M. P. C. T., il Fatto Quotidiano 25/8/2010, 25 agosto 2010
STRANIERI PER OGNI TASCA: SARANNO I NUOVI COTECHIÑO?
Trigoria, periferia del regno, campagna sullo sfondo, 1998. Un tifoso romanista, a fine allenamento, si avvicinò alla rete che delimitava il campetto dove Zeman, tra una sigaretta e l’altra, osservava il lento sciamare dei suoi: “Gomez, Gomez”. Lui, Cèsar Gomez, tre presenze in tutto, grande futuro dietro le spalle e presente oppresso da qualche tragicomico errore in un derby, si avvicinò speranzoso. Venne gelato: “Era ora. Damme ‘na penna che te faccio un autografo”. Ogni anno, la storia si ripete. Albanesi, giapponesi, croati, sloveni. E poi, in un mappamondo ideale che non trascura nessun angolo del pianeta, calciatori per tutte le tasche e per ogni ruolo. I bidoni del prossimo futuro abitano in serie A. Nascosti dalle nebbie del precampionato, dalle brame dei procura-tori, dai dvd che hanno sostituito le raccomandazioni fraterne (Hugo Maradona, in un lontano Ascoli) e i vhs che nel castello di Torre Alfina, Luciano Gaucci osservava per poi delegare alle ambasciate visti e timbri per ecuadoregni e iraniani di ventura. Lontani i tempi di Luis SIlvio, il centrocampista che arrivò a Pistoia all’alba degli ‘80 con il numero nove sulle spalle, accompagnato da un sublime equivoco linguistico “Yo soi ponta” che in portoghese, semplicemente, significava centrocampista e che gli emissari toscani italianizzarono per fretta e ignoranza.
Ecco l’armata Brancaleone
da Brescia a Lecce
PIÙ IN LÀ delle diatribe tra Lega e presidenti sul numero degli extracomunitari, sosta dunque la pattuglia dei pallonari pronti ad emulare le gestadelmacedoneDarkoPancev,interistacapace di relizzare i sogni (degli altri) nelle rare apparizioni a S. Siro. Si va dal 23enne di Tirana Memushaj che l’anno scorso trottava a Pagani, in terza serie, (l’ha preso il Chievo, forse per fargli fare la stessa fine di Foquinha, un brasiliano celebre per essere un palleggiatore folle che estinse la propria inutilità in tribuna, nelle gelide domeniche invernali veronesi), all’oscuro uruguagio Grossmuller, preso dal Lecce, che per non farsi mancar nulla, ha nutrito la propria rosa innaffiandola con nomi come l’eterna promessa argentina Piatti, Schiavolin che più in là delle origininominativeènatoaCampinasenonaChioggiaeReginiussen,difensorenorvegesecheduellerà non si sa con quali risultati con i Milito di turno. A Cesena, sempre in zona Maginot, correrà un cognome che evoca catastrofi. Nagatomo, 170 cm, è un terzino. Esito incerto, come quello del polacco Glik, grezzo pedatore che a Palermo, presumibilmente, duellerà al più nelle partitelle in famiglia.
Usato sicuro e suggestioni
esotiche
SEALCUNEsquadrehannopuntatosull’usato che stimola i ricordi, non alleggerisce le tasche e dimentica l’usura dell’anagrafe (Chevanton a Lecce,AppiahaCesena),altri,intestal’Udinese, hanno dragato ipotesi suggestive senza escludere nessuna possibilità. A Udine, dove la rete di osservatori arriva ovunque tranne che a Tahiti, c’è di nuovo Karagounis. Non è il macchinosonumerodiecigreco che qualche anno fa, arricchì la lista degli abbagli morattiani, ma undifensoredineanchevent’anni dalle misteriose prospettive. In Romagna fanno le rose come le piadine, ripiene di sorprese con tocchi di gusto esotico. Il Cesena per evitare di tornare presto inserie B s’affida a un cannoniere nigeriano della B spagnola. L’ex formazione dell’atleta di Gesù Amarildo, prega Dio ripescando da Granada il ventunenne Odion Ighalo, spedito in terra spagnola dall’Udinese. Siamo sempre a Cesena dove i tifosi, ancor in festa per la promozione, devono affidarsi agli scongiuri per disinnescare il pericolo Steve von Bergen. Un difensore svizzero, non più giovanissimo, appena retrocesso con l’Hertha Berlino che, in tre stagioni nella capitale tedesca, vanta tre magre presenze nella squadra B. Il presidente genoano Preziosi ha prestato al Cesena il giovane centrocampista Tachtsidis. Un greco che, già nel nome da Walt Disney, lascia intuire le sue doti geometriche o, per meglio dire,tat-ttiche.Perigoldiun’altrastorica salvezza, proprio nelle ultime ore, il Chievo ha scelto un attaccante dal fonema delicato come Cyril Théréau, francese migrante tra Belgio e Romania. Mollato dal nobile Anderlecht - undici partite e una misera rete - il 27enne Théréau ha giocato due anni a Charleroi, mostrando piccoli e pur significativi progressi: undici reti nel - per la verità non irresistibile- campionato belga. A Catania sperano nel nuovo Kakà, Raphael Martinho, brasiliano scovato nel Paulista da Pietro Lo Monaco. Attenti: non è tornato Walter Novellino a giocare, ma la prossima serie A avrà il suo Monzon, esterno argentino del Boca Juniors. E’ a Udine, dove le storie di confine, da sempre guardano il rischio negli occhi.