PAOLO BERIZZI, la Repubblica 27/8/2010, 27 agosto 2010
DAI GRUPPI SU FACEBOOK ALLA STRADA LE CURVE DICHIARANO GUERRA ALLO STATO - BERGAMO
Nel giorno della festa di Sant´Alessandro, patrono della cattoleghista Bergamo, la cartolina del folle paganesimo ultrà sono le carcasse delle auto bruciate, i cocci di bottiglia, le pietre, le chiazze scure disegnate sulla spianata della Bèrghem Fest dalle fiamme e dalla schiuma degli estintori. E i titoli dei giornali: "Guerriglia e feriti", "notte di violenza". Inquietante anche la relazione dei vigili del fuoco che parla di "strage sfiorata". Le fiamme delle auto bruciate hanno sfiorato i contatori del gas di un palazzo abitato. Altri particolari s´aggiungono alle cronache: come il piccolo giallo dell´infortunio alla gamba del ministro Calderoli, bergamasco, atalantino, ex sostenitore, ora pentitissimo, degli ultrà: «In un momento di rabbia ho tirato un calcio a un estintore». Per dire il clima, a questo siamo. Il giorno dopo le bombe carta e le macchine assaltate, Bergamo si è risvegliata dentro un passato che sembrava volato via, dissolto assieme agli anni bui della "curva più pericolosa d´Italia", quando ancora non c´era l´odiata tessera del tifoso e gli ultrà dell´Atalanta incarnavano l´equazione "bergamaschi uguale incidenti". Contro le altre tifoserie, contro la polizia. Poi negli ultimi anni c´era stato un tentativo, in parte riuscito, di riabilitazione. Fino al miracolo di quest´anno: una squadra mestamente retrocessa in serie B che riparte tirando su oltre 15mila abbonamenti. Un entusiasmo contagioso, quasi surreale. Ma in agguato c´era la miccia accesa della tessera del tifoso. La card - per gli ultrà è una "schedatura da schiavi" - che ha spaccato il mondo delle curve distinguendo tra buoni e cattivi, stressando l´odio ormai "strutturale" dei tifosi contro le forze dell´ordine. Un fronte dove poteva e può ancora succedere di tutto. «Ci vogliono schedare come gli zingari? E noi facciamo casino», è la voce rimbalzata nelle ultime settimane al Covo, la sede degli ultrà della curva Nord. Ci si preparava a un´azione forte.
La stessa strategia che accomuna le tifoserie. Tutte unite contro la tessera "ad personam" introdotta dal Viminale. I napoletani e i laziali non ne hanno sottoscritta una e son pronti a partire ugualmente per le trasferte. I romanisti domenica resteranno fuori dai cancelli. E poi Juve, Fiorentina, Genoa, Bologna. E migliaia di supporter di squadre di B e C. I primi incidenti li avevano scatenati, all´ultimo derby col Genoa, i tifosi della Sampdoria. Poi proteste qua e là. In attesa di far deflagrare la "battaglia" con l´avvio delle partite ufficiali. Il rischio è l´innesco di un effetto a catena, azioni da inscenare domenica dopo domenica. Per creare disordine. Il raid di Bergamo sulla pagina facebook "No alla tessera del tifoso" è stato accolto con entusiasmo («onore ai berghem!»). E non sono così isolate le posizioni di chi minaccia «questo è solo l´inizio».
Maroni a Bergamo lo aspettavano da una settimana. Avevano già deciso che non sarebbe stata una protesta da loggionisti della Scala. «Il mio tentativo di mediazione era già saltato mercoledì, l´avevo comunicato in questura», dice contrito Daniele Belotti, assessore regionale leghista al territorio, da sempre vicinissimo alla curva che ora abbandonerà dopo 35 anni «perché mi hanno tradito, non si possono tirare bombe carta ad una festa dove ci sono famiglie e bambini». Il bello, si fa per dire, è che gli ultrà atalantini sono sempre stati considerati filoleghisti. Potere della tessera del tifoso. Sabato l´Atalanta gioca a Varese, la città di Maroni. Ma per gli ultrà è scattato lo stop.