Malcom Pagani Silvia Truzzi, il Fatto Quotidiano 26/8/2010, 26 agosto 2010
CARO SCALFARI NOI NON SIAMO LA CAIMANO FILM
Sostiene Eugenio Scalfari che i tormenti di coscienza non lo sfiorano. In Einaudi sta, in Einaudi rimane. Prima pagina di Repubblica, ieri. Sotto il titolo “Gli scrittori e il conflitto d’interesse”, il fondatore del quotidiano, 86 anni, risponde a Vito Mancuso edificando una propria teologia. La sintesi è quella già esplorata da altre decine di autori dello Struzzo e di Mondadori. Il gruppo editoriale dà spazio a figure “civilmente e politicamente impegnate” e – assicura Scalfari – se i dirigenti “si piegassero a richieste per me incompatibili, non esiterei un istante ad andarmene”. Fin qui, nulla di nuovo. Poi si apre un altro fronte, con un’improvvisa quanto cinematografica virata. La storia di un film tratto dal suo “La ruga sulla fronte” che la società cinematografica di Berlusconi, cui Medusa sarebbe stata interessata. Trattative, stesura di copioni, sottesa irritazione: “In quello stesso giro di mesi la Medusa stava realizzando ‘Baarìa’ di Giuseppe Tornatore” a causa di una scontata difesa televisiva di B. ad opera di Carlo Rossella. La perorazione catodica del presidente di Medusa (e amico personale del premier) all’uomo capace di eliminare dalle pagine la pubblicità già venduta a suon di “mi lorda il giornale”, avrebbe provocato un’irritazione così profonda da spingerlo a chiudere i rapporti. Ma davvero Scalfari - biografia politica frastagliata - poteva essere turbato perché Rossella (amico personale del premier) aveva recitato un prevedibile copione? Il racconto si conclude con un postulato che non ammette repliche: “In campo cinematografico Medusa è il solo produttore e distributore esistente sul mercato italiano, a differenza dei libri. Perciò chi rifiuta di lavorare con Medusa rinuncia a veder realizzato il film che lo interessa”.
I due colossi
(e gli altri)
VERO ? Falso? Mezzo vero? A una prima distratta occhiata, anche a voler considerare il valore dell’iperbole è un’ipotesi da trapezisti. Senza negare la potenza economica di due colossi come la stessa Medusa e Rai Cinema, operano in Italia decine di produzioni e distribuzioni, di livello altissimo che sugli schermi da quasi un trentennio, importano il meglio della cinematografia straniera (Palme e Leoni d’oro) e contribuiscono allo sviluppo di pellicole che non di rado, conquistano premi, mercato estero, visibilità mondiale. Valerio De Paolis fondò la Bim nel 1983. Da allora, da Altman a Loach, passando per Almodovar, Wenders, Costa Gavras, Rohmer e Audiard, non sbaglia un colpo. Mentre si prepara a Venezia (due film in concorso, tra cui “La pecora nera” di Ascanio Celestini), De Paolis risponde dalla ventosa Toscana: “Scalfari sbaglia e compie una gaffe plateale. Affermare che in Italia esiste solo Medusa è come dire che a Roma ci sono solo dieci ristoranti. La realtà è diversa, a meno di nonvolerleggeretralerighedi Repubblica un’altra verità. E cioè che per realizzare kolossal da decine di milioni come Baarìa bisogna rivolgersi per forza alle casse di Medusa. In quel caso, potrebbe anche non avere tutti i torti”. Sulla situazione attuale De Paolis è laconico: “Al Lido, in competizione,passerannoquattrofilm italiani. Due della Rai, uno
di Medusa, l’altro della Bim. Basterebbe dire questo. Le
grandisocietàdiproduzione e distribuzione italiana,Eagle,Mikado,LuckyRede la stessa Rai 01 respirano e lavorano, in maniera assolutamente autonoma da Medusa”.
Universi
chiusi
DOMENICO Procacci, barese trapiantato a Roma e passato attraverso la scuola Gaumont, non ha molti epigoni. Produttore, distributore, esercente, editore. Con la Fandango, da più di due decenni, Procacci porta in sala una indefinibile teoria di registi, battenti le più diverse bandiere. Il Garrone di Gomorra, Ligabue, Muccino e Sorrentino, l’ultimo Anappoggio ha prodotto Romanzo Criminale e l’ultimo Verdone, ad Aurelio De Laurentiis che oltre ai cinepanettoni finanzierà il prossimo lavoro di Sandro Veronesi. O alla Fox che porterà il Vallanzasca di Michele Placido all’ombra di Quentin Tarantino”.
Placido
a Venezia
PROPRIO Placido, a settembre dello scorso anno, portando il suo Grande sogno sessantottino a Venezia, perse la testa dopo la domanda di una giornalista spagnola. Carlo Rossella biancovestito a due sedie di distanza, Scamarcio al suo fianco e Placido impegnato in una tirata contro il governo “che non mette a disposizione dei giovani registi i soldi necessari per poter realizzare film sull’attualità del nostro Paese: d’ora in avanti si faranno solo commedie”. Ad un tratto, la cronista chiede: “Come mai si è fatto produrre il film da Bertonioni e Corrado Guzzanti. L’intemerata di Scalfari lo convince poco: “È sicuramente vero che l’industria cinematografica è un universo più chiuso rispetto al pianeta editoriale. Con un film è persino più giochi pericolosi e i nastri bianchi di Haneke. Andrea Occhipinti, il proprietario non ha pruderie. “Sul cinema riscontro solo grossolanità giornalistiche e continue mancanze di cognizione di causa. Quella di Scalfari, nello specifico, è enorme. Basti pensare che Il Divo è un film che la Medusa, fin difficile accedere direttamente al pubblico di quanto non accada con un libro”. Detto questo, Procacci nega l’assioma di Scalfari: “Medusa è un interprete molto importante ma non certamente l’unico di peso sulla scena.Con loro ho prodotto molti film da Le conseguenze dell’amore a Respiro, senza censure politiche o estetiche, ma altre opere da Caos Calmo a Gomorra e Mine vaganti, fino a La Passione di Mazzacurati che sarà in Laguna, di Medusa non hanno avuto alcun bisogno”. Come Il Divo di Paolo Sorrentino, invenzione di Lucky Red, marchio di qualità dal 1987, che ha prodotto e divulgato le visioni di Loach, Ivory, Frears, Von Trier e dei fratelli Dardenne,senzadimenticarei dal principio non voleva fare”. E nonostante questo, la meta-storia di Andreotti, trionfò a Cannes. “C’è un’idea antica per non dire vecchia legata al cinema e un giornalismo che, forse per le complicazioni della materia, fatica ad aggiornarsi. E’ un mercato asfittico ma non si può imputarne la responsabilità a Medusa, perché il duopolio con la Rai esiste però non frena la possibilità di creare progetti e sviluppare sceneggiature che evadano dall’obbligo”. Per la prima volta Occhipinti sta producendo insieme a Medusa il nuovo film di Sorrentino con Sean Penn. “Ma dichiarare che esiste solo Medusa sullo scenario nazionale è una sciocchezza. Penso alla Warner che senza alcun lusconi?” e Placido esonda: “Faccio il film con la Rai (nel 2004 Ovunque sei, ndr) e vengo raso al suolo, provo con Medusa e mi distruggete. Con chi cazzo,lidevofareioifilm?Non conosco il signor Berlusconi e ho sempre votato da tutt’altra parte”. Seguirono elegantissime considerazioni di Renato Brunetta sui registi “parassiti” e sull’Italia “placida e leggermente schifosa”, querele del regista, annunciati auto-esili francesi. Le cronache (che a metàdeglianni70undirettore detestava, ammonendo la redazione: “Niente vecchiette sotto il tram per favore”) raccontano che ora Placido ha scelto Fox. La dimostrazione, che oltre a Medusa e Rai un altro film si può ancora vedere.