Antonio Dipollina, la Repubblica 26/8/2010, 26 agosto 2010
SCONTI, HI-TECH E SPEZZATINO: CACCIA ALL’ULTIMO ABBONATO
Arriva anche la partita alle 12.30 della domenica (posticipo degli anticipi, anticipo dei posticipi, non ci si metterà mai d´accordo). L´Italia del calcio televisivo supera in tromba qualunque concorrente estero e la frammentazione di gare in onda nella stagione che va a iniziare diventa una cosuccia d´avanguardia. Nessuno spezzetta così, noi sì. Il calcio consegnato alle tv – tormentone di ogni inizio stagione da un secolo a questa parte – stavolta si sublima. Le tv, loro, quelle che pagano e si fanno pagare, hanno l´aria di aver colto lo snodo decisivo. E hanno iniziato a menarsi tra di loro come non era mai successo. Sky, vantando la bellezza del proprio prodotto, l´inarrivabilità delle gare tutte in alta definizione e l´"All Access" (questa è l´ultima trovata, squadernata da Mrs Ilaria D´Amico negli spot). Significa che paghi, parecchio, e hai tutto senza dover pensare più a nulla. Mediaset Premium puntando invece sul concetto discount, prezzi indubbiamente più bassi rispetto ai rivali (soprattutto se si considera anche la Champions) e fondamentalmente lo stesso prodotto offerto, magari non tutto altodefinito, magari con qualche partita di seconda fascia che bisogna lasciare in esclusiva al terzo incomodo Dahlia Tv. Ma fondamentalmente quello che interessa alla gente ce l´ha, eccome, anche Mediaset.
La sfida è pesante, ma alla fine si tratta di cavare più soldi possibili dal prodotto calcio nella sua interezza. La partita in pieno pranzo domenicale permette ai padroni del pallone di scucire qualche euro pregiato dal mercato dell´Estremo Oriente e vedere l´effetto che fa. Siccome non ci sono decine di squadre di primo livello a disposizione, spesso anticipi e posticipi saranno partite di poco conto, poi ci saranno i venerdì obbligati per chi gioca in Champions martedì, poi ci saranno gli scontri diretti e così via: insomma, bisogna fare ogni settimana con quello che c´è e sperare che lo spezzatino non sia tutto in brodo. Intanto, i contratti sono stati siglati e i milioni corrono e quello conta. L´effetto saturazione sul telespettatore è da valutare, l´effetto sulle presenze negli stadi è comunque micidiale (chi fa un abbonamento deve sapere che ci sono cinque o anche sei orari diversi dislocati su due e spesso tre giorni in cui la partita si potrà giocare: a quel punto, scegliere di abbonarsi sì, ma in tv, diventa tentazione irresistibile).
Alla Rai resta un pacchetto, quello della domenica pomeriggio con cinque, ma anche quattro gare superstiti in contemporanea, che rischia di svuotarsi sempre di più. Mediaset infatti non ci prova più da anni ad avvalersene, il vecchio 90° minuto sarà sempre più un susseguirsi di "ma vediamo cos´è successo ieri e cinque ore fa" o "in attesa della sfida al vertice di stasera". Non è il massimo, ma anche qui conta chi paga di più. Da valutare l´effetto della rinuncia al teatrino-moviola per la Ds, a tarda sera della domenica per un pubblico di super-affezionati che non demorde. Le sirene milionarie delle pay-tv, tra soldi pazzeschi alle squadre e botte di spot che passano in tv, suonano per il calcio in diretta e per chiamare all´emozione live anche l´ultimo appassionato refrattario, il tifoso che a quell´impianto fatiscente chiamato stadio c´è davvero affezionato e intende rinunciarvi il più tardi possibile.