scatterebbe il warning . Anche se con gli introiti derivanti dai successi ottenuti dal club di Massimo Moratti e le due ultime campagne acquisti condotte all’insegna delle cessioni eccellenti, i club di Milano hanno decisamente invertito la rotta.
In ogni caso, chi dubita che il progetto Platini sia serio chieda al Maiorca. Il club delle Baleari oberato da oltre 60 milioni di debiti a luglio è stato escluso dalla Europa League. Prima vittima preventiva del fair play.