Cristina Lodi, Libero 27/8/2010, 27 agosto 2010
IL TERRENO ROMANO PAGATO DA GAUCCI E FINITO A LADY FINI
La vedova Margherita Cialdea, anni 83 e la memoria del pachiderma, sarà uno dei numerosi testimoni che vedremo sfilare davanti al pubblico ministero di Perugia, Antonella Duchini, quando a settembre l’indagine penale sui beni della famiglia Tulliani sarà irreversibilmente decollata. La Procura indaga sul patrimonio milionario intestato alla compagna di Gianfranco Fini, ai genitori e al fratello di lei. A sentire l’ex fidanzatone miliardario, Luciano Gaucci, quelle proprietà sarebbero state acquistate con i soldi da lui medesimo elargiti e che adesso lui pretenderebbe riavere indietro. Il grosso del gruzzolo (secondo i magistrati) proverrebbe dalle casse del Perugia calcio, di cui Gaucci fu presidente dal ’91 fino al crack finanziario del 2005.
Patron Luciano oggi lamenta che, ai bei tempi, avrebbe comprato beni alla bionda Elisabetta consegnandole miliardi di lire («almeno tre e mezzo» sottolinea) e sempre in contanti. Liquido. Cash. Plichi di banconote fruscianti, avvolti in carta (ironia della sorte) di giornale. La vedova Margherita Cialdea lo sa bene, perché ai Tulliani ha venduto un terreno. Presente, alla firma del rogito, anche Luciano Gaucci. La signora Margherita lo racconta bellamente a Panorama che oggi pubblica la notizia, documentandone ogni rigo: «Sono passati diversi anni e ho una certa età, ma ricordo che firmammo l’atto a Palestrina. Insieme con me c’erano Luciano Gaucci e la signorina Elisabetta Tulliani». Era il 1999, settembre. Margherita va dal notaio Giuseppe Valente e firma la vendita di un terreno: due ettari e mezzo, a Capranica Prenestina (Roma). La venditrice conosce bene Gaucci: «Aveva casa qui a Capranica, il terreno deve essere piaciuto proprio a lui». Però l’appezzamento viene ufficialmente venduto alla neonata società Wind Rose, immobiliare della famiglia Tulliani. Panorama riporta uno stralcio del rogito: «Il prezzo della vendita convenuto tra le parti, viene dichiarato a me notaio in lire sessanta milioni, che la venditrice dichiara di avere già ricevuto». Sessanta milioni di lire pagati in contante. «Certo, banconote», sottolinea la vedova. Inconsapevole offre così un assist perfetto a Luciano Gaucci, il quale da settimane dichiara che la “holding” Tulliani ha comprato beni, appartamenti, terreni, quadri e monili pagando con le sue banconote. Oltre all’inchiesta penale, è n corso la causa civile. E l’avvocato dell’ex patron del Perugia, Angelo Alessandro Sammarco, ha pronta la lista dei testimoni da portare in Procura. Lo stesso Gaucci il mese prossimo
andrà dal magistrato. Mentre il suo difensore convocherà in studio Elisabetta Tulliani e parenti: «A quel punto la famiglia al completo non potrà sottrarsi all’interrogatorio. E qualora ci provasse, risponderà alle mie domande davanti al pm, come vuole la legge». Intanto la disfida fra i due ex fidanzati procede. Lei: ho comprato tutto con i soldi vinti al Superenalotto. Lui: ho foraggiato i Tulliani tutti con denaro contante, a questi signori ho consegnato almeno tre miliardi e mezzo di lire, e li sfido a provare il contrario.
Ma non finisce qui, il settimanale diretto da Giorgio Mulè, oltre al racconto dell’arzilla vedova che ha intascato sessanta milioni dalla vendita del terreno di Capranica Prenestina, cita altri testimoni. E una sfilza di affari immobiliari, a beneficio dei Tulliani, “beneficiati” dalla banconota-Gaucci. Dice Antonio Ammente, ex geometra di casa: «Il signor Luciano usava solo il liquido. Pagava col contante. A Monteverde vecchio, per esempio, seguii per lui la ristrutturazione di uno stabile. Pagò cinquanta milioni di lire, tutti in banconote avvolte in carta di giornale». E ancora: «Dovevo comprare l’auto nuova. Glielo dissi e lui aprì un cassetto, tirò fuori venti milioni in contanti e disse: “Tieni, vatti a comprare la macchina”».
Gaucci stesso dice: «Pagavo col contante anche parte degli stipendi dei miei 3.500 dipendenti». La Procura lavora per scoprire come e da chi siano state pagate le proprietà intestate ai Tulliani, soprattutto quelle acquistate fra il ’98 e il 2004, quando fra Eli e Luciano era love story. All’epoca nei contratti di compravendita (chissà perché) non vengono mai precisate le modalità di pagamento. Cosa che invece (guarda il caso) avviene negli anni successivi. Panorama snocciola l’elenco degli acquisti ai tempi dell’amore che poi finirà, affari sui quali indagano i pm: nel ’98 quattro vani in via Sardegna a Roma; il 6 novembre dello stesso anno un altro stabile per 200 milioni; nel 2001 un comprensorio in via Raffaele Conforti; il 31 luglio anno Elisabetta compra due appartamenti al piano attico, mentre il fratello si accontenta di uno al quarto (lei versa 534 milioni di lire, lui 244); nel ’99 papà Sergio Tulliani e mamma Francesca Frau comprano a Capranica Prenestina un villino per 150 milioni di lire che rivendono l’anno dopo per 65. Il 7 giugno 2002 Gaucci cede ai Tulliani un mini appartamento per 70 mila euro, in via Conforti; quindi il negozio nel 2003 per 196 mila euro, rivenduto per 115 mila. In lire, le spese per case e terreni, ammontano a un miliardo e 200 milioni. E sostiene Gaucci, ci sono anche cinque auto di lusso, quadri per due miliardi di lire, più i gioielli: un altro miliardo.