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 2010  agosto 26 Giovedì calendario

L’indice delle sciagure vede nero per Wall Street - Quando si sente parlare di bolle in Borsa non è mai un buon segno

L’indice delle sciagure vede nero per Wall Street - Quando si sente parlare di bolle in Borsa non è mai un buon segno. Un disastro (forse) è in arrivo. Ma se a gonfiarsi è l’Hindenburg Omen, indice tecnico dalle controverse qualità divinatorie, c’è da prenderlo sul serio o no? Venerdì scorso è successo, attenti dunque a investire a Wall Street. Il creatore dell’indice Jim Miekka, per esempio, non ci ha pensato due volte e ha chiuso tutte le sue posizioni azionarie, senza attendere settembre che è già, tradizionalmente, un mese da prendere con le pinze. Il primo allarme c’era stato il 12 agosto, poi il 24 s’è ripetuto. «Lo sto prendendo molto seriamente e sono ora del tutto fuori dalla Borsa», ha detto Miekka intervistato dai giornalisti dal Maine, dove vive. L’indice si basa largamente sull’Hlli (High Low Logic Index) dell’analista Norman Fosback, il cui valore è determinato dai numeri dei nuovi prezzi «alti» e «bassi» diviso per il numero delle azioni trattate, corretto da una media esponenziale mobile. Ma l’Hindenburg Omen è una combinazione di vari fattori tecnici che puntano a valutare la situazione del New York Stock Exchange nella speranza di anticiparne i crolli. Siccome un mercato sarebbe «normale» quando tutti i titoli seguono uno stesso trend, su o giù, nel caso invece in cui si realizzano insieme numeri record di massimi e di minimi il mercato sarebbe a rischio di turbolenze, ossia di un crollo. La scelta del nome da parte di Miekka, Hindenburg Omen, trasmette inequivoco allarme. Omen significa presagio e Hindenburg si chiamava la mongolfiera tedesca che faceva rotta tra Europa e America e che il 6 maggio del 1937 si è incendiata, uccidendo nell’atterraggio in New Jersey 35 dei 97 passeggeri. Il matematico Miekka, che è cieco, non prevede comunque un lungo futuro nero per le borse. Sull’immediato, la prudenza di mettersi in salvo è però obbligata. «E’ come un vortice che leggo nei dati; non vuol dire che necessariamente finirà male. Però c’è un’alta probabilità». La domanda chiave sul successo dell’Hindenburg Omen, a parte la constatazione che Miekka non è diventato ricco come Warren Buffett, è quanto alte sono state le predizioni seguite da veri crolli. Secondo dati storici, le chance che ci siano movimenti al ribasso superiori al 5% dopo che l’indice ha dato il suo allarme sono state il 77%, e usualmente il crash è avvenuto entro 40 giorni. Le probabilità di una fase orso con vendite diffuse sono state il 41%, e quelle di un vero crollo da «libro nero» di Wall Street del 24%. Comunque, dal 1985 ogni crash del Nyse è stato preavvisato da Hindenburg. Dei precedenti 25 casi di segnali, solo due, pari all’8%, non sono stati seguiti da scivolate almeno tra il -2% e il -4,9%.