SALVO INTRAVAIA, la Repubblica 27/8/2010;VERA SCHIAVAZZI, la Repubblica 27/8/2010;, 27 agosto 2010
2 articoli - LICEI, IL CLASSICO NON PIACE PIÙ CROLLANO LE ISCRIZIONI ALLE PRIME - ROMA - Crollano i licei classici e decollano i linguistici dell´era Gelmini
2 articoli - LICEI, IL CLASSICO NON PIACE PIÙ CROLLANO LE ISCRIZIONI ALLE PRIME - ROMA - Crollano i licei classici e decollano i linguistici dell´era Gelmini. Bene scientifici e artistici, in crescita rispetto all´anno scorso. Continuano invece a perdere iscritti gli istituti tecnici e i professionali. In vista della prossima apertura dell´anno scolastico, il ministero dell´Istruzione ha completato la raccolta dei dati riguardanti gli alunni iscritti nelle classi della scuola secondaria di secondo grado, che quest´anno avvia la riforma partendo dalle prime. Tra rinvii e polemiche, lo scorso mese di marzo, famiglie e studenti italiani hanno scelto tra i nuovi licei previsti dalla riforma (classico, scientifico, delle scienze umane, linguistico, artistico, musicale/coreutico), i nuovi indirizzi dell´istituto tecnico e quelli dell´istituto professionale riformato. Soltanto adesso è possibile avere una fotografia degli indirizzi promossi e di quelli bocciati da ragazzi e genitori. Il confronto con gli iscritti in prima dello scorso anno è significativo: i licei classici perdono una fetta considerevole di alunni ed è boom per i licei linguistici di nuova formazione. Nel 2009/2010, su 100 ragazzi delle prime classi 10 avevano scelto il ginnasio e 22 lo scientifico. A settembre le new entry al classico saranno appena 7 su 100, mentre allo scientifico quasi 23. Ad incontrare il favore dei ragazzi, sembra essere soprattutto l´opzione Scienze applicate: il corso di studi del liceo scientifico senza il Latino, ma con Scienze potenziate e Informatica. I detrattori, lo hanno subito battezzato "scientifico light", ma sembra gradito ai ragazzi. Un dato che contribuisce a confermare la crisi dell´istruzione classica. Tra i nuovi licei, ha fatto il pieno di iscritti il linguistico, fino all´anno scorso relegato ad indirizzo sperimentale soltanto in alcuni licei socio-psico-pedagogici: gli ex magistrali. Da settembre infatti tutte le sperimentazioni sono state cancellate: continueranno soltanto per coloro che devono concludere il corso di studi intrapreso l´anno scorso e negli anni precedenti. Da solo, il nuovo liceo gelminiano ha messo raccolto quasi 34 mila adesioni, una parte delle quali sottratte, con tutta probabilità, ai classici che proponevano sperimentazioni con la lingua straniera potenziata e certamente agli ex istituti magistrali, che nonostante l´opzione economico-sociale, fa registrare un calo superiore ad un punto percentuale. Dopo anni di difficoltà, i licei artistici, che dal prossimo anno assorbono gli ex istituti d´arte, sembrano in ripresa. Sono stati gettonati da quasi 4 studenti su 100, più del 2009/2010. Discorso a parte per il liceo musicale e coreutico nuovo di zecca, ma di fatto a numero chiuso. I 38 istituti autorizzati in tutta Italia ad attivare una prima classe hanno dovuto procedere ad una selezione e non è possibile al momento stabilire il gradimento delle famiglie italiane. Le novità introdotte dalla Gelmini per gli istituti tecnici e gli istituti professionali (meno materie, più ore di laboratorio e orario più corto) non sono riuscite al momento a risollevare le sorti degli istituti che hanno contribuito al boom economico degli anni sessanta. I primi continuano a perdere consensi: meno 2,3 per cento in meno di un anno fa. I secondi, perdono poco meno di un punto. Ma gli istituti che nelle intenzioni del legislatore dovrebbero colmare il gap esistente in Italia tra domanda di tecnici specializzati da parte delle aziende e offerta da parte delle scuole e dell´università potrebbero essere rivalutati l´anno prossimo. SALVO INTRAVAIA, la Repubblica 27/8/2010 "CORSI SEVERI, NESSUN AIUTO AGLI STUDENTI RAGAZZI E FAMIGLIE SONO SCORAGGIATI" - «Il calo di iscritti nei licei classici? Dimostra che gli italiani hanno rinunciato alla mobilità sociale. Perché iscrivere i figli alla ‘scuola dei ricchi´ quando è meglio tagliar corto con gli studi?». Domenico Starnone, scrittore, autore di numerosi testi dedicati al mondo della scuola, commenta così gli ultimi dati sulle scelte degli adolescenti. «Non necessariamente – ribatte Gaja Lucini, del Coordinamento nazionale genitori scuole secondarie – L´ipotesi di affrontare un corso di studi dove la selezione è più alta che altrove e non si fa nulla per aiutare gli studenti in difficoltà può scoraggiare qualsiasi famiglia, a prescindere dall´estrazione sociale e culturale». E, in effetti, la sensazione è quella che anche le "élite" stiano abbandonando il classico, in favore dello scientifico o di altri indirizzi più o meno sperimentali. Qualcuno corre ai ripari: una piccola ma significativa azione in controtendenza è stata lanciata dal "Sociale" di Torino, la prestigiosa scuola dei Gesuiti che quest´anno per la prima volta ha istituito borse di studio a proprio carico per chi vuole iscriversi al classico ma ha difficoltà nel sostenere la retta o teme di non avere sbocchi immediati dopo la maturità. «La nostra scuola – dice il direttore Antonello Famà – offre anche l´indirizzo scientifico. Ma crediamo sia importante sostenere l´utilità di studi squisitamente ‘inutili´ come quelli classici. Occorre lasciare ai ragazzi la libertà di nutrire una passione e di impegnarsi per coltivarla». Ma Starnone è scettico: «Il crollo del classico è il segnale che si è tornati a una selezione di tipo classista, che le famiglie in crisi rinunciano a qualsiasi idea di promozione sociale. Può darsi che neppure altre scuole più tecniche o commerciali garantiscano un lavoro, ma l´obiettivo è quello di studiare per il minor numero di anni possibile, mentre chi si iscrive al classico deve mettere in conto anche l´università. E queste cose un ragazzo le capisce subito: perché fare esercizio di astrazione su testi complessi in una società che svilisce la cultura e la complessità? Tanto, se le cose dovessero cambiare, all´università ci si può iscrivere comunque». Condivide l´allarme Margherita Oggero, anche lei scrittrice (ultimo titolo è "Risveglio a Parigi"), ex professoressa ed ex allieva del classico: «Avevo professori così bravi da farmi piangere su Orazio, l´autore che ho amato di più. Certo il liceo classico non fornisce competenze specifiche, da ‘spendere´ subito, ma in compenso regala un´apertura mentale che dura tutta la vita e che è di grandissimo aiuto». «Il classico – aggiunge Oggero – aiuta a non appiattirsi sulla contemporaneità, a capire che esiste e esisterà qualcosa di diverso dall´oggi». VERA SCHIAVAZZI, la Repubblica 27/8/2010;