Salvatore Carrubba, Il Sole 24 Ore 27/8/2010, 27 agosto 2010
DOPO MELFI, LA NOMINA DEL MINISTRO
Come consulente del lavoro, ho sempre suggerito alle aziende mie clienti l’atteggiamento che oggi sta tenendo la Fiat. Che i sindacati non siano mai stati d’accordo su questa prassi è fuori discussione; trovo giusto che la Cei faccia sentire la propria voce a favore dei licenziati;un po’ meno giusto,pur con tutto il rispetto per l’istituzione, lo schieramento di chi, essendo super partes, dovrebbe evitare di prendere posizione a favore dell’uno o dell’altro contendente. Norberto Ferretti
e-mail • Desidero esprimere il mio biasimo verso quelli che hanno preso le parti degli operai a prescindere dai fatti. La magistratura dovrà accertare:se c’è stato sabotaggio,se gli operai sono gli autori del misfatto e sentenziare di conseguenza. Al di fuori di questo si fanno chiacchiere.
Paolo Codecasa
e-mail • La vicenda di Melfi dà la misura del compito immane che sta di fronte ai liberali. Infatti, lo scatto simultaneo di magistratura, presidenza della Repubblica e Chiesa col contorno piagnucoloso dei tg dimostra quanto il costume marxista sia penetrato nel distorcere gli elementi base dello stato di diritto.
Luigi Fressoia
e-mail • Diversi commentatori, su diversi giornali, stanno insistendo in questi giorni che la vicenda di Melfi riguarda un nuovo sistema di relazioni industriali, da mettere a punto per consentire all’industria italiana (non solo alla Fiat) di reggere una concorrenza internazionale sempre più aggressiva (oltre che indifferente alle pronunce dei giudici italiani): lo stesso presidente della Repubblica lo ha scritto esplicitamente nella sua lettera, che va letta integralmente. Naturalmente, si tratta di capire se questo processo, certamente travagliato, debba essere addossato esclusivamente alle parti sociali; ovvero se il governo possa e voglia svolgere un ruolo, come ancora Napolitano ha sollecitato ieri.
Un bel segnale verrebbe dalla nomina del ministro competente.