Varie, 25 agosto 2010
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Lipovetsky Gilles
• Millau (Francia) 24 settembre 1944. Filosofo • «[...] professore di filosofia a Grenoble, è il nuovo maître-à-penser della cultura contemporanea, studioso dell’individualismo, uno dei suoi più acuti analisti, erede di Baudrillard e Virilio. Il suo libro più importante, pubblicato in francese nel 1987, è L’impero dell’effimero (Garzanti), uscito in un momento in cui la moda non era certo di moda tra gli intellettuali. Sono seguiti altri studi quasi tutti tradotti in italiano, ma assai poco letti e recepiti: La terza donna (Frassinelli) e L’era del vuoto (Luni Editrice), una raccolta fulminante di saggi sull’individualismo contemporaneo. [...]» (“La Stampa” 10/4/2008) • «[...] uno dei più famosi filosofi francesi [...] da anni scandaglia con curiosità e intelligenza il mondo in cui viviamo e di libro in libro, incrociando gli strumenti della filosofia e della sociologia, ha elaborato una lettura dell’universo consumistico che si muove controcorrente rispetto alle interpretazioni negative e colpevolizzanti che vanno per la maggiore. Così facendo, sorprende, suscita discussioni e costringe a riflettere. [...] Lo studioso francese, che non nega gli aspetti negativi e le contraddizioni della deriva consumistica, denuncia la parzialità e l’inadeguatezza di queste letture unilaterali che pretendono di ridurre un fenomeno complesso e polimorfo a poche formule schematiche. E soprattutto ricorda il nostro debito nei confronti di un modello che ha cambiato il nostro modo di vivere e di pensare: “La società dei consumi ci ha fatto uscire definitivamente dal XIX secolo e ha svolto un ruolo fondamentale nel processo di democratizzazione della società. È stata un vettore di autonomizzazione dell’esistenza. Dietro il consumismo di massa, c’è il fatto che le persone diventano degli individui dotati di una grande autonomia rispetto alle istituzioni e ai gruppi sociali. E gli esempi sono evidenti. Non si può pensare il maggio francese, la liberazione dei costumi, il movimento femminista e la liberazione sessuale senza tenere conto dell’edonismo emerso con il consumismo”. Insomma, non c’è libertà senza consumi. E anzi chi propugna una società spartana, in realtà non vuole una società basata sui diritti individuali e sulla libera scelta dei cittadini. Il vero problema, aggiunge il filosofo, non è l’eccesso di consumo, ma il numero crescente di coloro che ne sono esclusi [...] A Baudrillard, che in un celebre libro denunciava l’universo dei consumi come un mondo dominato dall’alienazione dei soggetti e dall’assenza di riflessione, Lipovetsky risponde che non è più così. Che anzi il turboconsumismo, proprio perché aumenta a dismisura le possibilità di scelta dell’individuo, costruisce consumatori più attenti e critici, che prima di comprare riflettono, valutano, s’informano. [...]» (Fabio Gambaro, “L’espresso” 25/5/2006).