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 2010  agosto 26 Giovedì calendario

VI SPIEGO CHE COSA VUOL DIRE VIVERE TRANS

Gli uomini preferiscono le trans, meglio se bionde. I topi di appartamento pure. Ne sa qualcosa Efe Bal, la trans più popolare e più svaligiata d’Italia, forse d’Europa. Musulmana non praticante. Quattro lingue sciolte, un metro e ottanta scarso e master in economia. Una divinità in jeans, tette e fallo, che prende il cappuccino sempre allo stesso bar sotto casa. «Mi vogliono tutti bene qui, a cominciare da Ugo, il portiere». Ugo annuisce. Efe lo coccola. Sculettante spot vestito e profumato Chanel sul tema: «Non siamo tutte Brenda e Natalie, agguati foschi e carichi di silicone per uomini allo sbando». Efe non ha dubbi. «Tutta colpa vostra. Avete scritto che guadagno quaranta milioni al mese, ma non è vero...». Ragiona ancora con le lire. La vecchia lira se italiana, quella nuova se turca. «È già la seconda volta che ci provano... Tre anni fa mi hanno pure rotto due costole. Da allora, mi sono messa i cani in casa». Una macchina da guerra. Con lei parli solo quando ti lascia parlare, cioè mai. Una specie di generale Goering, quello che svolazzava in privato dentro pigiami di seta rosa shocking. La voce di Oliver Hardy, il timbro di Amanda Lear. «Sono ingrassata tre chili per lo stress di questi giorni, sai, la televisione».
L’abbiamo vista ovunque di recente. Versione collegiale dalla Lilli Gruber. Tutta ammodo e timidona dalla Barbara D’Urso, a cui ha detto di essere stata con diecimila uomini come si potrebbe dire “mi sono fatta un gelato al pistacchio”. «Adoro Barbara. Per tante persone può essere una stronza, per me è una donna umile e intelligente». Spavalda e seduttiva con Alessio Vinci, a Matrix. «Mi ha chiesto: ma tu la mattina ti fai la barba? L’ho praticamente invitato a letto... Così ti faccio vedere che non ho peli. Peccato, l’hanno tagliata. Era turbato Vinci. Non si aspettava da una trans tanta ironia». Più travolta che travolgente da Chiambretti. «Lui è un genio. Una mitraglia. Mi ha detto: “Parli come Speedy Gonzales”, ma lui è peggio di me».
Anima bella, Efe. Ha distribuito i suoi affetti nei tre appartamenti acquistati con il sudore delle sue marchette, in un palazzo al centro di Milano, Porta Nuova, due passi dal Fatebenefratelli e dalla caserma dei carabinieri. «Li ho pensati e arredati con la mia testa, tra un cliente e l’altro, mentre mi chiedevano: “Quanto ce l’hai lungo? Mi scopi? Quanto vuoi?”». In quello lilla e fucsia riceve i clienti, in un altro blu tiene sotto chiave i due rottweiler, King e Miele, nel terzo l’amatissima madre che sospira, cucina le ciambelline al sesamo o sfoglia un romanzo di Orhan Pamuk, tra una sveltina e l’altra di quella monellaccia della figlia. «Se sbaglio appartamento sono spacciato», mi dico. Penso ai rottweiler, non a mamma Sucran, che in turco vuol dire “grazie al cielo”, insegna vivente e rassegnata della mater dolorosa, sotto una croce che è tutta sua. «Amo tantissimo mia madre. Lei sa che l’ottanta per cento degli uomini che vengono qui a casa me li trombo. Magari piange qualche lacrima senza farsi vedere. Ha sofferto
tanto per me. E, prima di me, a causa di un marito più vecchio di trent’anni, un mafioso pericoloso. Le dico sempre: mammà, pensa in che meraviglioso Paese vivo. Se avessi detto in tivù a Istanbul che sono stata con diecimila uomini, mi avrebbero tirato le pietre addosso. Qui invece tutti mi ammirano e vogliono fare le foto con me... Al supermercato, ieri, una signora mi fa: “Ti ho visto in tivù. Ti apprezzo molto, non m’importa quello che fai in camera da letto. Se te lo dice una moglie del maresciallo dei carabinieri, devi crederci”». Si versa un succo d’uva. Mi regala ma non mi dedica il suo best seller autobiografico Mondadori Quello che i mariti non dicono
(«Aspetto prima di leggere il tuo articolo»), dove pubblica anche il suo ultimo test dell’Hiv, dicembre 2009. Negativo. «Ora voglio fare un calendario nuda. Lo faccio gratis. Sarà una bomba». Odia che si scriva la sua età, ma la ripete in continuazione. «Ti sembro una di 33 anni? Non fumo, non bevo, sono iperattiva. Porto i cani ogni giorno al parco. Io faccio il marketing di me stessa. Non mi presento da un cliente, ma nemmeno da un giornalista, senza le creme, il profumo, il trucco giusto, la cintura abbinata. Prostituta? Sì. Vendo il mio corpo? Sì. Però, programmata e pulita. Se ricevo un cliente, non ci deve essere un pelo sul pavimento. E il mio corpo non deve avere limiti. Deve funzionare tutto, a cominciare dal pisello». Parla del suo pisello come Maradona parla del suo piede sinistro o Gazzelloni parlava del suo flauto. Strumenti di lavoro. «Io non imbroglio. Il mio è come nella foto. Magari lo allungo con Photoshop ma di poco, massimo due centimetri. Non faccio come quelle che aggiungono diciotto centimetri o si mettono quello finto di gomma, enorme, che fanno uscire dai cappotti l’inverno».
Squilla il cellulare. Parte in automatico la fatalona del sito www.lapiudolce.com (“Transex, italiano e inglese, attiva e passiva, 24 anni (ndr. innocente bugia), adorabile e selvaggia (fully-functional, non-opérée”). «Pronto? Ciao, con chi parlo? Hai un nome? Hai visto il mio sito? È scritto tutto, dove abito, quanto chiedo, puoi chiamarmi dopo le due...». Va a tassametro. Duecento euro per mezz’ora, trecento per un’ora. E a prestazione. «Chiedo qualcosa di più se vogliono che vengo o cose complicate». Ma non sempre. «Questi prezzi non valgono se il cliente è bello o abituale. Adoro gli uomini tarchiati e mori. Di quelli che mi piacciono non mi ricordo il nome, ma il pisello sì. L’altro giorno mi chiama un signore: “Ti ho visto mentre ordinavi la cucina da Ikea”. Ero stata veramente all’Ikea la sera prima. Ricordavo solo una coppia di anziani vicino a me. Era lui, al telefono. Un settantenne. Mi aveva cercato e beccato sui siti internet di escort e trans. Ci siamo incontrati, l’ho mandato in paradiso...».

Ormoni per essere più femminile
Un fiume in piena. «Sono così al naturale, non prendo niente se vuoi saperlo. Solo tanta melatonina e qualche aiutino. Mi faccio ormoni per essere molto femminile, ma quello che gli uomini vogliono è il mio pisello attivo. Devo bilanciare, sai, come quando fai il minestrone. Metti un po’ di sale, ma anche un pizzico di pepe. Per rendere più appetibile il mio corpo prendo un po’ di Cialis, quando sento che il mio pisello sta dormendo. Divido in due o quattro parti una pillola e vado avanti una settimana, poi interrompo. Non puoi prenderlo tutti i giorni, anche perché sarebbe imbarazzante girare con il pisello dritto al bar. Ma il vero elisir di lunga vita è la melatonina... Se penso a quel cretino di Michael Jackson che prendeva tutti quei sonniferi...». Non va più in strada. Si è imborghesita. «Vorrei andarci. Adoro la strada. Non che io sia una troia da cinque soldi, ma la strada è la vita reale, un teatro dove vedi gli uomini come realmente sono. Il signore che hai visto di giorno in giacca e cravatta, che fa finta di non vederti, lo stesso che la sera ti carica in macchina, mangiato dalla libidine... Il ragazzo che arriva con la bicicletta e la borsa di scuola, con la gioia di farsi fare un pompino da un trans. Oggi è diverso. Sono diventata pigra. Ho un appartamento, il mio sito funziona. A mezzanotte già dormo. Non trovo più la forza che avevo 10 anni fa di uscire. E anche se un giorno non lavoro, mi va bene comunque, la sera sto a casa, mi guardo un film con mia madre e mangiamo un kebab».
Non pensa di fare la vita, questa vita, tutta la vita. «Se c’è qualcuno che mi offre un lavoro dignitoso, non da mille o duemila euro al mese, sai ormai sono abituata a un certo livello, ma non dico neanche trentamila euro. Diecimila euro, ecco, basterebbero. E pagherei finalmente le tasse. Vorrei un giorno avere il potere di dire, se mi rapinano o un poliziotto mi ferma per strada: “Scusi, io pago le tasse, sono italiana e questo è il mio visto regolare, lei cosa vuole?”. In quel momento voglio vederli zitti, che si scusano con me». La televisione acchiappa tutti. Santi e peccatori. Efe ci ha preso gusto. «L’ho detto anche a Barbara D’Urso che voglio cambiare vita. Nel mondo dello spettacolo c’è di tutto e di più, perché non dare spazio a una di noi? Sappiamo cos’è la vita. Cominciamo a lavorare a diciassette anni per rifarci le tette e tanto altro».

Maria, la ex moglie
Viene scontato immaginare che da quando va in televisione tutto si moltiplica, lavoro, tariffe, fatturato. «Ti sbagli. Chiedo sempre la stessa cifra. La televisione mi ha portato male. Come vedi, il telefono non suona in continuazione. Non faccio mai più di mille euro al giorno. Molti pensano che ho smesso con il mio lavoro. O che ci sono i paparazzi sotto casa e che i telefoni sono sotto controllo. Non ho trovato un fidanzato ricco che mi ha detto: voglio sposarti, lascia subito il tuo lavoro, t’intesto un appartamento, una barca e vieni con me perché sei un gioiello. I miei clienti non sono mai generosi. Pagano quello che vedono su internet. Quando ho sentito Natalie e Brenda in televisione, mi sono detta: “Possibile che solo a me non capita mai un cliente da trentamila euro?”. Si alza e improvvisa un défilé. «Il mio culo è naturale. Un po’ molle. Per questo faccio palestra. Ne ho dovute girare tante per trovare una che mi accettasse. Ora ho uno spogliatoio tutto per me. La parte più bella del mio corpo? Il punto vita. Poche donne ce l’hanno come il mio. Il punto debole sono i polpacci, sembrano quelli di Maradona».
Nata e cresciuta a Istanbul, cittadina italiana da anni. «Sono sposata e divorziata. Mia moglie Maria si è presentata al casting dell’ultimo Grande Fratello. Ha detto anche: “Io sono la moglie di Efe Bal”, ma gli autori non hanno capito o non ci hanno creduto. Ero una ragazzina viziata allora, dalla vita un po’ folle. Battevo due giorni, altri due non lavoravo e andavo a spendere cinque milioni di lire per un vestito di Dolce e Gabbana. Ho incontrato Maria in un sexy shop. Ci siamo sposate per fare una pazzia. Più divertimento che sesso. Mia moglie mi chiama ancora. Mi soccorre quando vado in crisi di potassio. Dovrei mangiare sempre banane come le scimmie». Ce l’ha con la Carfagna e la Santanchè. «Non le sopporto. Si accaniscono con le prostitute. Hanno spinto Letizia Moratti a fare questa legge della multa di 450 euro per chi si prostituisce in strada. Ti multano anche se non ti sorprendono con un pisello in bocca, ma stai lì ferma in macchina, per i fatti tuoi. È capitato anche a me. Quante mamme, uomini o ragazzi vendono il loro corpo per arrivare a fine mese? Vedo ovunque marocchini, albanesi e turchi che bevono, rubano, cagano per strada. Nessuno che gli dice niente...».
Clienti repellenti, altri stravaganti. «C’era un tipo con un’Opel Astra grigia che si eccitava a schiacciare un topo con la macchina, mentre si faceva leccare. Quando lo faceva in casa si portava il topo in una gabbia e lo pestava con la scarpa. Il più eccentrico? Un veneziano settantenne, colto, benestante, che ha fatto la Mille Miglia. Con lui mi servono preservativi extralarge. Gira con le scarpe del Dr Martens, una diversa dall’altra, indossa pantaloni con le gambe diverse, la cintura fucsia con la foto di Marilyn Monroe. Vuole solo succhiarmi e succhiarmi. Mi porta in gita a Londra o a Venezia e mi fa regali da 3mila euro».
Non cerca l’amore. Non ha tempo per l’amore. «Nessuno mi ha mai aiutato. Ho dovuto farmi scopare da uomini che non avrei mai salutato neanche camminando per strada. Mille fatiche disumane. Non paghiamo le tasse, ma se alle due di notte un deficiente viene e ti dà una rasoiata sul viso non puoi chiedere aiuto a nessuno. Sono paziente con tutti. Non con quelli che non riescono a godere perché hanno pippato o bevuto. Massimo mezz’ora, duecento euro e li mando via. Vuoi denunciarmi? Prego, i carabinieri sono qui giù a sinistra. Nella mia vita non ho mai visto un uomo che pippa e riesce a fare sesso».

I bambini capiscono al volo
Ha le idee chiare su tutti i marrazzi della terra. «Non è gente che va in quei tuguri pieni di scarafaggi per fare sesso. Le brasiliane sanno essere molto simpatiche con chi ha i soldi. Sanno come creare un mondo finto e accogliente per chi scappa dalla realtà e magari si accontenta di succhiare un po’ di tette e tirare droga di qualità. Marrazzo voleva solo persone ignoranti e calienti che lo facevano star bene. Avrà fatto sesso due volte in tre anni...». E non ama i bambini. Non si sente madre, né padre. «Sono una trans, so che non avrò mai un figlio. E comunque i bambini non mi piacciono, preferisco gli animali. I bambini sono le uniche creature viventi a capire al volo che sono una trans. Mi umiliano con lo sguardo...». Si sente diversa da tutte le altre. «Vuoi sapere come ha passato l’ultimo Capodanno la trans più amata dagli italiani? Sono stata a casa, ho acceso il computer e mi sono masturbata davanti a un sito porno. Faceva freddo. A mezzanotte ho portato i cani fuori e poi sono andata a letto, da sola».