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 2010  agosto 26 Giovedì calendario

Hitler l’antisemita? Aveva origini ebraiche, la prova è nel suo Dna - Ebreo e pure norda­fricano

Hitler l’antisemita? Aveva origini ebraiche, la prova è nel suo Dna - Ebreo e pure norda­fricano. Algerino, magrebino, come uno dei tanti pove­racci che oggi la po­vertà spinge verso l’Europa. Popoli «inferiori» che non devono contaminare la purezza della «superiore razza ariana». Se qualcuno avesse voluto immaginare un «contrappasso» per Adolf Hit­ler nello sconosciuto girone infernale in cui si trova, non ne avrebbe potuto trovare uno più crudele. Per lui, ovvia­mente. Che Hitler avesse sangue ebreo nelle vene era voce da tempo circolante, con svaria­te e talvolta fantasiose ipotesi. Ma ora sembra che sia la scien­za a dimostrare, senza possibi­lità di confutazione, l’origine ebraica e forse anche nordafri­cana del Führer. Lo dimostre­rebbe l’analisi del Dna. A indagare sono stati due belgi, il giornalista Jean-Paul Mulders e lo storico Marc Ver­meeren che, con somma pa­zienza hanno rintracciato ben 39 discendenti di Hitler (cosa non facile dato che tutti costo­ro cercano in ogni modo di na­scondere l’imbarazzante pa­rentela) dai quali hanno otte­nuto altrettanti campioni di saliva. Rigorose analisi di labo­ratorio - scrive l’inglese Daily Telegraph che riprende la noti­zia dalla rivista belga Knack ­avrebbero rintracciato il cro­mosoma Aplogruppo Eib 1b1, rarissimo fra gli occidentali e comune invece fra gli ebrei ashkenaziti e sefarditi, non­ché fra i berberi del Marocco, dell’Algeria e della Tunisia. I risultati hanno ottenuto l’aval­lo della prestigiosa Università Cattolica di Lovanio. Vedi un po’ le sorprese che ti riservano le indagini cromoso­miche, a conferma, come ben sanno i genetisti, che di razze «pure» non ne esistono al mondo ma siamo tutti frutto di milioni di incroci. Lo sostie­ne anche il genetista italiano Guido Barbujani, autore nel 2003 di un sarcastico roman­zo intitolato per l’appunto Questione di razza ( Mondado­ri). E tanto più difficile è sepa­rare le origini dei cittadini in quel crogiuolo di etnie fra occi­dente germanico ed Europa orientale che era l’impero au­stroungarico dove Adolf nac­que il 20 aprile 1889 a Brau­nau am Inn, cittadina nei pres­si del confine bavarese. Klara era la terza moglie di Alois, dal quale ebbe sei figli. Sopravvis­sero solo Adolf e la sorella Pau­la. Fra i tanti misteri che hanno circondato la figura di Hitler in vita e in morte c’è anche quello della sua famiglia. Si è accertato che Alois, padre de­testato da Adolf, era figlio ille­gittimo: da ragazzo portava il nome della madre, Anna Ma­ria Schicklgruber, modesta ca­meriera in una locanda di Graz. Più tardi adottò il nome del padre naturale (che però pare non lo abbia mai voluto riconoscere), Johann Georg Hiedler o forse Hüttler, che successive trascrizioni trasfor­marono in Hitler. Altre fonti sostengono che Anna Maria ri­mase incinta di un giovane ebreo di nome Frankenber­ger, ma pare si tratti di notizia infondata. Dove sta il mistero? Sta nel cognome Schicklgruber, co­mune fra gli ebrei ai quali l’im­peratrice Maria Teresa con­cesse la cittadinanza austria­ca dopo la loro conversione al cattolicesimo. Dunque la non­na paterna di Hitler molto pro­babilmente era un’ebrea con­vertita. Hitler aveva almeno un buon quarto di sangue ebreo nelle vene. Secondo mistero: la causa dell’odio folle che il Führer portò agli ebrei fin dagli esor­di in politica. Anche qui le ipo­tesi sono le più svariate. C’è chi, come il «cacciatore di na­zisti » Simon Wiesenthal, ha so­stenuto che una prostituta ebrea contagiò il giovane Adolf con la sifilide al tempo del suo soggiorno viennese. Altri dicono che portasse tena­ce rancore ad un medico ebreo, Eduard Bloch, che sot­topose a cure sbagliate la ma­dre Klara. Ma storici più accu­rati avrebbero invece appura­to che la povera Klara, affetta da un carcinoma al seno dia­gnosticato troppo tardi che la uccise a soli 47 anni, fu invece curata con grande dedizione e capacità professionale dal dot­tor Bloch al quale Hitler - pro­fondamente legato alla ma­dre - professò sempre eterna riconoscenza. Che cosa ne fu poi del medico ebreo al tempo della persecuzione antisemi­ta, questo non si sa. Forse, per sua fortuna, morì prima. Un’altra spiegazione potreb­be essere l’inesausto rancore che Hitler portò sempre al pa­dre, uomo rozzo e incapace di affetto, che non credeva in lui né tantomeno nelle sue capa­cità artistiche (non gli si può nemmeno dar torto), e dal quale si sentì sempre incom­preso e disprezzato. Il suo odio avrebbe incluso anche l’incolpevole nonna, che por­tava la vergogna di essere una ragazza madre, cosa che, in tempi di rigidi costumi, la col­locava in fondo alla scala so­ciale, sia come ebrea che co­me cattolica. Altrettanto fantasiosa è la spiegazione che Hitler forni­sce in Mein Kampf in cui so­stiene di essere stato sciocca­to dall’incontro a Vienna con un «Ostjude», un ebreo del­l’Europa orientale dall’aspet­to stregonesco. Più probabile è invece la precoce influenza subita a Monaco negli anni Venti delle idee antisemite del giornalista-editore Dietri­ch Eckart con il quale strinse una duratura amicizia. Dopo tutto, l’antisemitismo non lo inventò Hitler. Lui vi aggiunse solo le contorte pulsioni che si aggiravano negli oscuri mean­dri della sua psiche.