Minxin Pei, L’espresso 2/9/2010, 2 settembre 2010
QUATTRO BIG, UN SOLO BRIC?
Mentre l’oscurità economica penetra sempre più profondamente nelle psiche degli americani e degli europei, si fa strada un’opinione piuttosto convenzionale - riguardante la leadership del mondo futuro - che vede i mercati emergenti, in modo particolare i Bric (Brasile, Russia, India e Cina), come i prossimi responsabili della crescita economica mondiale. Contemporaneamente all’aumento della loro influenza, si guarda ad essi come a un polo alternativo in grado di sfidare la supremazia dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.
Ad un primo sguardo tali aspettative appaiono giustificate. In questo momento il Pil combinato di quello che abbiamo definito Bric ammonta a circa 10 miliardi di dollari (sulla base del cambio corrente), quasi i due terzi dell’economia europea o americana. Ma a differenza di questi ultimi, stagnanti scenari, l’economia dei Bric sta crescendo rapidamente. Ci si aspetta che l’economia cinese possa espandersi fino al 10 per cento nel 2010; la crescita dell’India supererà l’8, quella brasiliana aumenterà del 7,2 per cento. Persino la Russia - il paese Bric più duramente colpito dalla recessione globale - registrerà un tasso di crescita del 4 per cento.
Inutile a dirsi, la classe politica dei Bric ha sfruttato abilmente la percezione occidentale della sua inevitabile ascesa. In una sorta di movimento simbolico in grado di segnalare il suo arrivo come forza alternativa, i Bric hanno convocato il loro primo summit in Russia nel giugno del 2009 parlando apertamente di un "ordine multipolare del mondo". Al fine di consolidare i loro vincoli comuni, i paesi Bric hanno fissato il loro secondo summit in Brasile, nell’aprile di questo anno.
Bric sta davvero diventando un equivalente dell’Unione europea e degli Stati Uniti? Possiamo senza dubbio affermare che l’importanza dei Bric nell’economia mondiale continuerà a crescere. A meno che l’Occidente recuperi completamente terreno dalla crisi indotta dal debito, la loro crescita supererà certamente quella occidentale. Ma progettare il futuro peso economico dei Bric sulla base della loro performance corrente è un’impresa azzardata.
Se esaminati più da vicino, ognuno dei paesi che compongono il Bric sta affrontando delle sfide scoraggianti. La Cina, ad esempio, deve ribilanciare la sua economia esportativa. Con il consumo a picco nei suoi principali mercati esterni (principalmente l’Unione europea e gli Stati Uniti), la crescita cinese subirà una flessione, a meno che essa si organizzi in modo da rimpiazzare la domanda estera perduta con il consumo interno. In aggiunta a ciò, la popolazione cinese sta invecchiando rapidamente: questo aspetto porterà all’aumento dei salari, ad una spesa più ampia per il servizio sanitario ed a costi non indifferenti per le pensioni. I due fattori principali della crescita cinese (la manodopera ed un capitale lowcost) perderanno terreno. Se si tiene conto dei rischi connessi alla degradazione ambientale ed all’instabilità politica, i tassi di crescita futura del paese non possono che ridimensionarsi.
La situazione russa è addirittura peggiore. In quanto paese petrolifero, la Russia dipende eccessivamente dal settore energetico per reddito e guadagni dall’esportazione, ma investe pateticamente poco nelle sue industrie estrattive. La sua popolazione non sta solo invecchiando, ma è anche in rapido declino in termini assoluti. La corruzione dilagante e una pessima amministrazione affliggono la politica e l’economia: la Russia non è un sole nascente, ma al tramonto.
Anche l’India ed il Brasile, due democrazie stabili con più favorevoli fattori strutturali per la crescita, non possono considerarsi compiacenti. L’India deve risolvere una povertà profondamente radicata (il 40 per cento degli indiani vive con 1,25 dollari al giorno), l’inerzia burocratica e le infrastrutture fatiscenti se vuole realizzare il sua potenziale di sviluppo. Come per il Brasile, le sue ineguaglianze interne rappresentano un’inibizione per la crescita a lungo termine. Anche se ammettiamo che le economie combinate dei Bric uguaglieranno quelle europee ed americane in un decennio, sarebbe un errore pensare che il Bric stesso possa divenire un’entità coerente e propositiva, in grado di muovere insieme i muscoli economici e geopolitici.
Per prima cosa, le economie del Bric sono integrate a fatica. L’economia cinese è certamente connessa con intensità a quelle dell’India, della Russia e del Brasile. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, nel 2009 la Cina era il terzo partner commerciale dell’India e del Brasile, ed il secondo partner commerciale della Russia. Ma i legami tra la Russia, l’India ed il Brasile sono piuttosto deboli. Nel 2009 il Brasile era il nono partner commerciale dell’India, e la Russia si situava nella top 15 dei partner commerciali indiani. Nello stesso anno la Russia si è collocata al dodicesimo posto tra i partner commerciali brasiliani. Di contro, per ogni paese Bric, l’Unione Europea si colloca al primo posto come partner commerciale. Gli Stati Uniti sono al secondo posto per la Cina, l’India ed il Brasile. Questo vuol dire che i legami economici tra Bric e Occidente sono molto più vasti e profondi di quelli interni al Bric stesso. Di fatto, ad eccezione della Russia (che possiede un’economia basata sulle risorse naturali) la competizione tra i paesi Bric è più intensa di quella presente tra questi stessi paesi e l’Occidente. Basti chiedere ad un commerciante indiano o brasiliano: "Chi temi di più, un cinese, un americano o un europeo?". La competizione, e non l’integrazione tra questi paesi suggerisce che è piuttosto improbabile che tali economie possano agire come un’entità collettiva. La misura combinata del loro Pil può apparire imponente sulla carta, ma ha un piccolo peso nella realtà.
Ciò che rallenterà il peso internazionale del Bric è la sua rivalità geopolitica interna. Per ciò che riguarda gli interessi nazionali, il Brasile può non sentire la concorrenza con gli altri giganti grazie alla sua posizione geografica. Ma la Russia, l’India e la Cina sono rivali regionali. La Cina e l’India condividono delle dispute irrisolte riguardo i propri confini e si guardano strategicamente con sospetto. Entrambe sono impegnate in solidi programmi di modernizzazione difensiva che probabilmente le renderanno più - e non meno - insicure. Mentre la Cina fornisce tutti i tipi di assistenza al Pakistan per controllare il suo più acerrimo rivale, l’India, Nuova Delhi sta usando abilmente i suoi legami crescenti con Washington per controbilanciare Pechino.
Molti in Russia vedono il potere crescente della Cina come qualcosa di cui preoccuparsi davvero. Con territori orientali a bassa densità di popolazione che costeggiano la Cina, la Russia teme che il vasto entroterra ricco di risorse rappresenti una vera tentazione per una Cina sovrappopolata ed espansionista. Di conseguenza, Mosca ha mantenuto un occhio vigile su Pechino. Ha ritardato la costruzione di oleodotti importanti che avrebbero incrementato l’esportazione di greggio per la Cina. Riguardo l’esportazione di armi, Mosca rifornisce Nuova Delhi di sistemi molto più sofisticati di quelli forniti da Pechino.
Contrariamente a ciò che ci si aspettava - che i paesi del Bric avrebbero lavorato assieme per portare avanti i lori interessi comuni nel futuro - il loro potere crescente garantisce che la lora rivalità geopolitica crescerà, in modo particolare tra l’India e la Cina e tra la Cina e la Russia. Ovviamente una simile spinta al potere renderà il Bric ineffettivo come meccanismo globale unificato. Con tutta probabilità quei paesi faranno il loro meglio per migliorare i loro legami con l’Europa e gli Stati Uniti, allo scopo di rafforzare le loro posizioni competitive le une contro le altre. E allora che cosa dovremmo pensare circa il Bric?
La risposta più appropriata è che dovremmo smetterla di esagerare o fantasticare riguardo il suo potenziale futuro. É vero che il Bric sta ottenendo un certo peso all’interno della situazione economica globale, e per questo dobbiamo prendere seriamente la questione. Ma non si deve affatto pensare ad esso come ad un’entità - poiché questi quattro paesi non lo sono. I lori interessi interni non solo solo differenti, ma anche in conflitto tra di loro.
Se è davvero palpabile l’impatto del potere dei Bric è perché esiste competizione e tensione tra i quattro paesi che lo compongono. Di certo non possiedono un’influenza collettiva e costruttiva tale da ridisegnare l’assetto del mondo.