Alberto Pinna, Corriere della Sera 26/08/2010; Margherita De Bac, ib.; Erika Dellacasa, ib., 26 agosto 2010
3 articoli –DONNA MUORE IN SPIAGGIA DOPO UNA PUNTURA DI MEDUSA — Faceva il bagno tranquillamente, all’improvviso si è trascinata verso la riva e ha gridato: «Aiuto, mi ha punto! Mi ha punto!»
3 articoli –DONNA MUORE IN SPIAGGIA DOPO UNA PUNTURA DI MEDUSA — Faceva il bagno tranquillamente, all’improvviso si è trascinata verso la riva e ha gridato: «Aiuto, mi ha punto! Mi ha punto!». Forse soltanto sfiorata da una medusa, una donna è morta dopo uno choc anafilattico per arresto cardiocircolatorio. Invano i bagnini e poi i medici del 118 hanno cercato di rianimarla: Maria Furcas, 69 anni, ha perduto conoscenza sotto gli occhi di centinaia di villeggianti sulla spiaggia di Porto Tramatzu, costa sud orientale sarda, e non si è più ripresa. Nessuno ha visto la medusa «attaccare», non è disponibile un referto medico, il magistrato non ha ordinato l’autopsia e ha invece autorizzato i familiari a portare a casa il corpo. Impossibile, perciò, attribuire con certezza il decesso, anche se la presenza di questi organismi marini è stata segnalata nell’ultimo scorcio di agosto in quantità eccezionali nei mari intorno alla Sardegna. Maria Furcas, pensionata, era partita da San Nicolò Gerrei (paese dell’entroterra) di primo mattino; con la sorella Daniela e una cugina voleva godersi una giornata di mare. Porto Tramatzu è una spiaggia lunga poco più di 500 metri, mare cristallino, frequentata soprattutto da famiglie; da un lato c’è la marina di Porto Corallo, a nord il villaggio Corallo Vacanze. Ancora oltre un complesso di villette e appartamenti che si spinge fin quasi ai confini con la base militare e il poligono missilistico di Capo San Lorenzo. Sulla spiaggia ci sono tre stabilimenti balneari, con punti ristoro e servizi, e un ampio spazio libero. Maria Furcas si è fermata sul litorale libero, ha preso il sole per un’ora, ha chiacchierato con i vicini d’ombrellone. Sembrava tranquilla. Verso le 10 ha cercato refrigerio in acqua; poco dopo è uscita, urlando e trascinando una gamba. «Indicava la coscia destra, che infatti aveva un vistoso arrossamento» ha riferito uno dei bagnini. Sono accorsi altri addetti alla sicurezza degli stabilimenti. La signora respirava con affanno. Hanno cercato di somministrarle aria con i mezzi di primo intervento, è arrivato un medico del vicino villaggio turistico e poi l’ambulanza del 118. Maria Furcas non è riuscita a riprendersi. Il battito del cuore si è fatto sempre più debole, è sopravvenuto un collasso cardiocircolatorio e, infine, l’arresto cardiaco. Sulla spiaggia molta confusione, si è diffusa la voce — poi smentita — dell’attacco di una medusa gigante, gran parte dei villeggianti si sono spaventati e sono andati via. Anche sulla medusa non c’è la certezza assoluta; alcuni turisti hanno raccontato che la signora era stata punta da un pesce velenoso, la tracina. A mezzogiorno il magistrato ha autorizzato i carabinieri a far rimuovere il corpo. Maria Furcas era nata a Gorizia, ha lavorato fino a qualche anno fa al comune di Vittorio Veneto, poi è andata in pensione, ha deciso di ritornare in Sardegna, a San Nicolò Gerrei, paese dei genitori, e viveva sola nella casa ereditata dai nonni. Sulla costa orientale della Sardegna l’invasione delle meduse (per l’alta temperatura dell’acqua) è monitorata da luglio, con frequenti casi di ustioni. «Soltanto a Porto Tramatzu — affermano iresponsabili di spiaggia degli stabilimenti — ci sono una ventina di "punture" al giorno, colpiti soprattutto bambini. In certi momenti sconsigliamo di fare il bagno, ma poi le correnti portano al largo le meduse e tutto ritorna normale». Almeno fino a ieri. Alberto Pinna «CASO ECCEZIONALE, LA CURA E’ IL CORTISONE» — «Un caso eccezionale che può dipendere dalla reattività individuale alle sostanze allergiche. Non bisogna allarmarsi. Ogni anno migliaia di italiani vengono punti da meduse e riportano bruciature che nel giro di un paio d’ore scompaiono», commenta l’immunologo Fernando Aiuti. Cosa può aver causato la morte di questa donna in Sardegna per shock anafilattico? «L’ipotesi è che la signora avesse una reattività al di fuori della norma agli allergeni. Questo dipende da una predisposizione genetica. La stessa che ci rende più suscettibili anche alla puntura di insetti come vespe, zanzare e pappataci». È plausibile che sia sufficiente il contatto con la medusa per mettere in pericolo la vita di un bagnante? «La puntura diventa pericolosa solo se la sostanza penetra rapidamente nell’organismo attraverso le mucose di occhi, bocca e naso. Non esistono in letteratura precedenti di persone colpite da choc anafilattico dopo essere state toccate sulla cute». Quali sono i rimedi efficaci contro le banali ustioni da medusa? «Pomate al cortisone o a base di antistaminici. Nei casi più gravi iniezioni di cortisone al pronto soccorso. Tutto il resto è inutile». Margherita De Bac «IL PERICOLO E’ LA CARAVELLA ARRIVATA DAI TROPICI» - Il contatto con alcune meduse può essere mortale, anche per l’uomo. I biologi marini lo confermano. Una delle specie più pericolose è la Physalia, chiamata anche «Caravella portoghese», da un paio d’anni avvistata anche nei nostri mari, soprattutto sul versante tirrenico. «Abbiamo avuto segnalazioni di Caravelle al largo della Sicilia, della Sardegna e della Corsica» conferma Ferdinando Boero, docente dell’università di Lecce, che ha organizzato un monitoraggio delle meduse sulla base delle segnalazioni di pescatori e bagnanti. La Caravella ha già ucciso, ma in mari lontani, in Florida e in Australia. «La donna morta in Florida — dice Boero — ha avuto un arresto cardiaco provocato forse dal dolore intensissimo della "frustata" del tentacolo di questa medusa. Al dolore si possono aggiungere fattori emotivi, le reazioni al veleno come lo choc anafilattico». Lo scorso anno in Corsica una donna «toccata» dalla Caravella è stata salvata da un’iniezione di cortisone praticata dal marito farmacista. «La Caravella — spiega il biologo dell’Acquario di Genova Stefano Angelini — in realtà è un insieme di più organismi, una specie di condominio animale in cui ogni organismo ha una specializzazione. I componenti del tentacolo, che può essere lungo anche venti metri, secernono una neurotossina di origine proteica che agisce paralizzando le prede». Erika Dellacasa