Sissi Bellomo, Il Sole-24 Ore 27/8/2010, 27 agosto 2010
ORO LANCIATO VERSO NUOVI RECORD
Gli analisti giurano che è questione di settimane, se non di giorni: l’oro è vicino ad aggiornare nuovamente, per la terza volta nel 2010, il record storico, superando il picco di 1.264,90 dollari l’oncia raggiunto in giugno. A giustificare l’attesa sono sia l’analisi tecnica, sia l’osservazione dei fondamentali, con un’offerta che fatica a tenere il passo di una domanda di nuovo in ottima forma, non solo sul fronte degli investimenti, ma anche –fenomeno più recente – nel settore della gioielleria. I consumatori, secondo Eily Ong del World Gold Council (Wgc), «sembrano essersi abituati ai prezzi più elevati» e in India la stagione dei festival è appena cominciata sotto i migliori auspici: i contadini, soddisfatti dalle abbondanti piogge monsoniche, quest’anno stanno dimostrando una buona propensione a spendere.
A riportare l’oro nel radar degli investitori, dopo una performance estiva un po’ appannata, è stato invece il riemergere del pessimismo sull’economia statunitense – evidenziato questa settimana da una serie di dati negativi – e il risveglio dei timori sui conti pubblici europei, con il recente downgrading dell’Irlanda. In pochi giorni le quotazioni hanno superato importanti soglie di resistenza, spingendosi fino a 1.244 $/oncia, il massimo da due mesi e appena una ventina di dollari sotto il record storico. Significativamente, la stessa dinamica si è riprodotta anche in euro e in sterline: segno che il rally ha una sua forza intrinseca e non è generato soltanto da riallineamenti tra le valute.
Secondo le ultime statistiche del Wgc nel secondo trimestre la domanda di oro è salita del 36% su base annua, a 1.050 tonnellate. Oltre la metà – 534,4 tonn. – è rappresentata dagli investimenti, aumentati del 118% rispetto a un anno prima. Particolarmente forte, in confronto al secondo trimestre 2008, è stata la crescita negli Etf basati su accantonamenti di oro fisico (+414% a 291,3 tonn). Ma il fenomeno più sorprendente è la crescente fame di oro degli europei, che sempre più spesso tende a essere soddisfatta nelle forme più concrete e tangibili.
Come tanti piccoli Paperoni, impauriti dalla traiettoria dei conti pubblici,dell’economia reale e dei listini azionari, ci siamo buttati su monete e lingotti: tra aprile e giugno ne abbiamo acquistati per 84,8 tonnellate, circa il 40% del totale nel mondo e oltre il doppio rispetto al trimestre precedente. Passione recente la nostra: tra il 2003 e il 2007 ne accumulavamo in media appena una decina di tonnellate l’anno. Anche stavolta gli acquisti sono concentrati soprattutto in Germania e Svizzera: insieme "coprono" l’83% del totale. Tuttavia, avverte lo stesso Wgc, a essere registrato è il luogo della transazione, non la nazionalità degli investitori.