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 2010  agosto 26 Giovedì calendario

TERRA NAOMI Saratoga Springs (Stati Uniti) 23 giugno 1976. Cantante • «Se è vero che YouTube – e Internet più in generale – è una cloaca che ha drammaticamente realizzato la profezia di Warhol sul quarto d’ora di celebrità che prima o poi sarebbe toccato a tutti, è però anche capace di realizzare quello che neppure il più attento discografico è in grado di fare

TERRA NAOMI Saratoga Springs (Stati Uniti) 23 giugno 1976. Cantante • «Se è vero che YouTube – e Internet più in generale – è una cloaca che ha drammaticamente realizzato la profezia di Warhol sul quarto d’ora di celebrità che prima o poi sarebbe toccato a tutti, è però anche capace di realizzare quello che neppure il più attento discografico è in grado di fare. La storia di Terra Naomi è la dimostrazione che il Web quando vuole sa essere sanamente democratico e riconoscere persino le cose belle. Nata a New York, Terra cresce studiando pianoforte. Poi va in Michigan, dove studia l’opera lirica e casca nella droga, fino a che decide di non continuare nessuna delle due “attività”. Torna a New York, si compra una chitarra, scrive poesie e canzoni e va a suonarle in giro per l’America in piccoli locali, autofinanziandosi. Fino a qui la storia non è così diversa da quella di chi – secondo l’abusata retorica del poeta/cantante più o meno maledetto – prova a far fruttare un talento. Succede però che nel 2006 il prezzo della benzina sale, e Terra non ha più i soldi per girare gli Stati Uniti. Si inventa allora una cosa geniale e semplicissima: comincia un tour virtuale su YouTube, il “Virtual Summer Tour”. Ogni giorno accende la sua telecamera, ci si piazza davanti con la chitarra, e canta una canzone. A differenza delle ballerine di lap dance improvvisate che su Internet hanno tanti clic quanto labile è il ricordo che lasciano, Terra comincia a essere seguita. La sua voce (che ricorda quella di Alanis Morrissette) incanta la Rete, e in poche settimane i suoi video vengono visti da milioni di persone, raccogliendo fan in ogni parte del mondo. C’è chi le chiede di cantare cover di canzoni famose; lei prende la sua telecamera, si mette nel salotto di casa sua, e comincia: “Ciao, mi avete chiesto di suonare Rehab di Amy Winehouse. Be’, lo faccio”. E attacca a suonare. C’è una canzone che la rende veramente famosa, ed è “Say it’s possible” [...] C’è addirittura chi si è inventato duetti virtuali, in cui accompagna il video di Terra con la propria voce o la chitarra. Terra ci prende gusto, registra per il Web ovunque si trova: a casa, con alcuni amici che suonano strumenti improvvisati, come una lampada da tavolo. Certo, i clic non sono quasi mai il criterio per giudicare la qualità di un prodotto virtuale, ma che Terra abbia talento è sotto gli occhi di tutti. Destino vuole che proprio quell’anno YouTube lanci il primo premio per il miglior video musicale. Terra lo vince e poco dopo la Island Records le propone un contratto per un cd. Lei firma. Se il mondo andasse sempre come solitamente va, a questo punto la cinica macchina da soldi delle multinazionali discografiche avrebbe vinto, affogando la storia originale di Terra nel fiume limaccioso dei fuoriusciti dagli X-Factor di mezzo mondo. Ma la ragazza di New York (nel frattempo trasferitasi a Los Angeles) è troppo intelligente per cascarci. Prodotto il primo album, “Under the influence”, si rende conto che “è tutto quello che non voglio essere – scrive nella biografia sul suo sito internet – Una delle più grosse lezioni della mia vita: sii sincera con te stessa!”. Rompe con la Island e lo registra di nuovo; e questa volta le piace. Nel frattempo però ha cantato da comprimaria al Live Earth, concerto ambientalista del 2007 allo stadio di Wembley, davanti a 80.000 persone; altra botta di notorietà. In tutto ciò continua a fare quello che l’ha resa famosa: cantare su YouTube. [...]» (Piero Vietti, “Il Foglio” 17/12/2009).