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 2010  agosto 26 Giovedì calendario

Dalle lezioni di magia ipnotica alla fuga al Polo - Il più misterioso di tutti i dittato­ri: Adolf Hitler

Dalle lezioni di magia ipnotica alla fuga al Polo - Il più misterioso di tutti i dittato­ri: Adolf Hitler. Quello su cui si è detto e si è raccontato tutto e il contrario di tutto. Quello su cui si è più indagato, spesso senza cavare un ragno dal buco. Perché? Perché fu lo stesso Hitler, che fu un maestro nel fare del carisma un’ar­ma di potere politico, a creare attor­no a sé un’aura impenetrabile di leggenda. E in fondo che fosse leg­genda nera o bianca poco importa­va, contava solo che alimentasse il magnetismo del leader, quel Führerprinzip che, per primo, il na­zismo trasformò in forma teoretica e dottrina dello Stato. La questione delle origini ebraiche del «caporale bavarese», che pare finalmente aver trovato una risposta definitiva è infatti solo uno dei tanti enigmi le­gati al fondatore del Terzo Reich. Il dubbio più rilevante, quello che per gli storici, a partire da Hugh Trevor-Roper è stato un decennale rovello, è legato alla morte del ditta­tore. La versione ufficiale ha sem­pre parlato di avvelenamento da cianuro avvenuto il 30 aprile 1945, nel bunker della cancelleria. Subi­to dopo la morte il corpo del dittato­re, quello di Eva Braun e del cane Blondi furono trascinati fuori dal­l’ultimo Führerhauptquartiere , co­perti di benzina e rapidamente cre­mati. Infatti i riconoscimenti opera­ti dallo SMERSH ( il servizio segreto militare dell’Urss)sono stati opera­ti a partire dai calchi dentari. Pecca­to che quando nel 2009 gli archivi sovietici hanno finalmente consen­tito di effettuare studi indipendenti sui frammenti del presunto teschio di Hitler la prova del Dna abbia rive­lato che i frammenti della scatola cranica erano di una femmina umana di età stimabile sui trent’an­ni. E forti dubbi sulla versione sovie­tica circolavano ben da prima. So­prattutto perché secondo molti te­stimoni non vi era stato il tempo di effettuare una cremazione comple­ta, mentre sulle ossa in possesso dei russi non vi era alcuna traccia di tessuti molli. Da Mosca, anche finita la Guerra fredda, hanno continuato a ribadi­re la loro versione ( le ultime dichia­r­azioni in merito sono quelle del ge­nerale Vasili Khristoforov, uno dei dirigenti degli archivi dell’Fsb) ma la mancanza di una prova materia­le certa del decesso ha alimentato ogni forma di teoria del complotto. Tanto per citare la più famosa e fan­tasiosa: Hitler sarebbe in realtà riu­scito a fuggire in Argentina insieme ad altri reduci nazisti partendo da Berlino qualche tempo prima del­l’arrivo dei sovietici, per poi stabilir­si nella Base 211 (che nessuno ha mai trovato) situata in Antartide op­pure per seguire il sogno del Quar­to Reich. E se a questo punto citare l’altro grande mistero di cui non si è mai venuti a capo, quello dei diari (quel­li acquistati dal settimanale Stern nel 1983 erano sicuramente falsi, quindi quelli veri che fine hanno fat­to?) sarebbe banale, ci sono due vi­cende minori strabilianti che han­no fatto venire il mal di testa agli 007 della storia e che vale la pena citare. La prima è una questione ar­­tistica, quella del famoso busto di Nefertiti.I tedeschi lo avevano por­tato via dall’Egitto nel 1912 e Hitler, una volta salito al potere iniziò a considerarlo un vero e proprio tali­smano. Quando iniziarono i bom­bardamenti alleati lo fece nascon­dere in profondissime miniere di sale e lì lo ritrovarono gli americani. Ma è quello vero? La testimonian­z­a di uno degli ufficiali addetti al tra­sporto e alcune incongruenze nel­le bolle di carico hanno fatto circola­re la teoria che quello attualmente esposto all’Altes Museum di Berli­no sia una copia. Quello vero sareb­be stato nascosto da Hitler chissà dove (ovviamente il museo assicu­ra, Tac alla mano, che quello in mo­stra è l’originale). La seconda vicenda misteriosa è legata al potere quasi ipnotico che il Führer esercitava sulle folle. Sa­rebbe dovuto alle tecniche apprese da uno dei più famosi ipnotisti de­gli anni Venti e Trenta, Erik Jan Ha­nussen, un mago di nazionalità au­­striaca e di origine, tanto per cam­biare, ebraica. La ricompensa per le lezioni? Hanussen venne fatto fuori dalle SA. E il suo omicidio, av­venuto a Berlino nel 1933,è l’unica certezza in questa vicenda.