Richard Marosi, il Fatto Quotidiano 27/8/2010, 27 agosto 2010
LOS TUCANES BASTA CON LE NARCO BALLATE
Nell’ultimo concerto a Tijuana “Los Tucanes” non si fanno pregare. Il leader del gruppo, il baffuto Mario Quintero, fa un profondo inchino per dare il benvenuto ad un paio dei fan più sinistri e temuti della band, due boss della criminalità organizzata noti con i soprannomi di El Teo e Muletas (Stampelle). “I miei omaggi a El Teo e al suo compagno Muletas – dice Quintero – “Arriba la mana”. Cioè: “Viva la mala”. E nello storico autodromo di Agua Caliente la folla applaude entusiasta.
I loro pezzi vietati
anche via radio
IL CAPO DELLA POLIZIA
cittadina, Julian Leyzaola, successivamente informato, schiuma di rabbia. Nel novembre scorso, mentre il gruppo si preparava per un altro concerto a Tijuana dove ci si aspettava che avrebbe nuovamente inneggiato ai re della droga, Leyzaola ha staccato la spina facendo andare su tutte le furie 11.000 persone che avevano già comprato il biglietto.Aquasiunannodidistanza permane il divieto per Los Tucanes di esibirsi in città. “È triste non poter suonare a Tijuana visto che lì è nato il nostro gruppo”, ha detto Quintero, intervistato prima di uno spettacolo il mese scorso a San Diego, la città più vicina al paese natio della band che ha ottenuto anche la nomination per il Grammy Award. Gruppi musicali come Los Tucanes che suonano narcocorridos, cioè a dire ballate accompagnate dalla fisarmonica che raccontano le gesta dei signori della droga, sono stati colpiti in tutto il Messico da una serie di provvedimenti restrittivi del governo. In alcune città la loro musica non può essere trasmessa dalle radio, nei locali notturni e nemmeno sugli autobus. Diversimusicistisonostatiassassinati, con ogni probabilità da trafficanti che non avevano graditocanzonidedicateatrafficanti rivali. A Tijuana, dove i gruppi musicali sono stati oggetto di retatedapartedellapolizia,lacampagna è stata particolarmente decisa trasformandosi in una vera e propria faida tra due dei simboli più popolari della città: la musica nortena (NdT, musica nata nel nord del Messico al confine con il Texas) assurta alla fama con canzoni sui malavitosi e il capo della polizia diventato famoso per l’azione di contrasto nei confronti di questo genere musicale.
45 agenti morti e
loro elogiano i killer
LEYZAOLA , un capo della polizia dai modi spicci e decisi, accusa il gruppo di aver composto una canzone nella quale lo si minaccia apertamente. Ha aperto una inchiesta e ha minacciato di arrestarli se si fossero ancora esibiti in città. Sebbene Teo (Teodoro Garcia Simental) e Muletas (Raydel Lopez Uriarte) siano stati arrestati all’inizio dell’anno, Leyzaola ritiene che la band rappresenti ancora un pericolo. L’elogio, in occasione dell’ultimo concerto a Tijuana, degli uomini che avevano ucciso 45 dei suoi agenti è la prova degli stretti legami con la criminalitàorganizzata,diceilcapo dellapolizia.“Logridavanoapertamente. In pubblico”, dice Leyzaola. Quintero, prima chitarra e compositore dei Los Tucanes, nell’affrontare l’argomento sceglieconcuraleparole.Perunuomo con la fama di amico della malavita ha un’aria straordinariamente mite e innocua. Modi gentili, molto educato, il quarantennepadreditrefiglidicechele parole delle sue canzoni riflettono la dura realtà. E in ultima analisi deve rispondere al suo pubblico, anche ai fan meno presentabili. “Leyzaola non dovrebbe dareainostricorridoslacolpadella morte dei suoi agenti”. Los Tucanes divennero famosi negli ani ’90 con canzoni piene di doppi sensi e testi volgari che parlavano delle avventure dei narcotrafficantiripresedalleprime pagine dei giornali, in modo particolare quelle riguardanti il cartello del concittadino Arellano Felix. La band, costituita da cugini originari di Sinaloa, allargò il suo repertorio con ballate e divenneinbreveunadellepiùfamose del Messico. Mentre la band incrementava la propria popolarità, Tijuana precipitava nellaspiraledellaviolenza.Negli ultimi anni il cartello di Arellano Felixsièdissoltodandovitaanumerose fazioni che si fanno la guerra, cosa che ha trasformato la città in una discarica di cadaveri decapitati e sconciati. Leyzaolahapresopossessodella carica di capo della polizia verso la fine del 2007 e ha immediatamente avviato una offensiva contro la criminalità organizzata. Collaborando con l’esercito messicano, ha incluso tra i suoi obiettivi anche le band di narcocorridos. La polizia ha fatto irruzione nelle feste di quinceaneras (feste di compleanno per l’entrata in società delle ragazze che compiono 15 anni) e in quelle organizzate sugli yacht di lusso alla presenza dei criminali “più ricercati”, ha arrestato i membri deigruppimusicalielihaportati in manette a Città del Messico per interrogarli.
Una musica che
corrompe i giovani
LE BAND di narcocorridos possono esibirsi in città solo se rispettanoleregoleimpostedaLeyzaola. Debbono firmare un contratto che prevede il congelamento del compenso pattuito se suonano canzoni che inneggiano ai narcotrafficanti. Inoltre gli agenti di Leyzaola sono presenti sul palco e tolgono immediatamentelacorrenteseilgruppo non si attiene al programma approvato dalla polizia. Quando all’inizio dell’anno il cantante El Komander firmò un contratto per esibirsi in un nightclub, Leyzaola gli fece visita prima dello spettacolo e lo fece accomodare al suo tavolo. “Gli dissi: sei a Tijuana e qui non puoi venire a fare il comodo tuo”, disse. “Tu canti narcocorridos,maquinonlopermettiamo perchè non vogliamo che i giovani vedano nei narcotrafficanti modelli positivi da imitare”.L’ipotesichelamusicapossa indurre i giovani ad abbracciare la vita del crimine suscita un coro di critiche da parte dei gruppi musicali, degli appassionati e di molti commentatori. La repressione, dicono, è una scelta sbagliata, minaccia la libertà di espressione e serve a distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dai fallimenti del governo.
Ma i loro canti
piacciono alle masse
I CANTANTI di narcocorridos, negando ogni legame con la criminalità organizzata, sostengono che la loro musica parla alle masse povere e politicamente emarginate del Messico dando voce alle loro frustrazioni. Il cantante Roberto Tapia, anch’egli bandito da Tijuana, dice che la gente dello stato di Sinaloa, in cui vive, considera i signori della droga delle specie di Robin Hood. “Perchè non uccidono e non sequestrano. Saranno anche implicati nel narcotraffico, ma desiderano aiutare la gente”, afferma Tapia. Il codice criminale di cui parla Tapia è però cambiato. Un tempo i capi dei cartelli facevano transitare le partite di droga in città e la violenza era diretta contro ambienti della malavita. Oggi è emerso un nuovo genere di criminali, tipi alla Garcia e alla Lopez che hanno accumulato fortune sequestrando cittadini. Los Tucanes fedeli alla loro formula, hanno composto nuove canzoni per celebrare i successi della nuova generazione di signori della droga. In El mas Bravo de los Bravos (Il più audace degli audaci) Lopez viene descritto come il Rambo di Tijuana: tuta mimetica e fucile d’assalto agitato dal finestrino della sua auto blindata.
Un grande concerto
a San Diego
IN UN’ALTRA CANZONE
Quintero prende in giro l’arresto da parte di Leyzaola di alcuni uomini inviati da Lopez per ucciderlo. Secondo i critici era prevedibile una reazione sfavorevole nei confronti del gruppo musicale. “La loro musica ritrae i narcos come eroi. Per noi non sono eroi”, dice Gabriel Benavides, un uomo d’affari la cui famigliahadovutolasciarelacittàdopo che gli uomini di Garcia avevano rapito un loro parente. Los Tucanes cercano di mantenere la calma. La maggior parte dei membri della band vive nella periferia di San Diego, dove di recente si sono esibiti davanti a 7.000 spettatori. Quintero si considera una sorta di menestrello che con la sua musica
svolge un’opera di
denuncia su quanto avviene a Tijuana. Quando Los Tucanes salgono sul palco, sul megaschermo alle loro spalle passano immagini di uomini armati, circondati da donne avvenenti, che si scolano un bicchiere dopo l’altro. Quando la band inizia con il repertorio classico di narcocorridos, la folla prende ad ondeggiare. Padri e figlie, coppiette di adolescenti, donne in minigonna e immigranti soli si prendono per mano e cominciano a cantare in coro. Ma il tono “familiare” del concerto non piace a tutti i fan. “Los Tucanes hanno perso il loro tocco. Sono diventati prudenti”, dice Jose Velasquez, 27 anni, operaio edile di SanDiego.“Sonodiventatifamosi e hanno messo la sordina”.