Gianni Trovati, Il Sole 24 Ore 27/8/2010, 27 agosto 2010
ITALIANI CON IL VIZIO DELLA VELOCITÀ - È
presto per trarre conclusioni definitive, ma il battage estivo sul nuovo codice della strada non sembra aver alleggerito il piede degli italiani al volante. A guardare i primi dati della polizia stradale, il debutto agostano delle nuove regole conferma la passione degli automobilisti per la velocità; nei primi 25 giorni di questo mese (il nuovo codice è in vigore dal 30 luglio), i controlli della polizia sulle autostrade e le altre strade di grande scorrimento hanno pizzicato quasi 45mila veicoli oltre i limiti, con un aumento del 21,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Chi si attendeva un effetto deterrente dalle nuove norme che impongono di segnalare gli autovelox almeno un chilometro prima del punto di controllo, insomma, per ora rimane deluso.
Che abbia ragione l’Economist? Nel numero in edicola oggi il settimanale fa sfoggio di scetticismo britannico sulle possibilità effettive che le nuove regole migliorino la situazione delle nostre strade dominate da «anarchia, ignoranza della legge o dall’idea che le regole siano opzional ». Il tentativo è generoso, riconosce il settimanale inglese, ma «in Italia l’auto ha sempre avuto la precedenza».
Sarà. Certo, i primi numeri della Polstrada non indicano drastici cambi di rotta: mentre le pattuglie sulle strade rimangono più o meno le stesse (c’è un aumento dell’1% rispetto all’agosto scorso), si impennano i punti patente decurtati (questo mese finora ne sono stati tagliati oltre 277mila, il 17,1% in più dell’anno scorso), e l’eccesso di velocità traina l’aumento complessivo delle infrazioni (sono state 175mila, +9,1% rispetto alle stesse settimane del 2009). Altri dati, però, sono assai più confortanti: gli incidenti sono diminuiti del 9%, e si sono ridotti di un terzo quelli con vittime, in particolare fuori dalle autostrade. Continua a migliorare, come già accadeva prima del via libera alle nuove regole, anche il nostro rapporto con caschi e cinture; purtroppo, non sembra peggiorare nemmeno il rapporto con l’alcol, visto che per il momento le sanzioni rimangono allo stesso livello dell’anno scorso, nonostante qualche possibile difficoltà in più nel rilevamento (si veda l’articolo a fianco). Per avere un bilancio completo, comunque, bisognerà aspettare l’emersione dei primi dai dei carabinieri e, soprattutto, della Polizia municipale, che rileva più del 60% di incidenti e sanzioni. Nei comuni le prospettive sono legate soprattutto alle novità sugli autovelox; l’obbligo di segnalazione può avere effetti maggiori lontano dalle autostrade, e soprattutto i sindaci perdono il 50% delle entrate maturate sulle strade di proprietà di altri enti. Il tratto di statale che passa nel comune, insomma, non sarà più la la gallina dalle uova d’oro per i bilanci locali, e per questa via rischia di affievolirsi una voce importante in molti bilanci locali. Alla ricerca di alternative "di cassa", le prospettive più promettenti arrivano dalla depenalizzazione per chi supera di poco i tassi alcolemici permessi al volante. La sanzione per chi guida con un valore compreso fra 0,5 e 0,8 grammi per litro è stata depena-lizzata, con l’eccezione di giovani fino a 21 anni, neopatentati e autisti professionali, con la conseguenza che i proventi (da 500 a 2000 euro) finiscono al comune. Visto l’allarme sociale e mediatico che caratterizza la guida in stato di ebbrezza, è facile prevedere un’intensificarsi dei controlli in questo senso. Attenzione, però, perché fare cassa con i soldi delle multe dovrebbe diventare più difficile per tutti: la riforma del codice della strada rafforza i vecchi obblighi di destinare alla sicurezza stradale almeno metà dei proventi delle sanzioni, e minaccia tagli ai fondi per chi non rispetta questa regola.