Frammenti, 25 agosto 2010
Tags : Domenico Crea
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CREA, DOMENICO"
Tavor Oltre che essere fatto notorio, risulta
dalle intercettazioni che nelle elezioni regionali
del 2005 Marcianò Alessandro fu un sostenitore
di Domenico Crea (entrambi, Crea e Fortugno,
erano candidati della Margherita). Il figlio,
Giuseppe, era il collaboratore più stretto di Crea
(lavorava nella sua segreteria). Ma vinse Fortugno
(8.548 preferenze, contro 8.204 di Crea). Il 6 aprile,
dopo le elezioni, fu intercettato mentre parlava
con Domenico Crea. Marcianò: «Ciao Mimmo, sono
demoralizzato, sono due giorni che non dormo,
Mannaia alla Ma…». Crea: «Sapessi io, fratello».
Marcianò: «Due giorni che non chiudo occhio. Ci
hanno presi per il culo tutti» (…)». Marcianò: «Ti
giuro che sono due giorni che mi prendo il Tavor
per dormire…». Crea: «Ti viene da uscire pazzo…
la gente ci ha preso in giro..». Marcianò: « bastarda,
bastarda» (…) Il Tavor mi sto prendendo,
mannaia, ”u Tavor… ma poi tu a Reggio non avevi
2.500 voti… 1000…». Crea: «Ma che vuoi che ti dica.
Il calo che ho avuto io da tutte le parti è mostruoso,
perché in base alle previsioni io ne dovevo
prendere 14.000» (…)». Marcianò: «Mannaia, te lo
giuro sull’anima dei miei morti e sui miei figli che
manco se mi hanno scannato. Gli abbiamo dato
l’anima e adesso io mi sto prendendo il Tavor la
mattina e la sera… Bastardo, mannaia. Ora, dico
io, questo cornuto del Bar Riviera seicento voti li
porta, l’avvocato Scafò 50 li porta, la dottoressa
100, allora siamo dentro ho detto io, mannaia. Potevo
mai sapere che non prendevo 500 voti… ora
mi sono fatto i conti di tutti i ragazzi che erano con
me, 250 voti hai capito? Il Tavor mi sto prendendo,
mannaia…».
Potere clientelare «Un potere clientelare messo
in atto in prima persona da Alessandro Marcianò
in ragione del rapporto instaurato col Crea e,
quindi, alle fortune di quest’ultimo indissolubilmente
legato. Potere clientelare che a seguito dell’avvenuta
elezione di Fortugno è venuto a cessare
» (dalla richiesta di misura cautelare dei pm).
Morto Fortugno, subentrò Domenico Crea, che dopo
l’arresto dei Marcianò padre e figlio, si limitò
ad autosospendersi dal partito.
Movente «Lo scopo perseguito con l’omicidio
Fortugno, consistito nel consentire a Crea di subentrare
come il primo dei non eletti e ripristinare
il potere politico, economico e clientelare, nonchè
riguadagnare agli occhi della comunità locale
il proprio potere, visto che la perdita dell’elezione
si era verificata proprio a Locri, luogo di influenza
della famiglia Cordì, a cui i Marcianò erano
strettamente collegati, senza contare che Fortugno
doveva essere punito perché aveva osato sfidare
i Marcianò nel loro territorio» (la Cassazione,
il 18 dicembre, confermando l’ordinanza di custodia
cautelare). [...]
In tutto 18
arresti, tra gli altri il figlio e Domenico Crea, che
il 10 aprile, dal carcere di Palmi, scrisse una lettera
di dimissioni da consigliere regionale (nome
dell’operazione: ”Onorata Sanità”) (vedi CREA
Domenico). (scheda 161745)