Laura Rio, il Giornale 26/8/2010, pagina 28, 26 agosto 2010
GLI INGAGGI D’ORO (+
tabella) -
Il bubbone scoppia sul contratto di Antonella Clerici: un milione e ottocentomila euro a stagione per un biennio. A puntare il dito contro un esborso per la Rai che, in un momentodi grave situazione economica, pare eccessivo sono i consiglieri di amministrazione della Rai. Insomma, gli stessi cui spettano queste decisioni. Ma, si sa, la realtà nell’azienda di Stato è molto complessa. Per una volta, comunque, gli amministratori degli schieramenti opposti si dicono d’accordo. Sia Antonio Verro (in quota Pdl) sia Nino Rizzo Nervo (Pd) si sarebbero aspettati un passo indietro della conduttrice e un relativo taglio del cachet. Il contratto della conduttrice che a marzo ha regalato un Sanremo d’oro alla Rai deve essere firmato a giorni: l’accordo finale è per una cifra di 300 mila euro superiore a quella dell’anno scorso e di 200 mila inferiore a quella che lei stessa aveva chiesto: cioè due milioni di euro. Dall’entourage dell’artista si fa notare che il contratto di 1,8 è semplicemente pari a quello di due anni fa quando la star conduceva, oltre a Ti lascio una canzone , il fortunato programma con i bambini cantanti, anche La prova del cuoco , programma quotidiano e quindi di forte impegno, la cui guida la scorsa stagione era passata in mano a Elisa Isoardi. Ma- ricordano Verro e Rizzo Nervo - in qualsiasi caso, ora si dovrebbero calmierare tutti i cachet. Non per nulla il Cda, in una delle ultime sedute estive, aveva messo l’aut aut: o la Clerici accettava il compenso, oppure si poteva rischiare anche di perdere la sua collaborazione.
Sulla questione, però, aggiunge una considerazione giusta Giorgio Merlo ( Pd), vice presidente della commissione vigilanza Rai.
«Perché- si chiede- i due membri del Cda si fermano alla Clerici senza volgere lo sguardo ai contratti di altri artisti e conduttori, altrettanto esosi? ».
Dunque, ecco, per quanto abbiamo potuto sapere, quanto guadagneranno le principali star della Tv di Stato nella stagione televisiva (da settembre a giugno) che sta per cominciare. Si tratta, ovviamente, di cifre arrotondate, visto che, nonostante il canone sia pagato dal cittadino, i cachet non vengono ancora resi pubblici. Ricordando che il Cda Rai ha appena approvato un piano industriale che prevede una riduzione delle spese, i compensi dei divi restano alti anche per questioni di mercato: nomi altisonanti attraggono spettatori e pubblicità. Inoltre si deve distinguere da caso a caso, visto che alcuni personaggi fanno guadagnare molto di più di quanto vengano compensati. Vediamo i nomi più in vista: il contratto di Simona Ventura ( L’isola dei famosi e Quelli che il calcio ) si aggira sul milione e duecentomila euro, cifra che, come quella della Clerici, è destinata ad alzarsi notevolmente per i compensi derivanti dalle telepromozioni: per la Simo si arriva a 1,7 milioni. Il compenso di Fabio Fazio, è noto, si aggira sui due milioni, tra i più alti corrisposti da viale Mazzini. Serena Dandini arriva a settecentomila, Pippo Baudo a novecento, Michele Santoro a settecento e Giovanni Floris a cinquecento. Poi ci sono le star ritrovate, dopo anni lontano da viale Mazzini: sono Mara Venier, Lorella Cuccarini e Paola Perego che da settembre vedremo su Raiuno rispettivamente alla guida di La vita in diretta , Domenica In e Festa italiana
che sarà ribattezzata A casa di Paola . I cachet per tutte e tre si aggira tra le seicento e le settecentomila euro. Insomma, una montagna di soldi per un impiegato o un operaio, ma per le tre presentatrici somme concorrenziali rispetto al mercato televisivo. Molto di meno prendono le giovani dive di casa Rai: dai 300 mila di Caterina Balivo che da settembre emigra su Raidue, ai 200 mila circa di Eleonora Daniele, Veronica Maya ed Elisa Isoardi. Alcuni di questi contratti sono stati appena rinnovati, altri lo saranno a fine stagione. «Ma bisogna capire - chiosa il consigliere Verro - che la linea la deve dettare l’azienda e che sono finiti gli anni della sudditanza psicologica alle star. La Rai senza gli artisti non può far molto, ma lo stesso si può dire degli artisti senza la Tv di Stato».