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 2010  agosto 28 Sabato calendario

La scommessa di Steve Jobs Un «mini iPad» a sorpresa - La rivoluzione digitale dell’editoria passa anche da una semplice misura: 14 centimetri

La scommessa di Steve Jobs Un «mini iPad» a sorpresa - La rivoluzione digitale dell’editoria passa anche da una semplice misura: 14 centimetri. Ossia la larghezza media della tasca di una giacca. Perché la portabilità del lettore è un fattore della massima importanza. Lo sa bene Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, un’autorità in fatto di libri elettronici: il nuovo Kindle 2 è largo meno di 13 centimetri. Una misura simile a quella che avrà il tablet di Samsung di prossima uscita, l’atteso Galaxy fratello maggiore dello smartphone che sta conquistando adepti anche da noi. Avete provato invece a infilare un iPad dentro a una tasca standard? L’impresa è impossibile. Anche per questo motivo Apple starebbe per lanciare una versione rimpicciolita della tavoletta. Le dimensioni, insieme a considerazioni legate alle scelte di Apple — il modello di mercato chiuso e il prezzo elevato —, hanno portato diversi analisti a dubitare che l’iPad, malgrado il luminoso presente (3,5 milioni di pezzi venduti), abbia la garanzia di un felice futuro nel mercato che sarà di maggiore espansione nei prossimi mesi. Secondo alcuni dati, il 14% dei consumatori americani è intenzionato ad acquistare un e-reader o un tablet nei prossimi 12 mesi, percentuale che sale al 60% se si estende il periodo ai tre anni. Una scommessa sicura su cui si stanno buttando tutti i principali soggetti della scena hi-tech, premessa per un autunno caldo nel quale Steve Jobs non ha più la certezza di giocare il ruolo di protagonista. La prospettiva è infatti quella di passare dal quasi 100% del mercato a un posizionamento intorno al 20-30%. Motivo per cui, in occasione dell’evento straordinario organizzato in fretta e furia a San Francisco per il prossimo primo settembre, in molti scommettono che l’uomo dal girocollo nero presenterà anche un nuovo modello della tavoletta. Meno costoso, e tascabile. Il «mini-iPad», come viene chiamato in Rete, sarebbe già in produzione e dovrebbe arrivare sul mercato a inizio del 2011. Lo schermo touch passerebbe dagli attuali 10 pollici ai 7 della nuova versione, che avrebbe di conseguenza il lato corto non superiore ai 12-13 centimetri (contro gli attuali 19). Più piccolo e leggero, al punto da poter essere sostenuto con una sola mano, e con un prezzo più abbordabile rispetto agli attuali 499 euro per il modello base. Perché se è vero che chi possiede un e-reader legge di più — 2,6 libri al mese contro 1,9 dei lettori su formato cartaceo —, gli intenti non certo culturali di Jobs portano Apple a dover fronteggiare l’attuale strapotere di Amazon in tema di libri e giornali in versione elettronica: lo scrittore americano J. A. Konrath ha, per esempio, annunciato che sulla piattaforma di Bezos vende 200 e-book al giorno contro i circa 100 al mese per iPad. Cupertino deve quindi serrare le fila anche in vista della massiccia invasione di tavolette che inizierà dalle prossime settimane. A Berlino in occasione dell’Ifa (la fiera europea dell’elettronica, al via il 3 settembre), non ci sarà solo Samsung: negli stand tedeschi dovrebbe fare il debutto anche lo SmartPad di Toshiba. A novembre sono attesi il Chrome Tablet di Google e il BlackPad di Research In Motion. A fine anno, quindi, dovrebbero arrivare tra gli altri anche il modello di Lg della serie Optimus e l’atteso Slate 500 della Hp, il tablet di Sharp, lo Streak di Dell e il LifeTouch di Nec. Tutti modelli fortemente competitivi, che potranno mettere a frutto l’analisi dei primi sei mesi di vita della creatura Apple e l’utilizzo — nella maggior parte dei casi — di un modello aperto come quello proposto da Android. La corsa per proporre lettori per veicolare i nuovi contenuti digitali è appena iniziata. L’idea, di ognuno dei protagonisti, è di cercare di replicare il successo ottenuto con la musica dall’iPod. E se una nuova versione del Touch — con lo stesso schermo «Retina» dell’iPhone 4 e due videocamere — pare essere l’unica certezza per la presentazione di Jobs del primo settembre, molte voci indicano che tra le sorprese che l’evento potrebbe riservare ci sarà anche il rilancio di Apple Tv. Perché un altro terreno di prossima conquista per i colossi dell’hi-tech è proprio quello dello schermo televisivo. Cioè i contenuti di Internet, film e musica in streaming, videogiochi e programmi di vario genere, da vendere direttamente nei salotti di tutto il mondo. Anche qui i protagonisti sono gli stessi: mentre Samsung e Sony hanno sfruttato la propria leadership nel settore iniziando a vendere tv già web-oriented, grandemente atteso — per questo autunno — è il progetto di Google Tv. Se poi dovesse essere confermata l’indiscrezione che vedrebbe vicino al debutto anche un set top box di Amazon, è facile capire l’esigenza di Cupertino di rilanciare anche su questo versante. La nuova iTv, questo il nome temporaneo, si baserebbe sullo stesso sistema operativo che ha decretato il successo di iPhone e iPad e tramite l’utilizzo di un decoder ad hoc — del prezzo non superiore ai 100 dollari — proporrebbe non solo l’accesso ad iTunes direttamente dalla televisione, ma anche la visione dei programmi delle major più importanti del settore, da Fox a Disney.