Varie, 27 agosto 2010
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Thain John
• Antioch (Stati Uniti) 26 maggio 1955. Banchiere. Dal febbraio 2010 chief executive di Cit , gigante del credito alle piccole e medie imprese • «[...] ex gran capo di Merrill Lynch cacciato da Bank of America all’indomani della fusione d’emergenza tra i due gruppi [...] a Merrill era giunto nel 2007 con un contratto, durato solo un anno, da 44 milioni. [...]» (Marco Valsania, “Il Sole 24 Ore” 9/2/2010) • «[...] era l’invidiato direttore generale di Goldman Sachs, la più prestigiosa banca di Wall Street. Per questo, quando Dick Grasso aveva dovuto abbandonare la guida della Borsa di New York, attaccato dall’allora capo della Procura dello Stato, Eliot Spitzer, con l’accusa di aver percepito compensi eccessivi, erogati seguendo una procedura irregolare, i consiglieri dello Stock Exchange si erano rivolti proprio a Thain: dopo l’avidità di Grasso, puntavano sulla sua immagine di uomo integro e autorevole per ridare lustro all’istituzione. Lui aveva presieduto la Borsa con piglio regale, fino alla mossa ardita di rompere il tabù della legislazione per la trasparenza contabile imposta dal Congresso dopo lo scandalo Enron: fu il primo a criticare apertamente la legge Sarbanes Oxley, varata due anni prima, sostenendo che ostacolava gli affari. Poi, nel 2007, la decisione di passare alla guida di Merrill Lynch, a quei tempi seconda banca d’affari americana: un istituto già in difficoltà, ma che allora sembrava solido, facilmente risanabile. Il 2008 è stato, invece, per Thain, un calvario ma a metà settembre, con un colpo di reni, era riuscito a evitare il disastro quando, nelle stesse ore in cui falliva la Lehman di Dick Fuld, Merrill era stata tratta in salvo da Bank of America. Dimenticando la lezione del “caso Grasso”, Thain (il manager più pagato d’America nel 2007 con 83 milioni), alla fine di un disastroso 2008 si era anche infilato in un singolare contenzioso col board del suo istituto, chiedendo un “bonus” straordinario di 10 milioni: è vero, la banca va molto male - aveva spiegato agli esterrefatti amministratori ma io merito un premio perché, vendendola a Bank of America, ho salvato il patrimonio degli azionisti. La richiesta era stata comunque respinta. Poi il rapido epilogo di una carriera che sembra la trama di un nuovo film sull’avidità del mondo degli affari, vent’anni dopo il Gordon Gekko di “Wall Street”» (Massimo Gaggi, “Corriere della Sera” 23/1/2009).