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 2010  agosto 27 Venerdì calendario

«È UNA BOLLA DI SAPONE» L’ULTIMA ASSEMBLEA DI VERDINI. POI INTERVENNE BANKITALIA —

«Finirà tutto in una bolla di sapone, punto». Se è una bolla di sapone il commissariamento della sua banca deciso da Bankitalia per «conflitto di interessi», «totale accentramento dei poteri», «impieghi a rischio», «gravi carenze e irregolarità» nell’antiriciclaggio, allora Denis Verdini aveva ragione. Il coordinatore nazionale del Pdl lo disse il giorno dell’assemblea del Credito Cooperativo Fiorentino davanti a 183 soci presenti a Campi di Bisenzio (Firenze) su 1.009 totali. Non un’assemblea qualsiasi. «Questo — esordì il presidente Verdini — è il luogo nel quale parlare con trasparenza dei fatti, dove tutto viene registrato e trascritto sul verbale. È una sede in cui non si possono dire sciocchezze, né bugie».
Il verbale è l’atto finale della sua presidenza, chiusa dal rapporto di Bankitalia che aveva concluso l’ispezione da due giorni, il 21 maggio.
Il documento è accompagnato da un bilancio dove spicca un dato. Nell’anno in cui la banca è stata commissariata e in cui sono emerse gravissime irregolarità di gestione (che Verdini oggi respinge), il consiglio di amministrazione e i sindaci hanno incassato un compenso superiore al precedente.
Voleva sfogarsi Verdini. Ai soci raccontava che «l’accusa nei miei confronti è aver favorito la nomina del Sovrintendente delle Opere Pubbliche di Firenze» allo scopo di «favorire un cliente della banca che si chiama Baldassini-Tognozzi-Pontello (Btp)». «Una specie di ciclone ha investito la banca», diceva. Poi rassicurava: «Ho chiarito ai magistrati come stanno i fatti veri». La colpa è dei giornali che fanno «un chiasso bestiale».
Chi sfogliava il bilancio leggeva frasi del tipo: «Non sono state poste in essere operazioni di natura atipica o inusuale»; «i rapporti tra l’istituto e i propri esponenti sono riconducibili tout court alla normale operatività». E il collegio sindacale non sindacava: «Non sono emersi fatti significativi tali da richiedere la segnalazione alla Banca d’Italia». Uno dei sindaci, Luciano Belli, è in affari con la famiglia Verdini. Il verbale annota l’intervento del presidente dei sindaci il quale racconta che è lì dal 1996/’97.
In tre mesi, dal 25 febbraio al 21 maggio, Bankitalia ha ribaltato il Credito e deciso di mandare a casa il consiglio e anche i sindaci. Sia quelli in affari con Verdini sia quelli che, pagati, hanno fatto una fantastica dormita lunga 14 anni.
No problem diceva Verdini nel verbale dove «non si possono dire sciocchezze e bugie». Nessun problema per l’esposizione con Btp perché ci sono garanzie ipotecarie o i pegni sulle azioni delle società. Solo che in un malaugurato caso di fallimento certe garanzie (il pegno sulle azioni) valgono zero.
Racconta Verdini delle transazioni del Giornale della Toscana via Credito Fiorentino. «La banca non c’entra, è colpa dei media che fanno di ogni erba un fascio». C’è anche Bankitalia, per la verità, che ha invitato (cioè obbligato) la banca a classificare «crediti deteriorati» partite per 73 milioni di euro (di cui 20 a sofferenza). Ai soci plaudenti dev’essere sfuggito il semplice collegamento matematico con il patrimonio della banca: 56 milioni. Poi si saprà degli amici di Verdini con le tasche «gonfie» di finanziamenti . Sul Giornale della Toscana Verdini mette a verbale che ha solo il 20%, quindi non è suo ma ne è — dice — «l’anima».
Verdini, è vero, ha solo il 20% della società editrice (Società Toscana di Edizioni-Ste) ma la moglie ha il 12% e un 2% è in mano al presidente Girolamo Strozzi Majorca Renzi che è anche membro del consiglio di Mps Capital Service (una delle banche che con Verdini ha maggiormente finanziato Btp). Una cooperativa ha il 51% del giornale e ogni anno la Ste riceve i contributi dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.
«Siamo una vera banca cooperativa», «serviamo i nostri soci».
E il bilancio fissa orgogliosamente una percentuale: 58% delle erogazioni. Poi però vai a vedere chi sono i soci e dietro innumerevoli srl noti buona parte dell’arcipelago Btp (il principale cliente finanziato), gli amici di Verdini, i titolari del gruppo, famiglie vicine ecc. Una bolla di sapone.
Mario Gerevini