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 2010  agosto 16 Lunedì calendario

Anno VII – Trecentotrentacinquesima settimanaDal 9 al 16 agosto 2010Pakistan Asianews riferisce che i profughi dell’alluvione pakistana sono 20 milioni

Anno VII – Trecentotrentacinquesima settimana
Dal 9 al 16 agosto 2010

Pakistan Asianews riferisce che i profughi dell’alluvione pakistana sono 20 milioni. Il presidente di quel paese, Asif Ali Zardari (il vedovo di Benazir Bhutto), ha detto che queste persone avranno bisogno di aiuti per due anni consecutivi. L’esercito pakistano non riesce a raggiungere tutte le aree disastrate, che sono ancora piene di disperati. I morti sarebbero 1.600. Ma questa cifra, confrontata con le dimensioni della tragedia quale appare, per esempio, dagli elicotteri, sembra troppo piccola. Il governo si sarebbe mosso lentamente, i legami tra popolazione e gruppi dell’estremismo islamico si sarebbero nell’occasione fatti più stretti. Ricordiamo che la zona pakistana al confine con l’Afghanistan è quasi uno stato a sé, dominato dai talebani. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, in visita nello scorso week end, ha detto: «In passato ho visto scene di molti altri disastri naturali nel mondo, ma nessuna è come questa». La regione più colpita è il Punjab. Quattro distretti risultano totalmente sommersi, il raccolto del grano interamente perduto.

Russia In Russia, una foto satellitare scattata dalla Nasa il giorno di Ferragosto, mostra che vi sono ancora 368 focolai accesi. Una densa coltre di fumo attraversa il Paese da ovest ad est. A Mosca il livello di monossido di carbonio è sei volte più grande di quello ammesso. Un quinto di tutto il grano è andato perduto, e Putin ne ha vietato le esportazioni da Ferragosto fino alla fine dell’anno. La Coldiretti ha calcolato che, in ogni caso, la Russia, per affrontare l’emergenza interna, taglierà le esportazioni di un 15% . Conseguenze sui prezzi in Italia non dovrebbero essercene: importiamo da quel paese solo il 4 per cento del nostro fabbisogno e i nostri magazzini traboccano di scorte dato che negli ultimi due anni i prezzi dei cereali si sono tenuti bassi al punto che molti produttori non hanno neanche venduto il raccolto del 2009. L’impennata dei prezzi provocata dalle fiamme russe ha persino soddisfatto qualche grande produttore (Mario Guidi, 700 ettari a cereali in provincia di Ferrara: «Prima di questo rialzo le nostre aziende erano a serio rischio chiusura»). Ci sono tuttavia movimenti finanziari, poco legati alla situazione reale: i futures sul grano da inizio luglio sono raddoppiati, Federico Vecchioni, di Confagricoltura, ha spiegato che la crisi russa «sta favorendo chi specula con i derivati sui mercati a termine».

Verdini La Banca d’Italia ha ispezionato il Credito Cooperativo Fiorentino lo scorso febbraio e ne ha deciso subito dopo il commissariamento. Adesso, per vie non chiarite, è venuto alla luce il testo della relazione preparata quella volta dagli ispettori. Nel documento Denis Verdini, presidente fino ad allora del Credito e poi dimissionario, viene messo sotto accusa per una gestione troppo disinvolta – secondo gli ispettori – del capitale della banca. In poche parole Verdini, nell’elargire il credito, avrebbe largamente favorito imprese in cui aveva qualche interesse o i suoi amici, particolarmente l’imprenditore Riccardo Fusi, senza le dovute garanzie e in generale con criteri di scarsa prudenza. Il conflitto di interessi dell’ex presidente riguarderebbe una somma superiore ai 60 milioni di euro. Verdini è anche uno dei tre coordinatori del Pdl, e indagato anche dalla Procura di Roma all’interno dell’inchiesta cosiddetta P3. Le accuse di via Nazionale – suffragate dagli atti del ministero del Tesoro a cui è a capo Tremonti – hanno indotto ancora una volta l’opposizione e i finiani a chiedere le dimissioni del coordinatore dal vertice del partito. Verdini, mentre resta al suo posto, ha respinto ogni addebito e giurato che tutto si chiarirà.

Governo Napolitano si è fatto intervistare dall’Unità e ha ammonito sui pericoli di un «vuoto politico» e di «un durissimo scontro elettorale». La preoccupazione del Capo dello Stato riguarda in generale l’attivismo della speculazione internazionale che, come ha colpito Grecia e Spagna, potrebbe volgersi facilmente contro un’Italia priva di una guida politica. In particolare, l’ansia del Presidente è concentrata sul mese di gennaio, quando il Paese dovrà chiedere ai mercati i miliardi necessari a finanziarsi: aste deserte o tassi d’interesse eccessivi potrebbe dare inizio a un avvitamento assai pericoloso. Anche sulla questione dello scioglimento delle Camere Napolitano ha richiamato tutti a quanto dice la Costituzione: lo scioglimento è prerogativa sua e – sottinteso – finché c’è una maggioranza che sostiene l’esecutivo non si ha diritto di metter termine alla legislatura. Nei loro comizi ferragostani, Alfano e Maroni, senza riferirisi direttamente al capo dello Stato, hanno dichiarato incostituzionale l’ipotesi di qualunque governo tecnico. Un documento dei senatori (all’unanimità) in cui si chiede di cessare lo scontro per dossier e di tornare al dibattito politico è stato letto come inizio di una possibile tregua. Berlusconi ha risposto infatti all’apertura con un’altra apertura. Lo scopo del presidente del consiglio è però evidente: spaccare la pattuglia finiana (per ora ferma a 44 parlamentari) e, facendo rientrare nel Pdl i più tiepidi tra i seguaci del presidente della Camera, recuperare qualche decina di voti.

Montecarlo Il settimanale mondadoriano “Chi” ha pubblicato foto in cui Giancarlo Tulliani, cognato di fatto di Fini, lava la sua Ferrari blu da 197 mila euro, nuova di zecca e consegnata quasi subito, benché l’attesa per una macchina simile si conti in genere in molti mesi. Nessun rilievo penale, naturalmente, ma molte malizie sull’origine di questa ricchezza. I Tulliani (padre, madre e i due figli) sembrano ormai il clan di una serie televisiva. Dagospia ha stampato l’elenco delle loro proprietà immobiliari (valore intorno ai 20 milioni di euro), Sgarbi ha raccontato che nell’intervallo tra gli amori con Gaucci e quelli con Fini, Elisabetta ha frequentato pure lui e La Russa, con l’obiettivo particolare di ottenere la tessera Freccia Alata di Alitalia. Il sottinteso è che il solo fatto di essersi messo con una donna simile e di farsi dar ordini dalla suocera (così il giornalista Filippo Facci) è per l’antico segretario di An squalificante. Sulla casa di Montecarlo, Feltri sta cercando di dimostrare che fu arredata dallo stesso Fini con Elisabetta e ha esibito perciò delle fatture, emesse da un negozio di arredamento romano, non del tutto convincenti. Il presidente della Camera ha risposto che «quei mobili sono a Roma». Fini si accinge a lasciare in anticipo la villa di Ansedonia: la caccia di cronisti e fotografi ha infastidito i villeggianti di quella zona esclusiva, che hanno protestato con la polizia.

EllaOne EllaOne è un contraccettivo che funziona fino a 120 ore (cinque giorni) dopo il rapporto sessuale. Venerdì scorso, 13 agosto, è stato approvato dalla Food and drug administration statunitense. In Europa circola liberamente in Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Gran Bretagna, Olanda, Finlandia, Svezia, Lituania, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Danimarca, Norvegia, Spagna, Austria, Gracia, Polonia, Lettonia, Portogallo e Romania. Da noi l’iter per renderne possibile la commercializzazione è agli inizi e già si annunciano polemiche per la compatibilità di questo medicinale con la legge sull’aborto. Secondo il farmacologo Silvio Garattini alla fine non se ne potrà impedire la commercializzazione, anche se parecchi farmacisti si rifiutano ancora oggi, per motivio di coscienza, di vendere la pillola cosiddetta “del giorno dopo” che funziona fino a 72 ore.